CITTI, Franco

Enciclopedia del Cinema (2003)

Citti, Franco

Lorenzo Esposito

Attore e regista cinematografico, nato a Roma il 23 aprile 1935. Tra i più originali e convincenti artisti 'presi dalla strada', la sua significatività è legata in modo prevalente al cinema di Pier Paolo Pasolini, di cui fu uno degli interpreti emblematici.

Dopo un'infanzia e un'adolescenza nelle borgate romane, venne infatti scelto da Pasolini per il suo film d'esordio, Accattone (1961), come sostituto dell'indisponibile Franco Interlenghi; C., guidato dal grande regista, seppe imporre la sua figura longilinea e spigolosa, il suo volto scavato, le sue movenze istintive, la sua umanità al tempo stesso brutalmente selvaggia e profondamente tragica. Grazie a queste qualità che ben si sposavano con la recitazione semplice e immediata richiesta da P. anche per personaggi e situazioni complesse, C. continuò ad apparire nei film del poeta e scrittore friulano, da Mamma Roma (1962) a Edipo re (1967), da Porcile (1969) alla 'trilogia della vita' costituita da Il Decameron (1971), I racconti di Canterbury (1972) e Il fiore delle Mille e una notte (1974). Nel 1970 C. aveva inoltre interpretato quello che costituì l'esordio nella regia del fratello Sergio, Ostia. Scritto da Pasolini e dallo stesso Sergio Citti, il film, dallo stile secco e visionario, sul forte legame fra due fratelli, sfrutta alla perfezione la duplicità di C., la sua innata furia barbarica e la sua dolente tensione al dramma. Per il fratello reciterà ancora, sempre con stile teso e anarchico, ma mai di maniera, nel cupo e cinico Storie scellerate (1973), in Casotto (1977), film quasi sperimentale girato in un solo ambiente, nel metafisico Il minestrone (1981), nella serie televisiva Sogni e bisogni (1984) e nel favolistico I Magi randagi (1996).

La sua fisicità così segnata e caratterizzata dalle difficili origini, ne fece inoltre una figura perfetta per un cinema italiano minore, dai polizieschi come Uomini si nasce poliziotti si muore (1976) di Ruggero Deodato, a film appartenenti al filone demenziale come La banda del trucido (1977) di Stelvio Massi, sino ai drammi di borgata come Storia de fratelli e de cortelli (1973) di Mario Amendola. Ciò non gli impedì, tuttavia, di apparire in grandi film d'autore, come Seduto alla tua destra (1968) di Valerio Zurlini, The godfather (1972; Il padrino) e The godfather, part III (1990; Il padrino ‒ Parte III) di Francis Ford Coppola, La luna (1979) di Bernardo Bertolucci.

Nel 1997 ha esordito nella regia ("fraternamente aiutato da Sergio Citti", come si legge nei titoli di testa) con Cartoni animati, di cui è stato anche protagonista e in cui costruisce una fiera parabola sulla solitudine e sulla sparizione antropologica di una umanità intera, rendendo un lucido e accorato omaggio al pensiero e al mondo poetico del proprio maestro Pasolini. Nel 1992 ha scritto con C. Valentini una sorta di autobiografia dal titolo Vita di un ragazzo di vita.

Bibliografia

E. Siciliano, Vita di Pasolini, Milano 1978, passim.

P.P. Pasolini, Franco Citti attore da sempre, in Il Vangelo, Edipo, Medea, Milano 1991.

P.P. Pasolini, Diario al registratore, in Accattone, Mamma Roma, Ostia, Milano 1993, pp. 371-92.

B.D. Schwartz, Pasolini requiem, Venezia 1995.

E. Bruno, Cartoni animati, in "Filmcritica", luglio-agosto 1998, 486-487, p. 361.

A. Cappabianca, Il corpo, il velo, la densità dell'immagine, in "Filmcritica", marzo 1999, 493, pp.104-05.

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