PUGNANI, Gaetano

Enciclopedia Italiana (1935)

PUGNANI, Gaetano

Fausto Torrefranca

Musicista, nato a Torino il 27 novembre 1731, morto a Torino il 15 luglio 1798; violinista, operista e compositore di musica strumentale: allievo, per il violino, di G. B. Somis a Torino e forse anche del Bini, se non proprio di G. Tartini, e, per la composizione, del Ciampi a Roma (1748-50), maestro, a sua volta, di famosi violinisti, fra i quali Luigi Borghi e G. B. Viotti. Violinista del Teatro Regio dal 1741 e della Cappella Reale dal 1748, fu nominato primo violino della Cappella e Camera e del Teatro Regio il 7 maggio 1770 e primo virtuoso di camera e direttore generale della musica strumentale il 19 gennaio 1776. Fu il più famoso concertista, di voga europea, nel venticinquennio 1755-1780. A Parigi, dall'8 gennaio 1754, si fece conoscere eseguendo, il 2 febbraio, un concerto di sua composizione, con grandissimo successo. Vi pubblicò i sei Trii op. 1 e andò poi, a Londra, a Vienna e forse anche in Olanda. Lo ritroviamo a Londra alla direzione del teatro Hay Market dalla fine del 1767 sin dopo l'8 aprile 1768, data della prima rappresentazione dell'opera Nanetta e Lubino; poi di nuovo a Parigi nell'ottobre 1772 e a Londra per l'esecuzione di Apollo e Issea (Marzo 1773). Un lungo viaggio attraverso l'Europa, iniziato col Viotti, lo condusse, nel 1780, a Ginevra e poi di nuovo a Parigi.

Compose, oltre le opere già dette, Tamas Kouli Kan nell'India, L'Aurora, L'Adone e Venere, Achille in Sciro, Demofoonte, Demetrio a Rodi, un balletto, una cantata drammatica, un oratorio, Betulia liberata. Fu famoso soprattutto per i concerti per violino che sono forse perduti perché egli non volle mai pubblicarli, geloso della loro originalità. Questa originalità consisteva, evidentemente, nella struttura (v. concerto) e ne abbiamo un'idea chiarissima nelle opere del suo allievo Luigi Borghi (v.). Dal Pugnani ha inizio il concerto moderno. Quanto all'originalità dell'espressione, essa è nel P. assai scarsa; cosa tanto più significativa in un periodo nel quale, se mai, erompeva sollecita l'invenzione tematica e melodica, talvolta a scapito della coerenza dell'insieme. Cantillazioni disarticolate e incolori e procedimenti agogici banali, a base di piccole progressioni, sono frequentissime nei suoi quartetti. Più salde appaiono le sonate per violino. La sua più originale composizione strumentale, un poema sinfonico sul Werther, in cui, al momento della morte dell'eroe, il Pugnani sparò realisticamente un colpo di pistola nella sala, e che sarebbe importante conoscere per la storia della musica descrittiva, sembra perduta.

Bibl.: G. B. Rangoni, Saggio sul gusto della musica col carattere de' tre celebri sonatori di violino Nardini, Lolli e P., Livorno 1790; Fr. Fayolle, Notice sur Corelli, Tartini, Gaviniès, P. et Viotti, Parigi 1810; M. de Villemarest, Souvenirs de Blangini, Parigi 1834; P. B. Ferrero ed altri, Brevi cenni su G. P., celebre suonatore di violino, Torino 1847; Schilling, Universal Lexikon der Tonkunst, V, Stoccarda 1841; A. Bertolotti, G. P. e altri amici della corte di Torino nel sec. XVIII, Milano 1891; D. Carutti, Della famiglia di G. P., in Miscellanea di storia italiana, s. 3ª, 1895; A. Schering, Geschichte des instrum. Konzerts, Lipsia 1905; A. Moser, Geschichte des Violinspiels, Berlino 1923; F. Torrefranca, Le origini italiane del romanticismo musicale. I primitivi della sonata moderna, Torino 1930: St. Cordero di Pamparato, G. P., in Riv. mus. it., XXXVIII; A. Della Corte, Notizie di G. P. musicista torinese (1731-1798), in Torino, XI (1931), n. 12, pp. 26-38.