Gancio

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fig. A

In genere, ferro d’una certa grossezza, ripiegato a uncino, per afferrare o sospendere o trattenere qualche cosa o comunque collegare qualche cosa. Il materiale di cui sono fatti è di norma l’acciaio forgiato. Anche nel dispositivo d’attacco per il collegamento tra i veicoli è presente un g. generalmente di forma aperta, che serve a trasmettere lo sforzo di trazione; è detto g. di trazione se relativo al materiale mobile ferroviario (v. fig. A), e in tal caso è applicato all’estremità dell’asta di trazione; è detto, invece, g. di traino quello che collega un veicolo trattore a uno rimorchiato. In meccanica, g. di sospensione, organo di attacco usato generalmente per collegare i carichi alle funi e catene delle macchine da sollevamento (v. fig. B); per piccole velocità di alzata si usano g. semplici a larga apertura; per velocità maggiori si usano il tipo ad apertura stretta con becco di sicurezza, oppure g. doppi (o a favone) dai quali il carico non può essere distaccato se non posandolo e allentando la fune, o g. ad ancora. Tipi particolari di g. sono: il g. a scocco (v. fig. E), che è munito di un anello di chiusura, mantenuto a posto per solo attrito e quindi apribile di colpo con una martellata; il g. automatico, così detto perché si apre appena viene a cessare la tensione nel cavo al quale è applicato (sono di questo tipo i g. impiegati per la sospensione delle imbarcazioni di salvataggio).

In aeronautica, g. d’arresto o di appontaggio, dispositivo che, posto sotto la fusoliera di un aeromobile, nella fase finale dell’appontaggio su una nave portaerei, ne arresta la corsa agganciandosi a robuste funi disposte trasversalmente al ponte di volo.

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