RÁKÓCZI, Francesco II

Enciclopedia Italiana (1935)

RÁKÓCZI, Francesco II

Giulio de Miskolczy

Figlio di Francesco I e di Elena Zrinyi, nacque a Borsi il 27 marzo 1676. In età tenerissima fu presente col patrigno, Emerico Thököly, all'infelice impresa dei Turchi contro Vienna (1683), poi, al fianco dell'eroica madre, prese parte alla difesa della fortezza di Munkács (Mukačevo) contro le truppe imperiali. Dopo la caduta della fortezza (1688) R. e la sorella Giulia passarono sotto la tutela dell'imperatore e re Leopoldo, che affidò l'educazione del giovane al vescovo Kollonich, partigiano dell'assolutismo imperiale. Ultimati gli studî al collegio gesuitico di Neuhaus (Jindrichuv Hradec) e all'università di Praga, R. fece un viaggio in Italia, poi rientrò in Ungheria e si unì in matrimonio con Carlotta Amalia, figlia del conte di Assia-Rheinfels. Nel 1697 venne creato principe dell'Impero.

L'assolutismo ferreo del governo di Leopoldo e la miseria indescrivibile del paese tenevano in subbuglio il popolo magiaro, ma R. per allora si tenne lontano dai movimenti insurrezionali mal preparati, benché nell'animo suo fosse maturata l'idea - alimentata anche dall'amicizia col conte Nicola Bercsényi - che per la sua origine principesca, per la sua autorità e per il suo immenso patrimonio egli stesso era destinato a mettersi alla testa di un'insurrezione nazionale. Alla vigilia della lotta per la successione di Spagna, Luigi XIV prese contatto con R. (1700-01), ma il loro carteggio fu consegnato alla corte viennese dal tenente Longueval. Il nobile ungherese venne incarcerato e sarebbe stato giustiziato, se sua moglie non fosse riuscita a farlo evadere in Polonia. Nel 1703 scoppiò una rivoluzione nell'Ungheria superiore e R., vedendo che il paese era rimasto quasi incustodito militarmente a causa della guerra contro la Francia, si mosse insieme con Bercsényi verso l'Ungheria. Prima le masse rurali, poi anche la piccola nobiltà e parte dell'alta aristocrazia - primo fra tutti A. Károlyi - si schierarono dalla parte del principe, che in poche settimane occupò il regno ungherese fino al Danubio, poi, nella primavera del 1704, anche gran parte delle contrade oltredanubiane. R. fu l'anima della lotta, che si protrasse per otto anni; ne fu l'organizzatore, nonché il capo diplomatico e politico. Nel 1704 venne eletto principe di Transilvania e nel 1705 "principe comandante degli ordini associati". Le trattative intavolate col governo viennese e continuate con la mediazione degli ambasciatori d'Olanda e d'Inghilterra, per la richiesta dell'indipendenza della Transilvania, del ripristino dello "ius resistendi" e della garanzia di potenze estere, non riuscirono, perché tali richieste parvero inaccettabili alla corte imperiale. Le truppe di R., accanto a splendide vittorie, avevano riportato anche sconfitte sensibili (Koronczó, Nagy Szombat [Trnava], Zsibó); il principe, per assicurare le sorti della lotta, cercò di stringere un'alleanza formale con Luigi XIV, che fino allora non aveva voluto dar seguito a tale desiderio ungherese. Nella vana speranza dell'alleanza francese la dieta di Onod (1707) dichiarò decaduta la dinastia d'Asburgo, troncando la possibilità di un accordo. I "kuruc", l'esercito di R., nel 1708 subì una grave sconfitta presso Trencsén (Trenčín) e andò sempre più scompigliandosi. Il principe cercò ancora di procurarsi l'appoggio di varie potenze straniere, tra l'altro quello di Pietro il Grande di Russia; poi lasciò il paese, e il suo sostituto, A. Károlyi, venuto ad un accordo col generale imperiale conte G. Pálffy, nel 1711 concluse la pace di Szatmár (Satu-Mare) e sul campo di Nagymajtény (Moftinul-Mare) depose le armi. R. non accettò mai questo trattato di pace; prima andò in Polonia, poi in Inghilterra e in Francia, e nel 1717 si recò in Turchia, allora in lotta con l'imperatore. Dal 1720 in poi visse con i suoi fedeli a Rodosto, sulle rive del Mar di Marmara e ivi morì l'8 aprile 1735. I suoi sacrifici e le sue virtù fecero di lui un eroe nazionale del popolo ungherese.

Bibl.: Histoire des révolutions de Hongrie, avec les mémoires du Prince Fr. R., L'Aia 1739 (l'autobiografia di R. venne pubbl. a Budapest nel 1876); A. Márki, Il R. F., Budapest 1907-10; L. v. Hengelmüller, F. R. und seine Kampf für Ungarns Freiheit, Stoccarda e Berlino 1913; J. Fiedler, Actenstücke zur Geschichte F. R.s und seiner Verbindungen mit dem Auslande, in Fontes rerum Austriacarum, 1855; Archivum Rakoczianum, Budapest 1872-89; G. Szekfü, A számüzött R. (R. esiliato), ivi 1913; E. Lukinich, A szatmári béke története és okirattára (Storia e documenti della pace di Szatmár), ivi 1925.

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