FIORENTINO, Francesco

Enciclopedia Italiana (1932)

FIORENTINO, Francesco


Filosofo, nato a Sambiase (Catanzaro) il 1° maggio 1834, morto a Napoli il 22 dicembre 1884. Dopo aver insegnato nel liceo di Maddaloni, fu dal 1862 professore all'università di Bologna, donde passò nel 1871 a quella di Napoli e nel 1877 a quella di Pisa.

Dopo aver subito l'influsso del Galluppi e del Cousin, s'entusiasmò per il Gioberti e dalla lettura delle sue opere fu indotto a uno studio dalla filosofia patristica, da cui nacquero alcune versioni di testi di S. Bonaventura, S. Anselmo e S. Agostino (Messina 1858). Ancora fervente cattolico, era tuttavia a poco a poco indotto ad abbandonare tale abito mentale per il suo vivacissimo interesse alla storia della cultura nazionale, che lo portava a propugnare nuove indagini sullo sviluppo del pensiero italiano e a svolgere egli stesso ricerche, come il saggio sul Bruno (Il panteismo di G. Bruno, Napoli 1861), in cui alto si manifestava lo sdegno contro l'oppressione dogmatica del pensiero. S'intende così come, subito dopo, potesse subire l'influsso di Bertrando Spaventa, che per un lato gli fece sentire la necessità di allargare e di approfondire la sua cultura nel campo della filosofia antica e moderna (Saggio storico sulla filosofia greca, Firenze 1864; E. Kant e il mondo moderno, in Civiltà italiana, 1865; Lettere sopra la Scienza nuova, ibid.) e dall'altro l'orientò verso quella meta ideale del hegelismo, che nettamente traspariva nella prolusione Religione e filosofia (1867), dove il concetto hegeliano del superamento della religione da parte della filosofia s'affermava, nonostante tentativi di attenuazione, contro residue esigenze cattoliche. Ma i rigori ideali del hegelismo non erano per il F., temperamento piuttosto di rievocatore e ripetitore entusiasta che non di elaboratore originale: di qui il suo conclusivo orientamento verso una forma di kantismo, che per la sua tendenza a restringere la critica della ragione a teoria della scienza empirica e a lasciar così da parte tutto il più profondo inquadramento metafisico del sistema inaugurava in Italia l'età dell'empirizzante neokantismo (tipico, per l'intensificarsi della tendenza all'empirismo e quasi al positivismo, il divario fra le due edizioni, del 1877 e del 1880, del suo manuale scolastico Elementi di filosofia, di cui v. ristampa a cura di G. Gentile, voll. 2, Napoli 1907). Tale sua natura piuttosto ricettiva che creativa fece d'altronde del F. un diligente storico della filosofia, che la debolezza del nerbo critico compensò con l'accuratezza filologica (vanno particolarmente ricordati, tra gli scritti di storia del pensiero, il Pomponazzi, Firenze 1868, il Telesio, voll. 2, Firenze 1872-74 e il frammento postumo sul Quattrocento, a cura di V. Imbriani, Napoli 1885: v. anche la raccolta Studi e ritratti della Rinascenza, a cura della figlia Luisa, Bari 1911, e il Manuale di storia della filosofia ad uso dei licei, in 3 voll., Napoli 1879-81, 2ª ed. 1887, ristampato e integrato da A. Carlini, in 3 voll., 3ª ed., Firenze [1924-29]): e la serietà della sua passione storicofilosofica esercitò larga efficacia, richiamando molti a tali studî.

Bibl.: Bibliografia degli scritti in Onoranze funebri a F. F., Napoli 1885. Sul F. v.: A. C. De Meis, F. F., Bologna 1884; S. Ferrari, Bruno, Fiorentino, Mamiani, Mantova 1887; G. Gentile, nella prefazione alla cit. rist. degli Elementi; id., in Critica, IV (1906), pp. 483-94 e IX (1911), p. 113 segg.; id., Le origini della filosofia contemporanea in Italia, III, i, Messina 1921, pp. 14-50.

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