Flamìnio, Gaio

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1. Tribuno della plebe nel 232 a. C., fece approvare una legge per l'assegnazione viritana dell'Agro Piceno e Gallico, nella quale la tradizione aristocratica vide l'inizio della crisi politica interna romana e la causa del tumultus gallico del 225. Console nel 223, riportò sugl'Insubri una vittoria di cui la tradizione ostile assegnò il merito ai suoi ufficiali, e trionfò contro il volere del senato per desiderio del popolo. Censore nel 220, costruì il Circo Flaminio e la Via Flaminia. Console per la seconda volta nel 217, tentò di arrestare l'avanzata di Annibale, portandosi ad Arezzo con due legioni mentre il collega Servilio si attestava con altre due a Rimini, ma non poté impedire la marcia di Annibale verso il sud; lo tallonò in attesa che sopravvenisse il collega, ma, tratto da Annibale in una imboscata sul Trasimeno, perì con quasi tutto il suo esercito. La tradizione patrizia lo ha perseguitato soprattutto per la sua coraggiosa opera politica in favore della plebe. 2. Figlio del precedente; pretore nel 193, combattè con successo in Spagna; nel 187 fu console e vinse i Liguri Apuani. Fondò Aquileia nel 181.

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