FRANGIPANE

Enciclopedia Italiana (1932)

FRANGIPANE

Eugenio Dupré Theseider

. Antica famiglia baronale, che dominò la storia di Roma nei secoli XI e XII. Trasse la sua origine probabilmente da una famiglia "de Imperatore" che risale fino al sec. X. Leo "qui vocatur Fragapane" (il nome c'è tramandato anche: Freiapane, Fricapane) appare per la prima volta nel 1014, quando sottoscrive un placito relativo all'abbazia di Farfa, il che dimostra che, già allora, la famiglia era salita in qualche potenza. I Fr., signori del centro di Roma, ebbero le loro dimore nella zona compresa tra il Circo Massimo, S. Maria Nuova e il Colosseo. Si divisero, sin dai primi del sec. XII, nei tre rami "de Chartularia", "de Septizonio", "de Gradellis".

Animatori incessanti delle fazioni cittadine, lottarono con tutti i mezzi per ottenere e conservare in Roma il predominio, che ebbero saltuariamente, appoggiandosi ora al pontefice ora all'imperatore, contrastando sempre alle altre famiglie baronali, prima ai Pierleoni, poi agli Annibaldi, che finirono col prevalere, nel sec. XIII. Ebbero parte notevole nell'elezione dei pontefici del sec. XII. Spesso li protessero, ma v'è anche il fosco episodio del 1118, quando Cencio il Vecchio assalì e malmenò per due volte il neoeletto Gelasio II. Segnò il culmine della loro potenza l'elezione di Onorio II (1124), portato alla tiara da Roberto, ma già quando si trattò di eleggergli il successore, che fu Innocenzo II, trovarono opposizione nei Pierleoni, fautori dell'antipapa Anacleto II (1130). Tennero, con altri baroni, dalla parte papale nella rivoluzione del 1143 e per il resto del secolo; morto Innocenzo III, si diedero a Federico II, nel 1268 però Giovanni si rese famoso per la cattura di Corradino di Svevia.

Appartenne al ramo principale quella Aldruda che, andata sposa a Ranieri di Cavalcaconte, signore di Bertinoro, contribuì validamente a salvare la città di Ancona assediata da Cristiano di Magonza (1174). La famiglia che risiedeva presso il Settizonio (detta perciò anche "de Settesoli") fu illustre per Jacoba de' Normanni, moglie di Graziano, madre del caritatevole Giovanni, buona e pia essa stessa e amica di S. Francesco (v.).

I Frangipane dominarono anche varie terre della Campagna e Marittima, specialmente nel sec. XII; ebbero dal papa in feudo Ninfa (che tennero fino al 1213) e Terracina, che lottò sempre strenuamente per sottrarsi a loro; dominarono su Marino, Torre Astura e Cisterna, ma dovettero cedere di fronte all'espansione dei Caetani. Ebbero palazzo in Roma presso piazza S. Marco e sepoltura in S. Marcello. Nel 1527 Muzio acquistò Nemi, di cui il figlio Mario, ultimo della famiglia, ebbe il titolo di marchese. Morendo nel 1654 lo lasciò in fidecommisso a due presunti rami della famiglia, i Frangipane di Veglia (Dalmazia) e quelli del Friuli, signori di Tarcento e di Castel Porpeto (famiglia ancora esistente), che ottennero anche il patriziato romano, ma non mantennero Nemi, venduta a don Luigi Braschi-Onesti, nipote di Pio VI.

Arma antica: troncata da una fascia d'argento, caricata di una vipera di nero nel primo di rosso a due leoni d'oro affrontati in atto di spezzare un pane d'argento, nel secondo bandato di rosso e d'oro.

Bibl.: F. Ehrle, Die Frangipane ecc., in Mél. Chatelain, Parigi 1910; P. Fedele, Sull'origine dei F., in Arch. della Soc. Roma. di st. patria, XXXIII (1910); id., Il leopardo e l'agnello di Casa F., in Arch. cit., XXVIII (1905); E. Tea, La rocca dei F. alla Velia, in Archivio cit., XLIV (1921); G. Caetani, Domus Caietana, Sancasciano 1927, passim; F. Tomassetti, La Campagna romana, Roma 1910-267, passim; G. Falco, I comuni della Campagna e della Maritt. nel medioevo, in Arch. cit., XLII (1919), XLVII (1924), XLVIII (1925), XLIX (1926), passim.

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