Marx, fratelli

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Marx, fratelli

Francesco Zippel

Gli anarchici eroi della risata

Un umorismo folle e irresistibile, che travolge ogni logica, esilaranti giochi di parole, sensazionali numeri musicali, gag straordinarie: così i fratelli Marx conquistarono negli anni Trenta e Quaranta milioni di spettatori cinematografici in tutto il mondo. Contemporanei di Charlie Chaplin e Buster Keaton, si sono imposti per l’originalità e l’incontenibile forza d’urto della loro comicità

Dal teatro al cinema

Provenienti da una modesta famiglia di immigrati ebrei di origine tedesca, i Marx vennero avviati alla carriera artistica dall’intraprendente madre Minnie, la quale spinse i figli a seguire le orme di suo fratello Alfred nel campo dello spettacolo. Chico (propriamente Leonard, il più vecchio dei fratelli, nato nel 1887), Harpo (Adolph), Groucho (Julius Henry), e Gummo (Milton) esordirono pertanto sulle scene prima a Broadway e poi a Chicago con la loro compagnia Marx Brothers & Co., riscuotendo immediato successo. Gummo tuttavia abbandonò ben presto il gruppo per limitarsi a fare l’agente di Groucho. L’innovativa comicità li portò ben presto a essere apprezzati da intellettuali e artisti e a esordire infine sul grande schermo. Le prime due commedie, Noci di cocco (1929) di Robert Florey e Joseph Santley e Matti da legare (1930) di Victor Heerman, pur ricalcando il modello delle loro opere teatrali evidenziarono le loro istrioniche capacità d’interpreti e li imposero all’attenzione. Dopo i primi successi cinematografici, si unì al gruppo anche il fratello più piccolo Zeppo (propriamente Herbert, nato nel 1901).

Una perfetta ‘macchina comica’

Se straordinarie erano le doti dei singoli fratelli, la fortuna artistica del gruppo fu essenzialmente basata su una vera ‘macchina comica’, un perfetto meccanismo che veniva messo in azione dal volto ufficiale del gruppo, Groucho. Nascosto dietro immensi baffi posticci, Groucho aveva il compito di ravvivare le esili trame delle commedie del gruppo con interminabili monologhi che stremavano gli interlocutori. A questo punto faceva la sua irruzione Chico che, con il suo accento pseudoitaliano, veniva coinvolto da Groucho in dialoghi assurdi fino all’arrivo di Harpo, annunciato dal suono di un clacson infilato sul bastone al posto del pomo. Harpo, perennemente muto, un po’ bambino e un po’ mago, con un impermeabile da cui uscivano i più impensabili oggetti e una mimica stralunata, spingeva la ‘macchina comica’ verso il caos totale. Zeppo, il bello del gruppo, assecondava imbambolato il ritmo frenetico dei fratelli, rischiando costantemente di venirne travolto.

Tra guerre lampo e serate all’Opera

Con la loro comicità basata sul continuo sovvertimento di ogni ordine e sulla puntuale distruzione delle scenografie, i fratelli Marx continuarono a mietere successi con Quattro matti in alto mare (1931), in cui sono quattro clandestini a bordo di una nave, e I fratelli Marx al college (1932), parodia della vita nei college statunitensi, entrambi di Norman Z. McLeod, cui seguì il loro capolavoro, La guerra lampo dei fratelli Marx (1933) di Leo McCarey, satira della guerra in cui ogni gag è un saggio di comicità.

Ingaggiati dal produttore della Metro Goldwyn Mayer, Irvin Thalberg, i fratelli Marx interpretarono Una notte all’Opera (1935) e Un giorno alle corse (1937), entrambi di Sam Wood. Questi due film mostrano Groucho e Harpo assoluti dominatori della scena, padroni dei tempi e dei meccanismi comici. In particolare il primo contiene la famosa scena della cabina della nave dove Groucho fa entrare un numero incredibile di persone creando effetti esilaranti.

Le ultime esplosioni di comicità

Nei film successivi i fratelli non ritrovarono la verve delle opere precedenti, anche se trovate e battute risultano sempre di altissimo livello, come nella parodia dei film western I cowboys del deserto (1940) di Edward Buzzell.

Dopo aver girato insieme Il bazar delle follie (1941) di Charles Riesner, i fratelli si divisero per dedicarsi a esperienze teatrali e radiofoniche autonome. Tornarono insieme solo per Una notte a Casablanca (1946) di Archie L. Mayo, parodia del celebre film Casablanca (1942) di Michael Curtiz con Humphrey Bogart, e per Una notte sui tetti (1949) di David Miller, centrato sul personaggio di Harpo e ultimo film di questo straordinario gruppo comico, la cui forza innovativa risulta ancora oggi intatta. Inventore di gran parte delle gag verbali dei Marx, Groucho avrebbe, negli anni successivi alla fine della carriera del gruppo, continuato a lasciare segni del suo raffinato humour in una serie di libri e spettacoli radiofonici e televisivi di grande successo.

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