Lang, Fritz

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Regista cinematografico austriaco (Vienna 1890 - Los Angeles 1976); pittore e illustratore, avviato al cinema da E. Pommer, lavorò dapprima in Germania, dove realizzò alcune pellicole di notevole importanza nella storia del cinema e della cultura europea fra le due guerre mondiali: Die Nibelungen (1921); Doktor Mabuse, der Spieler (1922), capolavoro dell'espressionismo cinematografico tedesco; il tuttora sorprendente Metropolis (1926); M- Eine Stadt sucht einen Mörder (M, il mostro di Düsseldorf, 1931), di altissimo valore drammatico, nel quale il suono è adoperato con rara maestria. Realizzò poi in Francia Liliom (1933). Nel 1935 si trasferì negli S.U.A., dove, pur restando fedele ai suoi temi (l'impotenza dell'individuo di fronte alla società; l'onnipotenza del destino), s'impossessò delle forme del cinema americano (film western, di gangster, di guerra e d'avventura), dirigendo, tra l'altro: Fury (1936); The woman in the window (1944); Cloak and dagger (1946); Rancho Notorious (1952); Beyond a reasonable doubt (L'alibi era perfetto, 1956). Tornato in Germania, vi realizzò Der Tiger von Eschnapur (1959), Das indische Grabmal (1960) e Die tausend Augen des Dr. Mabuse (Il diabolico dottor Mabuse, 1960). Nel 1963 concluse la sua carriera interpretando sé stesso in Le mépris di J.-L. Godard. ▭ Tav.

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