Frumento

Enciclopedia Dantesca (1970)

frumento (formento)

Alessandro Niccoli

Ricorre sette volte, sempre nel Convivio.

Il vocabolo, usato sempre con valore collettivo, serve a indicare la pianta (IV VII 3 l'erba multiplica nel campo non cultato, e sormonta, e cuopre la spiga del frumento sì che, disparte agguardando, lo frumento non pare), le sue spighe (IX 11 nel trebbiare lo frumento... l'arte fa suo instrumento del caldo) o anche i frutti, già separati dalla pula e raccolti (XXIX 11 d'una massa bianca di grano si potrebbe levare a grano a grano lo formento).

L'uso figurato con il quale f. è usato negli altri tre luoghi deriva dalla metafora adoperata da D. per indicare la sua intenzione di fare un generale convivio (I I 11), in cui le canzoni servano da vivanda e la loro esposizione da pane (§§ 14 e 15). Il commento alle canzoni è perciò chiamato lo pane del mio formento (I II 15), un pane che, da l'essere vulgare e non latino ... per similitudine dire si può di biado [cioè di orzo o di altro cereale diverso dal grano] e non di frumento (V 1; così anche in X 1).