ROVERETO, Gaetano

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 89 (2017)

ROVERETO, Gaetano

Elena Zanoni

– Nacque a Mele, in provincia di Genova, il 15 novembre 1870 da Giuseppe Francesco (1845-1897) e da Teresa Piccardo, primo di quattro fratelli. Apparteneva al ramo nobile dei marchesi di Rivanazzano, imprenditori nel ramo delle cartiere.

Frequentò la scuola pubblica fino alla classe terza normale inferiore; da allora fu un autodidatta. Incline allo studio delle scienze naturali, ebbe «per libera scelta» il sacerdote Luigi Sbuttoni quale «maestro di botanica, di mineralogia, di geologia» (G. Rovereto, Dedica a Luigi Sbuttoni, in Id., Diabasi..., 1894, p. 3). Fu poi seguito da Senofonte Squinabol e Arturo Issel, il quale lo coinvolse nella Società ligustica di scienze naturali e geografiche nata nel 1889.

Nel 1891 fu nominato assistente straordinario presso il Regio Museo geologico di Genova e, nello stesso anno, pubblicò il suo primo contributo scientifico: La serie degli scisti e delle serpentine antichi in Liguria (in Atti della Società ligustica di scienze naturali e geografiche, II (1891), pp. 325-346; IV (1893), pp. 97-141). L’anno successivo fu confermato assistente ordinario del Museo e, su proposta di Issel e di Romolo Meli, fu nominato socio della Società geologica italiana nata nel 1881. Presso il Museo geologico si occupò in primo luogo di ordinare le collezioni e studiare i fossili in esso conservati, preludio alla pubblicazione dell’Illustrazione dei molluschi fossili tongriani posseduti dal Museo geologico della R. Università di Genova (Genova, 1900).

Nel luglio del 1899 sposò Adele Mameli (1875-1900) dalla quale ebbe una figlia, Teresa. Nel dicembre del 1900 la moglie venne a mancare.

Nel 1903, assieme al collega Paolo Vinassa de Regny, fondò il Giornale di geologia pratica, che diresse fino al 1908 e che terminò le proprie pubblicazioni nel 1925. Nel 1904 il Consiglio superiore della pubblica istruzione equiparò i suoi titoli scientifici alla laurea e l’anno successivo Rovereto conseguì la libera docenza. Dal 1905 al 1909 fu professore di geologia applicata all’Università di Genova. Nel 1908 compì un’escursione scientifica nell’Italia settentrionale durante la quale ebbe occasione di conoscere diversi studiosi europei nonché il geomorfologo americano William Morris Davis, di cui accolse in parte le teorie.

Secondo le parole del geografo linceo Aldo Sestini, Rovereto non si schierò mai nettamente con una teoria scientifica, poiché «preferiva attenersi alla osservazione concreta dei singoli casi» (Sestini, 1953, p. 54). Fu dunque incline a sostituire al concetto di processo ciclico, fondamentale per Davis, quello di uno svolgimento continuato, per quanto riguarda sia l’erosione fluviale sia quella carsica e costiera. Fu inoltre critico nei confronti della teoria delle cause attuali, proposta tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento dai geologi scozzesi James Hutton e Charles Lyell e agli inizi del Novecento ampiamente accolta dalla comunità scientifica (La evoluzione fisica e la teoria delle cause attuali, estratto da Rivista ligure di scienze, lettere e arti, 1906, n. 4).

Nel 1909 fu chiamato dal governo argentino in qualità di consulente geologico presso la Direzione generale dell’Irrigazione in vista di un vasto programma di lavori pubblici. Visse in America meridionale fino al 1921, esplorando diverse zone geologicamente inviolate di Argentina, Brasile e Paraguay. I risultati di questi studi confluirono in diversi scritti, tra i quali si ricordano in particolare: gli Studi di geomorfologia argentina (Roma 1911-1920) e Los estratos araucanos y sus fòsiles (con 31 láminas y 92 figuras en el texto) (Buenos Aires 1914). Quest’ultima opera «per la prima volta permise di datare in modo sicuro questa formazione discussa e [di] metterla in correlazione con il Pliocene nordamericano ed europeo» (Gortani, 1953, p. 338). Rovereto venne in seguito nominato professore onorario all’Università di La Plata e socio corrispondente della Società argentina di studi geografici.

Tornato in Italia, nel 1922 divenne titolare della cattedra di geologia applicata presso l’Università di Genova per essere poi nominato docente ordinario nel 1926, incarico che mantenne fino al pensionamento nel 1940. Dopo questa data continuò a tenere per due anni il medesimo corso, nonché quello di geografia fisica dal 1946 al 1949.

Nel corso della sua carriera compì numerosi viaggi di studio nelle Canarie, in Corsica, Dalmazia, nelle Alpi e in tutta la penisola italiana e da questi trasse le informazioni per i suoi numerosi scritti, tra i quali spiccano quelli dedicati alle geomorfologia.

Già nei primi anni del Novecento pubblicò alcune importanti memorie dedicate a questa branca della geologia: Geomorfologia delle coste, ossia appunti per spiegare la genesi delle forme costiere, Genova 1903; Geomorfologia delle valli liguri, Genova 1904; Geomorfologia del gruppo del Gran Paradiso, Torino 1907; Studi di geomorfologia, Genova 1908.

Si ricorda in particolare l’opera Forme della Terra. Trattato di geologia morfologica pubblicato per i tipi della casa editrice milanese Hoepli tra il 1923 e il 1924. L’opera, in due volumi, gli valse nel 1926 il premio reale dell’Accademia nazionale dei Lincei, della quale era socio corrispondente dal 1922; fu nominato socio nazionale nel 1947.

Il Trattato di geologia morfologica fu definito da Aldo Sestini una «vera miniera di dati geomorfologici regionali, tanto per l’Italia quanto per altri paesi, attinti a conoscenze personali ed a una bibliografia oltremodo vasta». Esso conteneva «spunti di nuove e geniali idee» con l’obiettivo di «dare più rigorosa sistematicità alla materia attraverso una ricca ed in parte nuova terminologia» (Sestini, 1953, p. 55). L’opera è suddivisa in tre sezioni: la prima dedicata alle basi della geomorfologia; la seconda alla geomorfologia speciale in cui l’autore tratta degli agenti modellatori più importanti, ossia mari e corsi d’acqua; la terza si occupa dei tipi morfologici regionali. In essa «per la prima volta in Italia si trova coordinato e concentrato tutto l’ingente materiale che riguarda l’origine e l’evoluzione delle forme terrestri» (Riccardi, 1925, p. 251).

Oltre che di geomorfologia, Rovereto si occupò di stratigrafia e tettonica, con scritti relativi alla Liguria, in particolare al Savonese, a Capri, alle Alpi e alla Corsica. Si interessò anche di paleontologia, prestando particolare attenzione agli anellidi e collaborando con la Rivista italiana di paleontologia.

A partire dagli anni Venti iniziò a dedicarsi anche alla divulgazione scientifica collaborando a riviste come l’Universo e alla promozione dell’alpinismo e del turismo. In quest’ultimo campo si ricorda in particolare, oltre alla pubblicazione di alcuni articoli sul Bollettino del Club alpino italiano e della Guida delle Alpi Apuane (Genova 1905, con E. Questa - L. Bolzano), la sua collaborazione a Le vie d’Italia e a Le vie d’Italia e dell’America latina, entrambe edite dal Touring Club Italiano con lo scopo di contribuire allo sviluppo del turismo nel nostro Paese oltre che di creare maggiori contatti tra l’Italia e i connazionali all’estero. Risponde alla vocazione divulgativa di Rovereto anche la composizione del manuale di Geologia. Teoria - pratica - applicazioni, pubblicato a Milano da Hoepli nel 1931, destinato a studenti di diverse facoltà e particolarmente attento alle applicazioni pratiche della disciplina. Oltre un terzo dell’opera, infatti, è dedicato alla geologia delle industrie e delle costruzioni e la stessa sezione di Geologia strutturale vede ciascun paragrafo concludersi con Esempi e applicazioni.

Rovereto, come molti geologi dell’epoca impegnati nel fornire basi teoriche e tecniche necessarie alla crescita economica del Paese, si dedicò alla geologia applicata anche con scritti relativi a ferrovie e gallerie transappenniniche: Studio geologico di alcune ferrovie progettate attraverso l’Appennino ligure (in Atti della Società ligustica di scienze naturali e geografiche, 1901, vol. 12, pp. 134-144); Profilo geologico della galleria Isoverde-Rigoroso (Genova 1902); Nuovi studi geologici sulle grandi gallerie transappenniniche di recente progettate (in Giornale di geologia pratica, 1902, vol. 1, pp. 44-49; La questione della direttissima Genova-Tortona (ibid., 1906, vol. 4, pp. 46-48). Contribuì poi al rilevamento cartografico del territorio della penisola in corso in quei decenni realizzando alcune carte geologiche. In particolare, pubblicò con Arturo Issel la Carta geologica dei territori di S. Giustina e Sassello in scala 1:50.000 (Genova 1900).

Nel 1928 fu nominato socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino. Nel 1939 pubblicò la Liguria geologica (in Memorie della Società geologica italiana, 1939, vol. 2, pp. 1-743), «importante oltre che per la descrittiva degli aspetti geologici» liguri «perché costituisce la più vasta e minuziosa trattazione ed impostazione dei problemi connessi allo studio della regione» (Conti, 1953, p. 134). Collaborò anche con il Bulletin de la Société géologique de France. Nel 1941 prese parte al progetto per la Storia di Genova dalle origini al tempo nostro di cui egli curò la sezione dedicata alla Liguria geologica (in M.M. Martini et al., Storia di Genova dalle origini al tempo nostro, Milano 1941). Si occupò anche di geografia antropica con studi sul porto di Genova, sui fondi di terra dell’Appennino ligure, sulla storia delle fasce della Liguria, sui monticelli artificiali e le pietre mitiche.

Morì a Genova il 23 novembre 1952.

Opere. Oltre a quelle citate: Diabasi e serpentine terziarie nella Liguria occidentale, in Atti della Società ligustica di scienze naturali e geografiche, 1894, vol. 5, pp. 163-174; Un’antica industria nella Liguria, in Bollettino della Reale Società geografica italiana, s. 6, 1935, vol. 12, pp. 32-38.

Fonti e Bibl.: Resoconto dell’adunanza generale jemale della Società geologica italiana tenuta a Padova il giorno 21 aprile 1892, in Bollettino della Società geologica italiana, 1892, vol. 2, pp. 15-33; R. Riccardi, Recensione a Forme della Terra. Trattato di geologia geomorfologica, in Bollettino della Reale Società geografica italiana, s. 6, 1925, vol. 2, pp. 251-254; Chi è? Dizionario biografico degli italiani d’oggi, Roma 1948, p. 337; S. Conti, Commemorazione del socio G. R., in Bollettino della Società geologica italiana, 1953, vol. 72, pp. 132-140 (con elenco completo delle opere); M. Gortani, Commemorazione del socio G. R., in Atti della Accademia nazionale dei Lincei. Rendiconti. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, CCCL (1953), 14, 2, pp. 336-343 (con elenco completo delle opere); A. Sestini, G. R. (1870-1952), in Rivista geografica italiana, LX (1953), 60, pp. 54 s.; C. Sertorio, Il patriziato genovese. Discendenza degli ascritti al Libro d’oro nel 1797, Genova 1967, pp. 306 s.; R. Lasagni, Sbuttoni Luigi, in Dizionario biografico dei parmigiani, IV, Parma 1999, p. 828.

TAG

Accademia delle scienze di torino

Accademia nazionale dei lincei

Società geografica italiana

Società geologica italiana

Paolo vinassa de regny