CAPUANA, Franco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 19 (1976)

CAPUANA, Franco

M. Chiara Pesci

Nato il 29 sett. 1894 da Giuseppe e da Maria Michela Guarino a Fano, dove il padre, capomusica militare, si trovava dislocato, discendeva dalloscrittore Luigi Capuana. Giovanissimo, iniziò lo studio della musica, seguendo l'esempio delle sorelle Maria (affermatasi come cantante lirica in Italia e all'estero) e Celeste (apprezzata concertista e insegnante di pianoforte al conservatorio di Napoli). Nel 1905, appena undicenne, vinse una borsa di studio per l'ammissione come alunno interno al corso di armonia e composizione al conservatorio di S. Pietro a Majella in Napoli, ma per mancanza di posti frequentò per due anni la classe di corno del maesrto De Angelis, seguendo privatamente il corso d'armonia di C. De Nardis, nella cui classe passò poi in seguito come interno. Studiò anche pianoforte, con A. Longo, storia della musica con M. D'Arienzo, ed estetica musicale con F. Torrefranca. Il 6 maggio 1915, ancora studente, vinse il premio di composizione Gianturco e, diplomatosi nel giugno dello stesso anno, presentò per il saggio finale una Scena lirica, molto apprezzata dalla commissione; fece poi rappresentare con successo l'operetta La piccola irredenta (Napoli, teatro Eldorado, ottobre 1915), che ebbe quale protagonista la celebre cantante F. Cristoforeanu.

Già nell'inverno 1915 le innate qualità del C., valorizzate ed evidenziate dalla rigida preparazione ricevuta negli anni di permanenza nel conservatorio napoletano, gli consentirono di firmare il suo primo contratto come sostituto del maestro F. Ghione a Reggio Emilia. Nel 1916 fu al teatro Storchi di Modena quale sostituto di G. Armani, e venne presto richiesto da altri teatri. Nel 1917, dopo essere stato sostituto di G. Padovani, G. Zuccani e F. Deliliers, fu invitato da P. Mascagni per la concertazione di Lodoletta a La Spezia. Dopo una forzata interruzione nell'aprile 1918, perché chiamato a prestare il servizio militare, fu nuovamente richiesto da Mascagni che lo volle come suo sostituto al Lirico di Milano per le prime rappresentazioni in quella città di Lodoletta e Guglielmo Ratcliff. Scritturato nell'agosto dello stesso anno come sostituto del maestro Armani al teatro Grande di Brescia, diresse con grande successo di critica e di pubblico la ripresa, in sostituzione del direttore titolare, della Fanciulladel West di Puccini e della Manon di Massenet. Seguitò nel frattempo a dedicarsi alla composizione, e scrisse le opere Il Falcone e Varsavia e una sonata per violino e pianoforte. Tornò poi al Lirico di Milano con Mascagni, che lo scritturò come suo primo sostituto al S. Carlo di Napoli imponendolo alla direzione del teatro per la stagione 1918-1919.

Fu in questa occasione che l'autorevole impresario Laganà, intuite le qualità del giovane maestro, gli affidò la direzione e concertazione della Bohème, per la quale venne scritturata un'ottima compagnia di canto. Passò poi all'Arena di Verona come sostituto di E. Panizza, quindi al Donizetti di Bergamo, ove diresse l'opera I dispettosiamanti di E. Wolf Ferrari, nuova per l'Italia, e nel settembre 1919 firmò il suo primo contratto come direttore per la messa in scena a Voghera della MadamaButterfly. Iniziò da questo momento un'intensa attività direttoriale per lo più in teatri di provincia, ove poté svolgere un prezioso tirocinio che gli consentì di affrontare presto il pubblico dei teatri maggiori. Continuò frattanto a dedicarsi alla composizione e nel 1920 partecipò ad un concorso bandito dal comune di Milano per una composizione su testo di A. Graf, vincendo il primo premio con la cantata AttollitePortas per soli, coro e orchestra eseguita al Castello Sforzesco. Nel 1921, partecipò al concorso bandito dal Primato artistico italiano di Milano e ottenne il primo premio con quattro liriche per canto e pianoforte su testo di G. Carducci e G. Pascoli. La critica aveva intanto riconosciuto le sue qualità di finissimo concertatore, mettendo in rilievo la sua abilità di interprete rigoroso e brillante, e dopo essere stato scritturato a Cremona, Carpi, Finale Ligure e Correggio, fu inviato per la stagione di carnevale 1921-22 al teatro Biondo di Palermo dove diresse tra l'altro un memorabile Lohengrin e un ammiratissimo Barbiere di Siviglia con Elvira de Hidalgo; fu poi a Piacenza, Brescia, Osimo e al teatro Storchi di Modena, ove nell'ottobre 1922 oltre all'Otello verdiano e ad altre opere di repertorio diresse in prima esecuzione assoluta Procella e Il Campanaro di Camalò di L. Gazzotti. Al Carlo Felice di Genova diresse nel maggio 1923 Il Piccolo Marat di Mascagni e Il Barbiere di Siviglia, poi nella stagione invernale un elogiatissimo Tristano e Isotta, Otello e Falstaff di Verdi, il balletto Il Carillonmagico di R. Pick - Mangiagalli, novità per quella città, e in prima esecuzione assoluta Sandha di F. Lattuada.

Affermatosi definitivamente in Italia, venne invitato anche all'estero e nel febbraio 1926 fu scritturato dal teatro Olympia di Barcellona per dirigere Il Piccolo Marat; il successo ottenuto gli procurò una scrittura per una tournée nei maggiori teatri spagnoli, ove presentò un vasto repertorio italiano, riscuotendo un clamoroso successo con un Rigoletto, che ebbe interpreti H. Lazaro e M. Capsir. Dopo alcune tappe in Italia, il C. venne scritturato nella stagione 1927-28 dai teatri del Cairo e di Alessandria d'Egitto. La stagione, iniziatasi con una trionfale edizione dell'Aida (nella quale la sorella Maria interpretò il ruolo di Amneris), proseguì con il Nerone di Boito, Salomè di R. Strauss e La Rondine di Puccini in prima esecuzione, il Pelléaset Mélisande di C. Debussy, con gli artisti dell'Opéra Comique di Parigi, per la cui eccezionale direzione gli furono conferite le "Palme accademiche" dell'Academie des beau-xarts di Francia. Rientrato in Italia (1928), tornò a dedicarsi al repertorio wagneriano dirigendo con ottimi consensi I Maestri cantori diNorimberga. A Trieste diresse, nuova in Italia, Sly di Wolf Ferrari con Gina Cigna. Dal dicembre 1928 al marzo 1929 fu al Regio di Torino, dove inaugurò la stagione con Falstaff interpretato da Mariano Stabile, cui fecero seguito Lucia diLammermoor con Toti Dal Monte e A. Pertile, Il Conte Ory di Rossini, Il Re di U. Giordano in prima esecuzione per Torino, L'Amoremedico di Wolf Ferrari, novità assoluta, e una memorabile Elettra di R. Strauss con G. Tess e Maria Caniglia: conquistò il pubblico torinese, cui era sconosciuto, con la sua "bacchetta energica sicura e svelta" dimostrandosi quale interprete ormai padrone dei propri mezzi espressivi oltre che artista estremamente versatile. Scritturato nel maggio 1929 al teatro Colón di Buenos Aires, riportò una serie di trionfi personali dirigendo, tra l'altro in prima esecuzione per il pubblico argentino, Il Re di Giordano con T. Pasero e Le Preziose ridicole di F. Lattuada con G. Dalla Rizza.

Tornato in Italia, fu chiamato di nuovo al Regio di Torino per dirigere Debora di Pizzetti e Il Vascello Fantasma diWagner; poi nel marzo 1930 al S. Carlo di Napoli; e tale fu il successo riportato con la messa in scena della Turandot, dell'Adriana Lecouvreur e della novità assoluta Il PiccoloLord di F. Alfano (con M. Favero, A. Pertile e R. Stracciari) che nel dicembre dello stesso anno fu nominato direttore stabile del teatro; tra le molte opere dirette al S. Carlo si ricordano, oltre al Tristano e gli Ugonotti di Meyerbeer, Hoffmann di G. Laccetti, Gloria di F. Cilea ed una memorabile Luisa di C. Charpentier, per la cui esecuzione, dietro proposta dell'autore, fu insignito della croce di cavaliere della Legion d'onore. Nell'ottobre 1933 fu scritturato dall'EIAR per le sedi di Torino e Roma dove diresse la prima esecuzione in forma sperimentale della Donnalombarda di A. Cicognini. Per la stagione di carnevale del 1933-34 diresse al teatro Verdi di Trieste Linda di Chamonix di Donizetti con T. Dal Monte, R. Stracciari e G. Manurita, La Campanasommersa di O. Respighi e un memorabile Tristano eIsotta per il quale venne chiamato oltre trenta volte alla ribalta. Negli anni seguenti svolse un'intensa attività in vari teatri d'Italia, dirigendo tra l'altro le prime rappresentazioni della Marfisa di C. Ratta, della Giuditta di A. Honegger e del balletto, Aeneas di A. Roussel al S. Carlo di Napoli; contemporaneamente continuava la sua collaborazione all'EIAR.

Nel dicembre 1937 il C. venne chiamato alla Scala per dirigervi Goyescas di Granados. Negli anni di permanenza nel teatro milanese egli diresse, tra l'altro, nel 1938 la prima rappresentazione assoluta della Margherita da Cortona di L. Refice e della Proserpina di R. Bianchi; nel 1939, nel primo anniversario della morte di D'Annunzio, un'eccezionale Fedra di I. Pizzetti; nel 1940 curò una eccellente edizione de Il Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi (liberamente trascritta da A. Toni) e, novità per l'Italia, L'Oca del Cairo di Mozart, ricostruita e orchestrata da V. Mortari. Nel 1949, anno peraltro della sua nomina a direttore musicale dell'ente scaligero, mise in scena la novità assoluta Regina Uliva di G. C. Sonzogno e l'anno seguente, tra le altre, la Lodoiska di Cherubini, mai rappresentata in Italia, la Lucrezia Borgia di Donizetti e IlNazareno di L. Perosi in prima esecuzione. Nel 1951 nel quadro delle commemorazioni per il cinquantesimo della morte di Verdi diresse la Messa di Requiem nel duomo di Siena, Oberto conte di S. Bonifacio alla Scala e il Macbeth a Parma.

Negli anni che seguirono il periodo scaligero, la sua attività in Italia e all'estero non conobbe tregua. Inaugurò per molti anni le stagioni dei maggiori teatri italiani. Fuori d'Italia diresse a Londra, Bordeaux, Vienna (dove peraltro ruppe il contratto perché insoddisfatto della disciplina degli orchestrali), Atene, Lisbona, Losanna, Berlino, Tokio, Budapest, Zagabria, Madrid, Monaco di Baviera. Nel 1955 la sua incisione discografica de La Sonnambula vinse il Grand prix du disque Charles Cros: nel 1962 fu nominato grand'ufficiale al merito della Repubblica italiana e, sempre nello stesso anno, accademico effettivo di S. Cecilia; nel 1963 gli fu conferito il premio Illica. Morì il 10 dic. 1969 mentre stava dirigendo al S. Carlo di Napoli il Mosè di Rossini nella serata inaugurale della stagione.

Oltre alle opere precedentemente citate si ricordano anche della sua intensa attività di compositore: liriche per voce e orchestra, Romanza e Berceuse per violino e pianoforte (1916), l'oratorio La Resurrezione di Lazzaro, per soli, coro e orchestra, Messa da Requiem, per soli, coro e orchestra (1920), la fiaba in un atto Il Reuccio malinconico e un quartetto in do minore per archi.

Musicista sensibile e raffinato, sorretto da una cultura musicale di prim'ordine, il C. rivelò fin dagli inizi della sua lunga e brillante carriera direttoriale un eccezionale temperamento d'artista. Impostosi in breve tempo, pur senza sottrarsi ad un serio e laborioso tirocinio professionale, come una delle forze più vive del mondo direttoriale italiano del suo tempo, fu apprezzato anche all'estero per l'intelligenza interpretativa e la straordinaria versatilità che gli consentì di passare con estrema disinvoltura dal repertorio classico-romantico, in cui diede il meglio delle sue possibilità eccellendo soprattutto in Wagner e Strauss, alla esecuzione di autori contemporanei. Artista generoso ed entusiasta, sentì sempre profondamente la dignità del suo compito e nella sua lunga attività concepì il valore della musica, al di là del segno grafico, come una rivelazione, un'illuminazione, cui fu guida costante una salda e seria coscienza professionale.

Fonti e Bibl.: Oltre a notizie biogr. inedite fornite dalla famiglia, critiche in La Gazeta delNorte (Bilbao), 8 maggio 1926; Il Mattino (Napoli) 22 apr. 1930; L'Arena del Lunedì (Verona), 25 luglio 1938; Il Giornale di Sicilia (Palermo), 7 luglio 1939; Il Messaggero, 18 genn. 1952; Momento Sera, 5, dic. 1953; notizie e necr., in Il Corr. della Sera, 11 dic. 1969. Cfr. inoltre F. Capuana, Pag. musicali, in Il Primato artirt. ital., IV (1922), 1, pp. 43-45; N. Mancini, La mia terra, Ancona 1954, p. 207; F. De Filippis - P. Arnese, Cronache del Teatro S. Carlo(1737-1960), II, Napoli 1961, pp. 25 5.; W. Brockway-H. Weinstock, The World of Opera, New York 1962, pp. 462, 475, 494, 526, 560, 576, 612 s., 619, 630; H. Rosenthal - J. Warrack, Concise Oxford Dictionary of Opera, London 1964, p. 65; C. Gatti, Il Teatro alla Scala nella storia e nell'arte, II, Cronologia, Milano 1964, p. 281; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 291; H. Riemans Musik - Lexikon, I, p. 276; Encicl. della Musica Ricordi, I, p. 409; Encid. dello Spettacolo, II, coll. 1738-40.

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