Martini, Francesco di Giorgio

Enciclopedia on line

Pittore, scultore, architetto (Siena 1439 - ivi 1501). La sua poliedrica attività ha fatto presupporre una giovanile frequentazione dell'ambiente del Taccola, l'Archimede senese, oltre che una più specifica formazione presso il Vecchietta. La prima opera a lui riferita è una statua lignea del Battista (1464; Siena, Museo dell'opera del duomo) e, in campo pittorico, si è voluta vedere la sua mano in una serie di miniature, delle quali la più significativa è una pagina del De animalibus di Alberto Magno (1463-64; Siena, Museo A. Castelli, basilica dell'Osservanza). Nel 1469 inizia il sodalizio artistico con Neroccio di Lando ed è nominato operaio dei bottini (soprintendente alla rete idrica senese). Degli anni della società con Neroccio sono due dei dipinti più noti di M.: l'Annunciazione (1470-72) e l'Incoronazione della Vergine (1472-74), nella Pinacoteca nazionale di Siena. Dal 1475, a parte la bellissima Natività di Cristo con i ss. Bernardo e Tommaso (1475, Siena, Pinac. naz.), unica opera firmata, è documentata soprattutto la sua attività d'ingegnere militare e di architetto; dal 1476 alla corte di Urbino, al servizio di Federico e poi di Guidubaldo da Montefeltro, continua i lavori del Palazzo ducale (ali prospicenti la piazza, giardino pensile), lavora al duomo (rilievi fatti da G. Valadier prima del rifacimento), al convento di S. Chiara e alla chiesa di S. Bernardino; lavora al Palazzo ducale di Gubbio e dà il disegno per il Palazzo pubblico di Jesi; progetta un sistema di rocche e fortificazioni (Sassocorvaro, 1476-78; San Leo, 1479; Cagli, 1481; Mondavio, dal 1482) e scrive, tra il 1479 e il 1481, un Trattato di architettura civile e militare, con un importante complemento grafico illustrativo (Torino, Bibl. reale; una seconda versione, che nel codice della Bibl. naz. di Firenze è accompagnata da una traduzione di Vitruvio e da altri disegni di arte militare, è databile al 1492). Nel 1485 presenta il modello di S. Maria delle Grazie al Calcinaio, presso Cortona. Ricopre cariche importanti in patria e la sua attività fuori di Siena ha spesso risvolti diplomatici. Nel 1490 è a Milano e a Pavia, dove incontra Leonardo; presta i suoi servigi a Giovanni Della Rovere, a Ferdinando d'Aragona, duca di Calabria, agli Anziani di Lucca. La produzione pittorica e scultorea, complicata dall'incertezza documentaria e dalla presenza di aiuti (G. Cozzarelli, Pietro Orioli), sembra più limitata ma si debbono ricordare i bassorilievi del primo periodo urbinate (Compianto sul Cristo, Venezia, S. Maria del Carmine; Flagellazione, Perugia, Gall. naz. dell'Umbria; Allegoria della discordia, Londra, Victoria and Albert Mus.), gli Angeli reggicandelabro (1489-90), la pala con Natività di Cristo (1490-95, Siena, S. Domenico), la decorazione monocroma della capp. Bichi in S. Agostino (1493 circa), Cristo spogliato sul Calvario (1501 circa; Siena, Pinac. naz.). La ricerca di M. è caratterizzata da un costante sperimentalismo che innesta sulla tradizione senese, arricchita dalla presenza nella città di artisti come Girolamo da Cremona e Liberale da Verona, aspetti congeniali dell'arte fiorentina (da Donatello ad A. Pollaiolo, al Verrocchio, a Filippo Lippi, da Brunelleschi a L. B. Alberti) e del mondo urbinate. Il suo studio dell'architettura antica, evocata in modi fantastici nei dipinti, rivela l'interesse prevalentemente strutturale caratteristico delle sue realizzazioni.

CATEGORIE
TAG

Giovanni della rovere

Ferdinando d'aragona

Girolamo da cremona

Liberale da verona

Alberto magno