CORRADINI, Francesco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 29 (1983)

CORRADINI, Francesco

Gerardo Bianco

Nato a Thiene (prov. di Vicenza) il 31 genn. 1820 da Bortolo Corrado e da Giovanna Tescari, e battezzato il giorno seguente nella chiesa di S. Gaetano, compì a Padova gli studi nel seminario vescovile, pareggiato ai pubblici ginnasi e licei, e il quadriennio teologico nella università. Sacerdote nel 1844, dottore in filosofia nel 1852, due anni dopo era abilitato all'insegnamento di filologia greca e latina nei ginnasi e licei. Insegnò per dieci anni, nel ginnasio liceo vescovile patavino, grammatica, umanità, filosofia e filologia, e ne fu quindi preside per tre anni. Contemporaneamente il C. fu, per quattro anni, assistente e poi supplente di G. Barbieri, titolare di filologia latina e di estetica nella università di Padova. Dal novembre 1857 si trasferì - forse per ragioni familiari - a Venezia come insegnante effettivo di filologia latina e preside provvisorio nel ginnasio liceo S. Caterina (poi Marco Foscarini), divenendone preside titolare nell'agosto 1861.

Dal 1864 fu membro del Consiglio scolastico e ispettore per tutti i ginnasi del Veneto, nomina poi annullata, nel 1866, con la soppressione dell'ufficio da parte della nuova autorità italiana. Il C. ebbe una pensione, ma rientrò nel Consiglio l'anno successivo, svolgendo anche la funzione di esaminatore presso il liceo Foscarini fra il 1868 e il 1869. Richiamato dal vescovo di Padova alla presidenza del liceo seminarile per armonizzarne i programmi e le strutture ai nuovi orientamenti scolastici del Regno d'Italia, dal 1870 al 1876 il C. si dedicò alla riorganizzazione della scuola. Nell'anno accademico 1875-76 ebbe l'incarico di un corso di lettere latine nell'università di Padova, e nel 1879 vi divenne ordinario, succedendo all'abate P. Canal; nel 1878, intanto, era stato nominato anche canonico onorario dell'università. Insignito dal governo austriaco del titolo di nobile cavaliere della Corona di ferro, fu quindi cavaliere della Corona d'Italia, membro onorario della Società letteraria dell'Areopago di Genova, socio ordinario dell'Accademia dei Concordi in Bovolenta, socio corrispondente dell'Ateneo di scienze, lettere ed arti di Bassano, dell'Accademia dei Concordi di Rovigo, dell'Ateneo veneto, dell'Accademia patavina, dell'Accademia di Arezzo e dell'associazione dei Benemeriti italiani di Palermo (le onorificenze, esclusa quella austriaca, sono scrupolosamente ricordate in un curriculum vitae redatto dallo stesso C. per il concorso universitario).

La fama del C. è legata principalmente alla elaborazione del Lexicon totius Latinitatis del Forcellini, il cui progetto di revisione era da alcuni decenni l'obiettivo dei responsabili del seminario di Padova. Il C. stesso, durante gli anni universitari, era stato orientato negli studi verso questo scopo: la sua tesi di laurea, infatti, era dedicata alla ricerca dei criteri informativi per una nuova edizione del grande lessico latino. Il 4 ag. 1854 il C. espose, in una pubblica conferenza, alcuni principi metodologici del rifacimento. Nell'ottobre 1856 fu redatto il manifesto di sottoscrizione della rinnovata edizione del Forcellini, curata, emendata e accresciuta appunto dal Corradini. Lasciò l'opera, che incominciò a uscire nel 1864 e alla quale aveva dedicato un trentennio di attento lavoro, incompiuta al verbo repuerasco, e la pubblicazione interrotta alla parola remugio (IV, p. 81) la completò, con i voll. V e VI, G. Perin dal 1898.

Il C. morì a Padova l'8 luglio 1888.

Il programma prevedeva un periodo di sei anni per la redazione dell'opera: il calcolo si rivelò del tutto ottimistico, come pure errata la valutazione economica del costo dell'opera, che, secondo il rettore del seminario A. M. Fabris, avrebbe potuto consentire un guadagno fra le 112.000 e 326.200 lire. Essa risultò invece passiva e determinò una forte perdita per il bilancio della curia. L'apporto del C., che poté lavorare su una edizione del lessico forcelliniano postillata da G. Furlanetto, fu rilevante per la revisione totale dell'opera. Utilizzò le risultanze della filologia tedesca nella definizione critica dei testi classici, attinse dalla raccolta di iscrizioni del Mommsen, del Henzen, del Renièr, ampliò l'inclusione di termini latini usati dagli scrittori fino al IV sec. d. C., dette un diverso ordine all'impianto delle voci, separando i nomi propri degli dei, degli uomini e dei luoghi dal lessico. Un Onomasticon fu aggiunto poi dal suo continuatore, G. Perin. Nel Lexicon le voci derivanti da altre lingue sono succintamente annotate, mentre quelle derivanti o comuni alla lingua greca vengono spiegate con il termine greco corrispondente. Furono, quindi, espunte diverse false lezioni inserite nell'edizione forcelliniana, mentre sono aggiunti molti participi di verbi, prima omessi. Il C., inoltre, esercitò sui passi di autori un'azione emendatrice di singoli termini. Le voci sono distinte in due parti: una grammaticale, comprendente elementi prosodici, etimologici e sintattici; l'altra, dal C. definita "filosofica", rivolta ad una più esatta ed estesa interpretazione delle parole.

Negli stessi anni V. De Vit andava redigendo il suo lessico, ma il C., quasi a sottolineare l'originalità del suo lavoro, ribadiva nel curriculum vitae l'assoluta mancanza di rapporto con l'opera del rosminiano latinista. Al suo apparire il lavoro del C. fu apprezzato dal Tommaseo, dall'allora "pontefice" della tradizione umanistica torinese T. Vallauri, dalla Civiltà cattolica; il Georges, invece, espresse alcune riserve in una recensione nel Philologischer Anzeiger, III (1871). Il C. pubblicò, inoltre, l'Africa del Petrarca, rivista su un codice marciano (Padova 1874): interessante è la ricostruzione delle fonti storiche, Sallustio, Livio, Floro ecc., dalle quali il Petrarca aveva attinto per il suo poema. Fu anche autore di versi latini e di orazioni sacre e commemorative, e le sue opere furono quasi tutte pubblicate dalla tipografia del seminario vescovile di Padova.

Culturalmente il C. appartenne alla tradizione umanistica degli ecclesiastici che coltivavano il "bello stile" latino, senza ispirazione interiore né autentico senso storico: ma l'esigenza di elaborazione del lessico lo pose in contatto con la filologia tedesca, e al gusto letterario, ereditato dal Barbieri, si accompagnò nel C. il rigore della precisione e la valutazione critica del testo, che riversò nella lunga e laboriosa opera di rifacimento del Lexicon.

Scritti: Della vera e perfetta umiltà. Codice ms. del MDLXIII illustrato e in parte tradotto, Padova 1844; Versi, latini e ital., ibid. 1848; Sui miglioramenti da farsi al Lessico forcelliniano. Dissertaz. e tesi ch'ei si propone a difendere nella sua promoz. alla laurea dottorale in filosofia nella I. R. Università di Padova il giorno 2 sett. 1852, ibid. 1852; Compendio della grammatica generale filologica, ibid. 1852; Manuale di filologia classica latina, ibid. 1852; Primi elementi di filologia latina, ibid. 1854; Quid praestabitur in nova Forcelliniana Lexici editione quam Seminarium Patavinum suscipit exsequendam. Oratio publice habita prid. Non. Aug. ann. MDCCCLIV, Patavii 1854; Elogio funebre di mons. V. Scarpa, maggio 1854, Padova 1854; Codice ms. contenente i Fioretti di s. Francesco, illustrato dall'ab. F. Corradini, ibid. 1855; In funere Modesti Farina episcopi Patavini habita in Ecclesia cathedrali Patavina XVI Cal. Jun. A. MDCCCLVI, Patavii 1856; Intorno la umiltà di s. Antonio di Padova. Discorso, Venezia 1859; Carmina, Venetiis 1863; Lexicon totius Latinitatis I. Facciolati, Aeg. Forcellini et I. Furlanetti Seminarii Patavini alumnorum cura, opera et studio lucubratum, nunc demum iuxta opera R. Klotz, G. Freund, L. Döderlein altorumque recentiorum auctius, emendatum, melioremque in formam redactum, curante doct. Francisco Corradini eiusdem Seminarii alumno, I-IV, Patavii 1864-1888; Parole in morte di D. G. Ugo, Padova 1872; Discorso nella distrib. dei premi alle alunne delle scuole femminili di Monselice, Monselice 1872; Africa Francisci Petrarchae nunc primum emendata curante Francisco Corradini, Padova 1874. Sul Lessico Forcelliniano che si pubblica nel Seminario di Padova. Lettera mandata al ch. prof. M. D. V., ibid. 1878; Di una recente opinione sulle Georgiche di Virgilio. Memoria, ibid. 1883; Per quali ragioni Orazio cominciò la sua carriera poetica con le Satire e coi Giambi, ibid. 1886; Lettera al pr G. Baldan, ibid. 1889; Per una lapide in onore del b. Gregorio Barbarigo murata nell'Oratorio di villa Lampertico, già dei co. Conti, a Montegaldella. Lettere due al sen. Fedele Lampertico, Vicenza 1904 (nozze Feriani-Lampertico).

Il C. pubblicò ancora in Padova, dal 1871 al 1879, quattordici fascicoli dell'epistolario del prof. Barbieri, che contengono lettere per la massima parte inedite di Foscolo, Monti, Pindemonte, Vittorelli, Manzoni Cesarotti, Sismondi; collaborò alla pubblicazione dell'epistolario di Egidio Forcellini e Natale Dalle Laste (Padova 1876); curò l'edizione delle Biografie di veneziani illustri di G. Ghilini (Padova 1885).

Fonti e Bibl.: Thiene, Parrocchia di S. Gaetano, Libro XVIII dei battezzati dal 1812 al 1822; Annuario della R. Univers. degli studi di Padova, anno accad. 1888-89, pp. 262 s.; F. Pellegrini, Commemor. del prof. ab. F. C. letta nella tornata del 23 maggio 1889 del Veneto Ateneo, Venezia 1889; M. Dalla Valle, In memoria di mons. F. C., in La Scintilla (Venezia), luglio-agosto 1889, nn. 28, 30, 31; S. Serena-L. Todasco, Il Seminario di Padova, Padova 1911, pp. 210 s., 355; G. Brognoligo, La cultura veneta, in La Critica, XIX (1921), pp. 165 ss.; G. Gervasoni. Linee di storia della filol. classica in Italia, Firenze 1929, pp. 114 ss.; G. Bellini, Sacerdoti educati nel semin. di Padova, distinti per virtù scienza posizione sociale, Padova 1951, pp. 125-31.

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