Galassia

Enciclopedia Dantesca (1970)

Galassia

Giovanni Buti
Renzo Bertagni

È il nome greco (Γαλαξίας, latino Galaxias) della latina Lactea Via, la Via Lattea: espressione mai usata da Dante. In Pd XIV 97-99, D. ricorre a essa come quella che si estende (approssimativamente) fra ' poli del mondo per dare un'idea della croce di Marte formata dagli spiriti combattenti. Lo strano biancheggiare della G. induce a fare supposizioni diverse sulla sua natura e, come dice il poeta, fa dubbiar ben saggi. In Cv II XIV 5-8 troviamo una breve rassegna delle varie ipotesi sulla G.: per i pitagorici è una bruciatura provocata dalla deviazione del sole in conformità alla favola di Fetonte (If XVII 107-108, Pg IV 71-72, Pd XXXI 124-125); per Anassagora e Democrito è lume del sole ripercosso; quanto ad Aristotele, il suo pensiero espresso in Meteor. 1, 8 non risulta chiaro per lo errore de li translatori: nella translatio nova (fatta direttamente dal testo greco) sembra che siano vapori attratti dalle stelle, ma questo non pare giusto; nella ‛ Vecchia ' (fatta sul testo arabo) sono stelle piccolissime, indistinguibili, che producono quell'albore; e così pare che pensino anche Avicenna e Tolomeo (Almagestum I 8).

Le opinioni qui esposte da D. sembrano però derivare da quanto scrive Alberto Magno (nel De Meteoris I II 2, 3 e 5): " Fuerunt autem quidam qui dixerunt, quod sol aliquando movebatur in loco illo, et suo lumine et calore combussit orbem in loco illo [cfr. De Causis et proprietatibus elementorum I II 12, dove è riportata la leggenda di Fetonte]... Fuit autem, ut puto, haec opinio Pythagorae, qui dixit esse terram stellam et moveri, et coelum stare et comburi a sole... Illi autem qui imitabantur Anaxagoram et Democritum, dixerunt quod galaxia est lumen mutuatum a sole quibusdam stellis: et hoc modo dicitur lumen illarum stellarum... Nihil aliud est galaxiam, nisi multae stellae parvae quasi contiguae in illo loco orbis, in quibus diffunditur lumen solis: et ideo videtur circulus albescens quasi fumus ".

Da notare che nel Medioevo chiamavano la G. ‛ Via di Sa' Iacopo ' per equivoco di suono con Galizia, la regione spagnola nella quale si trova Santiago de Compostela, dove si venerava e si venera tuttora la leggendaria tomba di s. Giacomo Maggiore, fratello di s. Giovanni evangelista. Donde e la circonlocuzione e l'esplicazione dantesca: il barone / per cui là giù si vicita Galizia (Pd XXV 17-18); la Galassia, cioè quello bianco cerchio che lo vulgo chiama la Via di Sa' Iacopo (Cv II XIV 1). La tomba di s. Giacomo con la tomba di s. Pietro a Roma e la terrasanta erano i luoghi di pellegrinaggio più famosi, i cui visitatori avevano i nomi caratteristici di ‛ pellegrini ' (in senso stretto), ‛ romei ' e ‛ palmieri ', come spiega d. stesso in Vn XL 7.

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