BOZZELLI, Francesco Paolo

Enciclopedia Italiana (1930)

BOZZELLI, Francesco Paolo

A. Fe.
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Uomo politico e scrittore, nato a Manfredonia il 22 aprile 1786, morto a Posillipo il 2 febbraio 1864. A Napoli studiò diritto; indi occupò cariche presso il Consiglio di stato e presso la Sopraintendenza generale di salute. Propugnatore delle idee liberali, prese parte ai moti del 1820; imprigionato e poi proscritto nel 1822, si stabilì a Parigi dove, salvo due brevi soggiorni a Londra, rimase sino al 1837. Tornato a Napoli, e ripresa la carriera forense, fu di nuovo imprigionato nel 1844, ma riebbe presto la libertà. Nel 1848, cambiata la politica di Ferdinando II, divenne ministro dell'Interno e redasse lo statuto del regno promulgato il 10 febbraio; ma nel maggio, ritornato al potere dopo un breve intervallo, servì la causa della reazione. Nel 1849 si ritirò a vita privata.

Delle sue opere, la più notevole è certo l'Essai sur les rapports primitifs qui lient ensemble la philosophie et la morale (Parigi 1825, ristampato nel 1830 col titolo De l'union de la philosophie avec la morale), in cui il B. si propose di raggiungere una sistemazione dei concetti etici analoga a quella che per la gnoseologia era stata data dall'empirismo. E dalla sensazione parte anche il B., mostrando in essa connessi l'elemento rappresentativo e quelli del dolore e del piacere, e respingendo la concezione negativa di quest'ultimo come mera cessazione del dolore. Solo come assoluta tendenza al piacere, anzi, può spiegarsi per il B. l'attività del volere: mentre quella del giudizio consiste appunto nel paragone, che si fa, delle due sensazioni del piacere e del dolore, e nella conseguente posizione della prima come termine della volontà. Agl'innumerevoli aspetti possibili di questo piacere previsto corrisponde l'infinita varietà del volere umano; né tale universale condizionamento del volere umano rispetto al piacere esclude per il B. la libertà, ché questa è concepibile, e non negata dalla dottrina, solo quando sia intesa come libertà d'agire, mentre un'astratta libertà di volere non potrebbe esser pensata che come libertà di volere il dolore, e ciò importerebbe contraddizione, escludendosi a vicenda dolore e volontà. L'etica del B. è quindi prettamente edonistica: e se, dopo le dottrine di Adamo Smith e dell'Helvetius, non ha gran pregio di novità, ne costituisce tuttavia un'organica rielaborazione, a cui non fanno difetto l'acume e la rigorosa coerenza.

Tra le altre opere del B. sono da ricordare le seguenti: Esquisse politique sur l'action des forces sociales dans les différentes espèces de gouvernement, pubblicato anonimo da un amico del B., a cui egli aveva inviato il manoscritto, a Bruxelles nel 1826; De l'esprit de la comédie et de l'insuffisance du ridicule pour corriger les travers et les caractères, Parigi 1832; Della imitazione tragica presso gli antichi e i moderni, voll. 2, Lugano 1838 e più volte ripubblicato). Molti altri brevi saggi e memorie il B. inserì inoltre in riviste straniere e negli Atti della R. Accademia delle scienze morali di Napoli.

Bibl.: L. Trotta, Schizzo biografico di F. P. B., Torino 1871; F. Giordani, in Rassegna nazionale, 1907, pp. 490-498; B. Croce, F. P. B. e Giacinto de Sivo, in Atti dell'Accad. Pontaniana, 1918, p. 26 segg.; G. Paladino, in Rassegna storica del Risorgimento, 1918, pp. 723-726; S. Gaetani, Un carteggio inedito di F. P. Bozzelli (1786-1864), in Rassegna storica del Risorgimento, 1922, p. 44 segg.; G. Gentile, Storia della filosofia italiana dal Genovesi al Galluppi, 2ª ed., I, Milano 1930, pp. 235-69.

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