GAMBIA

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1992)

GAMBIA

Paola Morelli
Marco Lenci

(XVI, p. 354; App. III, I, p. 697; IV, I, p. 892)

Repubblica indipendente dal 1965 (già colonia britannica); si estende per 10.689 km2, dalla costa fino all'interno del Senegal, sulle due sponde del corso inferiore del fiume omonimo. È un esempio della irrazionale ripartizione politica dell'Africa, determinata dalle suddivisioni territoriali risalenti al periodo coloniale, che ostacolano ancora oggi l'integrazione sociale e favoriscono una sorta di neocolonialismo.

La fascia costiera, coperta di mangrovie, subisce le ingressioni dell'acqua marina che rendendo salino il terreno ne impediscono la fertilità. La parte più interna del paese è dominata dalla savana. Le precipitazioni nel complesso sono scarse e vi è un'unica stagione delle piogge (giugno-ottobre); durante la stagione secca le temperature sono assai elevate.

Il territorio è distinto in sei divisioni ove si contavano, alla rilevazione censuaria del 1983, 687.817 abitanti (saliti a 975.000 a una stima del 1990), con una densità media di 64 persone/km2. Nella divisione di Banjul vi è l'omonima capitale che raccoglie 44.536 abitanti. Il coefficiente annuo di accrescimento è pari al 3%. La popolazione, composta prevalentemente da Mandingo (44%), da Fula, Wolof e Serahuli, è per il 95% di religione musulmana. La percentuale degli analfabeti è stimata intorno al 75%.

Condizioni economiche. − Il settore primario raccoglie il 75% della popolazione attiva e contribuisce al 28% del prodotto interno. Soltanto il 15,5% della superficie territoriale è destinato all'arativo e alle colture arborescenti; le foreste coprono il 15,9%, mentre prati e pascoli appena l'8%. Come per il Senegal, anche in G. è prevalentemente diffusa la coltura industriale dell'arachide che alimenta poco meno del 90% delle esportazioni del paese. Le colture alimentari locali (riso, manioca, sorgo, miglio, mais) non soddisfano il consumo interno. L'unica attività industriale del paese è ovviamente la lavorazione delle arachidi che si effettua negli impianti di Banjul, Kau-Ur e Kuntaur. Assai modesto il sistema delle comunicazioni: dei 3083 km di strade poco più della metà sono transitabili in ogni stagione; Banjul, principale porto del paese, è dotato di un aeroporto.

Storia. - La situazione politica in G., sino ad allora agevolmente dominata dalla figura di D. Jawara e dal suo partito (People's Progressive Party), subì una brusca svolta il 30 ottobre 1980, a seguito di un tentativo di colpo di stato operato presumibilmente per conto della Libia. Sulla base di un accordo di difesa reciproca, sottoscritto dai due paesi nel 1967, il presidente Jawara invocò l'aiuto del Senegal, che con il pronto invio di reparti militari provvide a riportare l'ordine a Banjul. Un secondo sussulto eversivo, imputato al leader della sinistra Kukli Samba Sanyang, si registrò il 29 luglio 1981; di nuovo fu decisivo l'intervento dell'esercito senegalese che, dopo violenti scontri, ebbe ragione dei rivoltosi. Al drammatico avvenimento tenne dietro il 17 dicembre 1981 un accordo federale tra Senegal e G. (Confederazione della Senegambia), che prevedeva l'integrazione delle forze armate tra i due stati e un loro stretto coordinamento sul piano diplomatico, monetario e infrastrutturale. Dopo di allora però non si registrava alcun progresso significativo sulla via di quella maggiore integrazione con il Senegal che pure i dirigenti gambiani continuavano a presentare come prioritaria. Al contrario, a Banjul si venivano segnalando vari sintomi di una crescente diffidenza verso il più potente vicino e i suoi supposti piani annessionistici, sintomi poi sfociati in una vera crisi nel settembre 1989 con il definitivo scioglimento della Confederazione. Nel gennaio 1991 i ministri degli Esteri del G. e del Senegal hanno firmato un accordo bilaterale di amicizia e cooperazione. In questa fluida cornice politica si sono evidenziati per altro non pochi elementi d'instabilità sociale dovuti al progressivo deteriorarsi di un'annosa crisi economica che nel 1986 ha causato la svalutazione del 100% della moneta nazionale (il dalasi).

Le elezioni presidenziali e legislative tenutesi il 29 aprile 1992 hanno decretato il successo di D. Jawara, che ha ottenuto il 60% dei voti, e del suo partito, che ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi.

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