FAURÉ, Gabriel-Urbain

Enciclopedia Italiana (1932)

FAURÉ, Gabriel-Urbain


Musicista, nato a Pamiers (Ariège) il 13 maggio 1845, morto a Parigi il 4 novembre 1924. Di famiglia non ricca (il padre era direttore di scuola normale), il F. iniziò i suoi studî musicali soltanto all'età di 16 anni, desiderandosi che egli non si desse alla musica prima di potervi riconoscere la sua vera vocazione. E, fors'anche per motivi consimili, il giovanetto non fu mandato a studiare al Conservatorio nazionale, ma alla gratuita scuola Niedermeyer di musica sacra. Quivi ebbe maestro lo stesso L. Niedermeyer, il Dietzsch e poi il Saint-Saëns, al quale ultimo egli conservò poi una fedele amicizia. Compiuti gli studî ebbe a Rennes un posto di organista che egli tenne per alcuni anni, fino a quando, cioè, non fu chiamato a Parigi quale organista titolare nella chiesa di Notre-Dame-de-Clignancourt. Nel medesimo tempo il F. entrava quale organista sostituto nella cattedrale di Notre Dame. A questo punto la sua carriera subisce una brusca interruzione, partendo egli, volontario, per la guerra franco-prussiana, nella quale ebbe occasione di segnalarsi in varie battaglie.

Ritornato, dopo la guerra, a Parigi, accetta una cattedra alla scuola Niedermeyer, mentre riprende la sua attività di organista a Saint Honoré. Di qui egli passa presto alla chiesa, più importante, di Saint Sulpice e poi alla Madeleine, nella quale assume la carica di maestro di cappella (1877). Da questo momento in poi il F., il quale fin dal principio della sua carriera s'era dato con calma continuità alla composizione, vede aumentare rapidamente il suo prestigio. Tra i varî segni di questa sua ascesa vanno notate, oltre alla conquista del premio Cartier per la musica da camera (1885), la nomina ad insegnante di composizione al Conservatorio nazionale (al posto lasciato da J. Massenet nel 1896) e quella a direttore dello stesso istituto, conseguita nel 1905 in seguito alle dimissioni di T. Dubois. Nel medesimo anno 1905 il F. diventava membro dell'Istituto di Francia. Lasciata, nel 1920, la direzione del conservatorio di Parigi, nel 1922 ricevette una solenne manifestazione di omaggio a cura della Sorbona.

Alla figura del F. va riconosciuta, nello svolgimento storico della musica francese dei nostri tempi, un'importanza grandissima: nella sua opera d'insegnante non meno che in quella di compositore il F. ha potuto infatti mostrare in evidenza i caratteri tipici di una arte saldamente nazionale e nel tempo stesso superante i dati della tradizione. Come gli allievi diretti (tra gli altri L. Aubert, il Roger-Ducasse, G. Grovlez, R. Laparra, A. Casella, M. Ravel, F. Schmitt) così anche molti dei compositori suoi contemporanei hanno trovato nel suo esempio un sicuro orientamento. Proprî dello stile di G.F. sono specialmente il gusto della preziosità (non però decorativa) nella scrittura, della raffinatezza armonica, confermata, più che smentita, dalla sua frequente audacia innovatrice, e della purezza melodica. Lontana dall'impressionismo in quel che è propriamente struttura, quest'arte riesce nondimeno a suggerire le più sottili e squisite vibrazioni di una raffinata sensibilità, in grazia di semplici ma appropriati tocchi sonori, di fuggevoli modulazioni, di sinuose inflessioni melodiche, sempre nel quadro d'una concisa e - nella sua tenuità - solidissima linea architettonica.

Opere: Teatro: Prometeo (3 atti), 1900; Penelope (3 atti), 1913: Masques et Bergamasques (balletto), 1919, rappr. 1920; oltre le musiche di scena per i drammi: Caligola, 1888; Shylock, 1889; Le voile du bonheur, 1901 (inedita). Musica sinfonica e sinfonico-vocale: Les Djinns, coro e orchestra, 1875; Concerto (1878) e Romanza (1882) per violino e orch.; Ballata (1881) e Fantasia (1918) per pianoforte e orch.; La naissance de Vénus (1882), Madrigale 11884), Pavana, per voci e orchestra; Suite (1875), Allegro sinfonico, Sinfonin in re min. (1884), inedita; Pelléas et Mélisande (1898), ecc., oltre una Messa da Requiem (con orch.) e molta altra musica sacra. Musica da camera: due Sonate, una Berceuse e un Andante per violino e pianoforte; due Sonate e pezzi minori per violoncello e pianoforte; Trio (con pianoforte), tre Quartetti (due con pianoforte), due Quintetti (con pianoforte), oltre a molte brevi composizioni per pianoforte e Mélodies per canto e pianoforte, delle quali v. un elenco in G. Gatti e A. Della Corte, Dizionario di Musica, Torino 1930.

Bibl.: Oltre tutte le pubblicazioni relative alla scuola francese contemporanea, v. specialmente: L. Vuillemin, G. F., Parigi 1914, e il numero unico, dedicato al F., della Revue Musicale, ottobre 1922.

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