Wright, Frank Lloyd

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Architetto (Richland Center, Wisconsin, 1867 - Phoenix, Arizona, 1959). Dopo aver studiato ingegneria per due anni all'università del Wisconsin, nel 1887 si trasferì a Chicago dove iniziò la collaborazione con lo studio di J. L. Silsbee per poi entrare a far parte di quello di Adler & Sullivan (1887-93). L'esperienza e il profondo legame con L. Sullivan furono determinanti per la sua futura attività, continuamente tesa a creare un'architettura polemica verso gusti classicheggianti e stili omologanti. Educato dall'ambiente familiare ai principî etici dell'unitarianismo americano di R. W. Emerson, fu sensibile agli ideali del movimento poetico e filosofico trascendentalista (W. Whitman; H. D. Thoreau; N. Hawthorne) e alla teoria sociologica della leisure class di T. B. Veblen. Inclinazioni che, in sintonia con una romantica visione legata all'ideologia individualistica del pionierismo americano, lo indussero a prediligere il tema della casa unifamiliare (prairie houses) a cui si dedicò privatamente già durante la collaborazione con Sullivan (J. Charnley House, Chicago, 1891; R. P. Parker House, Oak Park, Ill. 1892) e causarono il suo allontanamento dallo studio. Questo tema caratterizzò la sua iniiziale attività autonoma concentrata, conseguentemente, nelle aree suburbane di Chicago (Winslow House a River Forest, 1893; Willitis House a Highland Park e Fricke House a Oak Park, 1902; ecc.) o, raramente, a Chicago (Robie House, 1909). Tali edifici, concepiti organicamente, in armonia con l'ambiente esterno, mostravano la tendenza di W. a dilatare in senso orizzontale lo spazio organizzandolo, nelle piante, secondo due assi ortogonali preminenti incernierati in un fulcro, spesso coincidente col posizionamento del camino; ampî tetti a falde aggettanti, e a diversi livelli, coronavano le case. Una stretta associazione tra ornamenti, uso di materiali naturali e suggestioni compositive di ascendenza giapponese tendevano ad affrancare la tipologia della casa wrightiana dal motivo usuale della successione di scatole. Dello stesso periodo è il Larkin Company administration building a Buffalo (1904) che, oltre a mostrare i particolari orientamenti di W. per edifici destinati ai centri urbani, rivela le sue costanti attenzioni e tendenze a sperimentare le innovazioni tecnologiche e industriali (prime utilizzazioni dell'aria condizionata). Nel 1910 il successo di una sua mostra a Berlino e la diffusione del catalogo Ausgeführte Baute und Entwürfe contribuirono a far conoscere in Europa la lezione di questo maestro dell'architettura moderna. Tornato negli S.U.A. costruì per sé e per la sua famiglia il complesso noto come Taliesin I (Spring Green, Wisconsin, 1911), che poi, a causa di catastrofici e ripetuti incendî, diventerà Taliesin III (1925) dando vita alla residenza estiva di W. e della sua scuola. In quell'arco di tempo realizzò i Midway Gardens (Chicago, 1914) e, a Tokyo, l'Imperial Hotel (1915-21, demolito nel 1968) in cui l'uso e la natura dei materiali confluirono in originali sintesi ornamentali e compositive. Negli anni seguenti realizzò alcune delle sue opere di maggiore rilievo, riconosciute come caposaldi dell'architettura moderna: casa Kaufmann (nota come "casa sulla cascata", Bear Run, Penn., 1936), in cui l'articolazione dello spazio interno tende a fondersi con la natura circostante anche attraverso la scelta dei materiali e gli arditi aggetti delle terrazze sulla cascata; S. C. Johnson & Son Inc. administration building (Racine, Wisconsin, 1936-39, a cui aggiungerà la torre per l'elio-laboratorio, 1944-50), distinti dall'armonica articolazione di volumetrie orizzontali e verticali, dall'impiego di originali colonne a fungo nell'ampio salone e dall'innovativo uso di tubi di vetro pyrex per le fonti di luce; Solomon R. Guggenheim Museum, singolare tipologia segnata dalla presenza di un volume a spirale decrescente verso il basso destinato agli spazî espositivi, dirompente nel tessuto urbano e architettonico di New York (1945-59). Della sua vasta produzione vanno inoltre ricordati: modello di Broadacre City (1931-35), rispecchiante il suo ideale di comunità decentralizzata; progetti per Usonian houses (Usonia, ovvero gli Stati Uniti, sono il paese adatto alla fioritura dell'architettura organica), case concepite per il cittadino di quel paese ideale (Hanna House a Palo Alto, 1935-37, ecc.); H. C. Price Company Tower a Bartlesville, Okla. (1952-56); progetto di grattacielo alto un miglio per Chicago (1956); sinagoga Beth Sholom a Elkins Park, Penn. (1959), la cui geometria piramidale ad ampie vetrature suggella la complessità e varietà di soluzioni continuamente sperimentate con geniale creatività. A complemento delle opere si segnalano i suoi scritti: The art and crafts of the machine (1906); The disappearing city (1932); An autobiography (1932 e 1946); An organic architecture. The architecture of democracy (1939); When democracy builds (1946); Genius and the mobocracy (1949), ecc. ▭ Tav.

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