Funzioni esecutive

Dizionario di Medicina (2010)

funzioni esecutive


In neuropsicologia e in psicologia cognitiva, le funzioni corticali superiori deputate al controllo e alla pianificazione del comportamento. Le f. e. sono quelle abilità che permettono a un individuo di anticipare, progettare, stabilire obiettivi, attuare progetti finalizzati a uno scopo, e monitorare, e se necessario modificare, il proprio comportamento per adeguarlo a nuove condizioni. In questo ambito rientrano numerose sottoabilità coordinate fra loro: per es., l’inibizione di una risposta al momento inopportuna o il differimento a un tempo successivo più appropriato, un piano strategico di sequenze d’azione utili per il raggiungimento dello scopo, una rappresentazione mentale del compito che include le informazioni rilevanti (codificate in memoria o percepite nell’immediato) associate con il risultato finale desiderato. L’elemento cognitivo principale, insito nel concetto di f. e., è dunque la selezione di azioni spe­cifiche a un contesto, associata all’inibizione di risposte fortemente competitive con queste ma non appropriate alla situazione specifica. Le f. e. sono localizzate nella corteccia associativa del lobo frontale, la quale, da un punto di vista anatomo-funzionale, può essere suddivisa in tre unità operative: la corteccia dorso-mediale, con funzioni di memoria di lavoro necessarie alla selezione e al mantenimento in memoria degli obiettivi del comportamento; quella mesiale, deputata all’integrazione degli aspetti emotivi e motivazionali necessari al proseguimento dell’azione; quella orbitaria, con funzioni prevalentemente inibitorie sia sul comportamento che sulle spinte istintuali. Un danno neurologico al lobo frontale non influisce direttamente sulle specifiche funzioni cognitive; ha un effetto, invece, sulle f. e. e quindi sulla regolazione e sull’uso di tutte le aree della cognizione, comprese attenzione, memoria, problem-solving, abilità motorie, motivazione e regolazione delle emozioni. Disturbi di queste funzioni possono diventare particolarmente evidenti soprattutto in situazioni nuove o insolite, ossia quando il paziente deve sul momento elaborare una nuova strategia e non può limitarsi a riprodurne una già nota.

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Psicologia cognitiva

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Lobo frontale