CUTORE, Gaetano

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 31 (1985)

CUTORE, Gaetano

Ennio Pannese

Nacque a Paternò (Catania) il 21 giugno 1869 da Emanuele e da Giulia Cutore. Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Catania, cominciò, a frequentare l'istituto di anatomia, diretto da F. Berté. Conseguita la laurea (1894), continuò a frequentare l'istituto, la direzione del quale fu assunta nel 1896 da G. Valenti, sotto la cui guida maturò la decisione del C. di intraprendere la carriera universitaria.

Nel 1898 ottenne la qualifica di settore assistente. Sempre nell'università di Catania, nel 1899 conseguì anche la laurea in scienze naturali. Nel medesimo anno nella direzione dell'istituto di anatomia di Catania al Valenti successe R. Staderini, col quale il C. lavorò per un ventennio in qualità di aiuto. Nel 1904 conseguì la libera docenza in anatomia umana normale. Trasferitosi lo Staderini a Siena nel 1918, la cattedra di anatomia umana normale rimase per un triennio vacante e durante tale periodo il C. tenne per incarico sia l'insegnamento dell'anatomia sia la direzione dell'istituto. Della cattedra divenne titolare nel 1921 N. Beccari, che confermò il C. come aiuto. Vinto il concorso per professore di ruolo, nel 1926 il C. fu chiamato alla cattedra di anatomia umana normale dell'università di Catania e assunse la direzione dell'istituto nel quale aveva percorso tutta la sua carriera. Raggiunti i limiti di età, lasciò nel 1939 la cattedra e la direzione dell'istituto, nelle quali gli successe G. Brugi. Trasferitosi questi a Siena nel 1942, la cattedra e la direzione dell'istituto rimasero nuovamente vacanti: essendo stati sospesi i concorsi universitari a causa delle vicende belliche, il C. fu richiamato in servizio dal 1943 al 1945.

Tutta la produzione scientifica dei C., eccettuati due primi lavori di indole clinica, uno dei quali pubblicato nel 1893quando era ancora studente, fu di preminente interesse anatomico. Per alcuni anni egli si dedicò quasi esclusivamente allo studio delle malformazioni fetali. Dal 1898ai primissimi anni del nuovo secolo pubblicò svariate memorie su casi di epispadia (Un caso di epispadia in un neonato, in La Riforma medica, XIV [1898], 2, pp. 121-125; Ancora sopra un caso di epispadia in un neonato, in Atti d. Acc. Gioenia di scienze naturali, s. 4, XIII [1900], memoria VII, pp. 8), di alterazioni del canale midollare osservate nell'embrione di pollo (Anomalia del canale midollare in un embrione di pollo di 48 ore, ibid., XII [1899], memoria VI, pp. 12; Ricerche istologiche sull'anomalia del canale midollare in un embrione di pollo, ibid.., XIII [1900], memoria XV, pp. 8), di alterazioni craniche (Lo scheletro di un feto umano acranico, ibid., XV [1902], mem. I, pp. 28; Osservazioni macro e microscopiche sopra un caso di craniorachischisi totale nell'uomo, ibid., XVI [1903], mem. XIV, pp. 9), di anomalie varie (Caso rarissimo di mammella soprannumeraria nella donna in vicinanza del ginocchio destro, in Monitore zool. ital., XIV [1903], pp. 128-132).

La teratologia esercitò su di lui un'attrazione particolare, come è dimostrato dal fatto che anche più tardi tornò ripetutamente a occuparsi di malformazioni, pubblicando memorie su casi di mostruosità (Di una rara mostruosità nell'uomo [Perobrachius achirus], in Anatomischer Anzeiger, XXVIII [1906], pp. 222-229), di rene unico ectopico (Rene unico èctopico ed altre anomalie di sviluppo nel cadavere di una bambina, in Bibliographie anatomique, XXI [1911], pp. 35-45), di atresia intestinale (Rarissimo caso di atresia ed anomale disposizioni congenite dell'intestino; concomitante spina bifida occulta, in Anatomischer Anzeiger, XL [1912], pp. 382-394, 433-448), di difetti dell'apparato olfattivo (Difettoso sviluppo dell'apparato olfattivo nell'uomo, in Riv. ital. di neuropatol., psichiatria ed elettroterapia, XII [1919], pp. 260-271). La sua ultima memoria di argomento teratologico, dedicata a un caso di assenza di unghie (sterethonichia), fu pubblicata nel 1927 (Sterethonichia [mancanza di unghie] ereditaria, in Riv. di biologia, IX [1927], pp. 1-10).

Il C. condusse anche alcune ricerche nel campo della teratologia sperimentale, provocando alterazioni del sistema nervoso centrale mediante la verniciatura di uova di pollo (Anomalie del sistema nervoso centrale ottenute sperimentalmente in embrioni di pollo, in Anatomischer Anzeiger, XVIII [1900], pp. 391-414); tuttavia, il suo interesse per la teratologia si manifestò prevalentemente con la descrizione di numerose malformazioni osservate occasionalmente (oltre ai lavori già citati: Di un embrione di pollo con amnios insufficientemente sviluppato ed estremo cefalico normale, in Monitore zoologico italiano, XIII [1902], pp. 88 ss.; Pseudo-ermafroditismo maschile in un capretto [Capra hircus], in Arch. ital. di anat. e di embriol., XIV [1915], pp. 204-228; Descrizione di un capretto mostruoso. Acephalus pseudoacormus di Taruffi, in Boll. d. sedute d. Acc. Gioenia di sc. nat., s. 2, XLIX [1920-1921], pp. 31-39), ed egli mai tentò di inquadrare le proprie osservazioni in una visione generale dei problemi teratologici, né approfondì attraverso l'impiego sistematico di metodiche sperimentali il problema dei fattori causali delle varie malformazioni osservate.

Alcuni studi furono dal C. dedicati al sistema nervoso: contribuì all'inchiesta promossa da G. Chiarugi sul peso encefalico in Italia, eseguendo determinazioni di peso su encefali umani (questi dati e quelli raccolti da numerosi altri autori furono pubblicati dal Chiarugi, da L. Castaldi e da G. Barbensi sotto il titolo Il peso dell'encefalo degli italiani, in Atti d. R. Acc. d'Italia, cl. di sc. fis., mat. e nat., XIV [1943], pp. 225-391; cfr. Chiarugi, Giulio, in Diz. biogr. d. Ital., XXIV, Roma 1980, p. 607); col classico metodo dissettorio studiò il nervo ischiatico umano (La divisione del grande nervo ischiatico nell'uomo, in Boll. d. sedute d. Acc. Gioenia di scienze naturali, n. s., LXIX [1901], pp. 9-14) e descrisse un ramo nervoso che dal ganglio sottomascellare si porta al muscolo costrittore superiore della faringe e alla loggia pterigo-faringea (Diun ramo faringeo del ganglio sottomascellare, in Monitore zool. ital., XXI [1910], pp. 163-167; Ulteriori ricerche sul ramo faringeo del ganglio sottomascellare dell'uomo, in Boll. d. sedute d. Acc. Gioenia di scienze nat., s. 2, XV [1911], pp. 18 s.); studiò le modificazioni strutturali che si verificano nei motoneuroni del midollo spinale della tartaruga durante il letargo (Modificazioni strutturali delle cellule motrici del midollo spinale durante il letargo, in Arch. ital. di anat. e di embriol., VII [1908], p. 121) e il nervo terminale degli Equidi (Ricerche sul nervo terminale degli Equidi, in Riv. ital. di neuropatol., psichiatria ed elettroterapia, XII [1919], pp. 377-396); descrisse il cervello di un eritreo (Il cervello di un Negro [Eritreo], in Arch. ital. di anat. e di embriol., XXV [1928], pp. 47-75). Il suo studio di maggior respiro in questo campo fu quello, condotto con indirizzo anatomo-comparativo su svariate specie di Vertebrati, dedicato allo sviluppo e alla regressione dell'estremità caudale del midollo spinale (Ricerche anatomo-comparative sullo sviluppo, sull'istogenesi e sui caratteri definitivi dell'estremo caudale del midollo spinale, ibid., IV [1905], pp. 183-229, 434-458, 634-662).

Il C. studiò anche l'epifisi in diverse specie di Mammiferi (Il corpo pineale di alcuni mammiferi. Ricerche anatomiche, ibid., IX [1910], pp. 402-464, 599-659; Alcune notizie sul corpo pineale del Macacus sinicus L. e del Cercopithecus griseus viridis L., in Folia neuro-biologica, VI [1912], pp. 267-276); una delle pubblicazioni che egli dedicò a questo argomento fu oggetto di critiche da parte di G. Favaro che, secondo il costume dell'epoca, segnarono l'inizio di uno scambio di scritti polemici al quale il C. contribuì più con spirito battagliero che con efficacia di argomenti (A proposito del corpo pineale dei mammiferi [risposta a G. Favaro], in Anatomischer Anzeiger, XI, [1912], p. 657; Un'ultima parola di risposta a G.Favaro, ibid., XLI [1912], p. 496).

II C. fu autore di ricerche anche sull'apparato digerente: studiò la distribuzione, la struttura e lo sviluppo delle ghiandole della lingua dell'uomo (Della distribuzione delle ghiandole della lingua, in Boll. d. sedute d. Acc. Gioenia di scienze nat., s. 2, XLIX [1920-1921], pp. 23-30; La distribuzione e la struttura delle ghiandole della lingua nell'uomo, in Monitore zool. ital., XXXIII [1922], pp. 119-127; Lo sviluppo delle ghiandole della lingua nell'uomo, in Arch. ital. di anat. e di embriol., XXII [1925], pp. 209-246), le ghiandole intraepiteliali della cistifellea del cane (Ghiandole intruepiteliali pluricellulari nella cistifellea del cane e sulla loro affermata presenza nella mucosa dell'uretra muliebre, ibid., V [1906], pp. 454-465; Ancora delle ghiandole intraepitoliali pluricellulari nella cistifellea del cane, in Anatomischer Anzeiger, XXXVI [1910], pp. 100-103), l'epitelio di rivestimento nella zona di confine gastro-enterica (Sulcomportamento dell'epitelio di rivestimento al confine gastro-intestinale. Villosità miste, in Monitore zool. ital., XXXVIII [1927], pp. 129-137) e la valvola ileo-cecale dell'uomo (Sulla costituzione anatomica della valvola del colon, ibid., XLI [1931], Suppl., pp. 253-256; Sul comportamento della tonaca muscolare dell'intestino in corrispondenza della valvola del colon, in Boll. d. sedute d. Acc. Gioenia di scienze nat., s. 2, LXII [1932], pp. 35 s.; Sul comportamento della tonaca muscolare in corrispondenza della valvola del colon. Ricerche morfologiche, in Arch. ital. di anat. e di embriol., XXX [1932], pp. 72-83; Mouvements actifs de la valvule du colon déduits de la structure de cette valvule, in Archives italiennes de biologie, LXXXVIII [1932], pp. 186-192). Nei lavori dedicati a quest'ultimo argomento mise in evidenza che l'intera tonaca muscolare dell'intestino prende parte alla costituzione di tale valvola e delineò l'interpretazione funzionale delle osservazioni morfologiche eseguite.

Occasionali osservazioni dedicò anche ad argomenti di osteologia, quali la descrizione di un osso malare bipartito (Di un osso malare bipartito, in Monitore zool. ital., XVIII [1907], pp. 4-14) e di canali perforanti nella squama del temporale dell'uomo (Frequenza e comportamento dei canali perforanti arteriosi nella squama temporale dell'uomo, ibid., XVI [1905], pp. 16-28, 32-49; Ancora di uno speciale canal perforante arterioso nella squama temporale dell'uomo, in Anatomischer Anzeiger, XXIX [1906], pp. 579-586), alla presenza di cartilagine elastica nei bronchi intrapolmonari dell'uomo e di altri Mammiferi (Sulla normale presenza di cartilagine elastica nei bronchi intrapolmonari dell'uomo nelle diverse età della vita, ibid., XLII [1912], pp. 449-466; Sulla presenza omeno di cartilagine elastica nei bronchi intrapolmonari dei mammiferi, ibid., XLVII [1914], pp. 359-364), all'origine delle arterie timiche dell'uomo (Sul modo di originarsi delle arterie timiche nell'uomo, in Atti d. Acc. Gioema di sc. nat., s., 5, VIII [1915], memoria III, pp. 9), ad alcuni aspetti citochimici dell'epitelio di rivestimento della lingua (Granuli intracellulari di grassi neutri e di cheratojalina nell'epitelio di rivestimento della lingua, in Monitore zool. ital., XXVII [1916], pp. 100-111), alla mucosa della guancia (Contributo allo studio delle terminazioni nervose nella mucosa della guancia, in Arch. ital. di anat. e di embriol., II [1903], pp. 641-652) e del seno mascellare (Contributo allo studio della mucosa del seno mascellare, ibid., XV [1917], pp. 551-576), e a vari altri argomenti di minore interesse.

A partire dal 1919 il C. dedicò la maggior parte della sua attività scientifica allo studio delle cellule, che poi denominò xantocrome, che osservò inizialmente nella tonaca propria della mucosa del condotto deferente di vari Mammiferi e successivamente anche nel testicolo. Si tratta di cellule dotate di capacità migratoria, il cui citoplasma contiene numerose gocce lipoidee, che assumono un colore giallo ocra in seguito all'azione di fissativi contenenti cromo. Il C. mise in evidenza l'origine connettivale di tali cellule e i caratteri che consentono di distinguerle dalle cellule interstiziali di Leydig. In un primo tempo egli interpretò tali cellule come elementi a secrezione interna, ma, in seguito a osservazioni più approfondite, abbandonò tale interpretazione e preferì indicarle col termine di xantocrome, definendole così unicamente in base alle proprietà tintoriali.

Con queste ricerche, anche se non riuscì a chiarire il reale significato delle cellule xantocrome, il C. manifestò più compiutamente le sue doti di studioso, approfondendo l'esame della struttura del testicolo ed estendendo le osservazioni a varie specie zoologiche, nel corso dello sviluppo e nelle diverse età della vita, anche mediante l'impiego di metodiche sperimentali, come l'iniezione di coloranti vitali e la legatura del condotto deferente (Le fibre elastiche ed altre particolarità di struttura del condotto deferente, in Arch. ital. di anat. e di embriol., XVII [1919], pp. 284-316; La ghiandola endocrina dell'ampolla deferenziale degli Equidi, ibid., XIX [1922]) pp. 79-94; Ulteriori osservazioni sulle cellule interstiziali delle ampolle deferenziali degli equidi, in Atti d. Soc. ital. per il progr. d. scienze, XII riunione, Catania 1923, II, Roma 1924, pp. 116 s.; Ulteriori ricerche sulle "cellule interstiziali" delle ampolle deferenziali degli equidi, in Arch. ital. di anat. e di embriol., XXI [1924], pp. 141-171; Nuovo contributo allo studio delle cellule interstiziali dell'ampolla deferenziale degli equidi, in L'Osservatore medico, III [1925], 11, pp. 1 s.; Di alcuni particolari istologici del testicolo degli Equidi, in Atti d. Accad. Gioenia di scienze nat., s. 5, XV [1927], memoria VI, pp. 4; Modificazioni citologiche nel testicolo in seguito ad iniezioni di sostanze coloranti "intra vitam", in Boll. d. Società ital. di biol. sper., III [1928], pp. 588-591; Modificazioni strutturali del testicolo consecutive alla legatura del condotto deferente, ibid., pp. 952-956; Nuove ricerche istologiche sul testicolo senescente di Equidi [E. Caballus, E. Mulus], in Arch. Di farmacol. sper. e scienze affini, XI-VIII [1929], pp. 167-174; Il didimo e l'epididimo del cane in seguito alla legatura del condotto deferente. Osservazioni istologiche, in Monitore zool. ital., XI, [1929], pp. 429-431; Il didimo e l'epididimo del cane in seguito alla legatura del condotto deferente, in Arch. ital. di anat. e di embriol., XXVII [1930], pp. 603-612; Le cellule xantocrome dell'apparecchio genitale maschile. Sintesi di osservazioni proprie e considerazioni, ibid., XXIX [1931], pp. 210-230). Queste indagini si conclusero nel 1933, quando al congresso di Cagliari della Società italiana di anatomia il C. svolse sull'argomento una relazione, sintesi di un'attività di ricerca durata tanti anni e ultima sua pubblicazione scientifica (Cellule interstiziali e cellule xantocrome, in Monitore zool. ital., XLIV [1933], Suppl., pp. 15-32).

Quando nel 1939 lasciò la cattedra e la direzione dell'istituto, il C. si accomiatò dal mondo scientifico attivo, del quale per tanti anni aveva fatto parte, pubblicando un elenco completo delle pubblicazioni proprie e di quelle degli allievi.

Il C. fu anche autore di un Manuale di anatomia topografica, edito a Napoli nel 1923, di oltre ottocento pagine, corredato da circa trecento illustrazioni. Il libro, di indirizzo essenzialmente pratico e ricco perciò di riferimenti applicativi, documenta l'impegno col quale l'autore insegnò per tanti anni questa materia, di cui sostenne sempre l'importanza. Ma egli fu anche un sostenitore dell'importanza dell'istologia e dell'embriologia, per cui nel 1926, nella prolusione al primo corso di anatomia umana normale che tenne come professore di ruolo, affermò la necessità di istituire corsi distinti di tali discipline accanto "quelli già esistenti di anatomia sistematica" di anatomia topografica (Nuovi orizzonti dell'anatomia umana normale. Prolusione al corso di anatomid umana normale letta nell'aula magna della R. Università di Catania il 16 nov. 1926, in L'Osservatore medico, V [1927], 1, pp. 3-13). Nel campo scientifico, nella scia dell'indirizzo derivato da R. Staderini e da N. Beccari, egli sostenne l'importanza dell'impiego dei nuovi metodi di indagine morfologica in un'epoca nella quale erano ancora numerosi gli anatomisti dediti unicamente al culto della pura anatomia macroscopica.

Per lungo tempo il C. fu presidente dell'Ordine dei medici di Catania. Ritiratosi definitivamente dall'attività scientifica e dall'insegnamento, morì a Catania il 28 febbr. 1955.

Fonti e Bibl.: L. Bianchi, G. C. (commemorazione), Catania 1957.

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