Francesco II d'Asburgo-Lorena I come imperatore d'Austria

Dizionario di Storia (2010)

Francesco II d'Asburgo-Lorena I come imperatore d'Austria


Francesco II d’Asburgo-Lorena

I come imperatore d’Austria Imperatore del Sacro romano impero (Firenze 1768-Vienna 1835). Figlio di Leopoldo di Asburgo-Lorena, granduca di Toscana e poi Leopoldo II imperatore, e di Maria Luisa, figlia di Carlo III di Spagna, fu inviato nel 1784 a Vienna, dove la sua educazione fu affidata alle cure di Giuseppe II, suo zio, che si sforzò di comunicargli il suo entusiasmo per le riforme; egli tuttavia si mostrò sempre incline a una politica conservatrice. Salito nel 1792 sul trono imperiale, s’impegnò nella prima coalizione contro la Francia, anche dopo la defezione prussiana, finché non fu costretto alla Pace di Campoformio (1797). La perdita del Milanese e dei Paesi Bassi era parzialmente compensata dall’acquisto del Veneto; tuttavia Francesco s’irrigidì sempre più nella sua volontà di lotta contro Napoleone. Dopo la sconfitta della terza coalizione, dovette con la Pace di Presburgo (1805) cedere le regioni già appartenenti alla Serenissima all’imperatore dei francesi, che ingrandì, col Veneto, il regno d’Italia; altri territori asburgici andavano alla Baviera. Nel 1804 Francesco assunse il titolo d’imperatore d'Austria: questo importante atto costituzionale, lasciando immutato il rapporto fra i popoli della monarchia, che diveniva anche formalmente ereditaria, dava risalto al fattore dinastico, per la coesione e l’accentramento dello Stato. Con la dissoluzione del Sacro romano impero (1806), Francesco I d’Austria era escluso dalla Germania; ma nel vortice delle guerre napoleoniche si creava tra i popoli asburgici un nuovo legame, la coscienza, cioè, di una patria comune da difendere contro l’espansionismo francese: era una sorta di sentimento nazionale, d’impronta conservatrice e tradizionalista. Nei confronti di Napoleone, per salvare la monarchia dall’estrema rovina, F. acconsentì nel 1810 a dargli in sposa la propria figlia Maria Luisa e partecipò alla campagna contro la Russia. Poi con abile politica guidata dal principe di Metternich, nel 1813 entrò nella grande alleanza, decisiva, contro l’imperatore dei francesi, divenendo l’antesignano dell’Europa monarchica e conservatrice. In seguito ai deliberati del Congresso di Vienna fu rafforzata molto, sia politicamente sia territorialmente, la posizione dell’impero in Germania e in Italia. Entrato a far parte della Santa alleanza, si oppose metodicamente a ogni tentativo di suggerimento di elargire delle riforme, convinto che una tale politica non avrebbe portato ad altro che a rendere instabile la compagine statale. Il suo sforzo di retta amministrazione finì con lo scavare sempre più profondi solchi tra le popolazioni dell'impero, che tradizioni diverse o problemi di struttura e di nazionalità rendevano inquiete nei confronti della livellatrice burocrazia austriaca. Burocrate egli stesso, credeva di poter eludere l’avvento del nuovo clima politico e spirituale, maturato con la Rivoluzione francese, con una meticolosa osservanza letterale dei regolamenti vigenti, con la censura e con l’oppressione della libertà di parola e di pensiero. Di qui l’aspetto poliziesco assunto dal suo governo, specie nei territori periferici divenuti aspramente antiaustriaci. Tale ostilità fu il risultato più vistoso dell’anacronismo del suo regime rigidamente paternalistico. Dalla seconda delle sue quattro mogli, Maria Teresa, figlia di Ferdinando I re delle Due Sicilie (le altre tre furono Elisabetta di Württemberg, Maria Ludovica di Austria-Este e Carolina di Baviera) ebbe tredici figli, tra cui il successore Ferdinando I.

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