CAVALIERI, Gaspare Antonio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 22 (1979)

CAVALIERI, Gaspare Antonio

Luciano Osbat

Nato a Roma il 22 sett. 1648 dal marchese Emilio e da Clelia, figlia del duca di Sannesio, fu educato dai gesuiti nel Collegio Romano insieme al fratello minore Francesco, erede del nome e della fortuna di questo ramo della famiglia. L'ambiente nel quale crebbe fu profondamente influenzato dagli stretti rapporti che la sua famiglia aveva con la Curia romana già dal tempo del Gaspare maritato a Diana Vittoria (o de' Victoriis), nipote di Paolo V, e che divennero ancor più saldi dopo l'ascesa al pontificato di Clemente X (il romano Emilio Altieri), il quale concesse il proprio nome e considerò propri familiari i congiunti di Paluzzo Paluzzi degli Albertoni, creato cardinal nepote: la nonna del C. era appunto Girolama Paluzzi Albertoni, la zia di Paluzzo.

Proprio Clemente X favorì la carriera del C. negli uffici della Curia: fu infatti referendario delle Segnature di grazia e giustizia nel 1670; due anni più tardi gli fu concesso l'ufficio di chierico della Camera apostolica, successivamente ricoprì l'incarico di prefetto dell'Annona e di commissario generale delle milizie pontificie. In diverse occasioni Clemente X si giovò dell'opera di questo fidato collaboratore, quando la delicatezza del compito e l'importanza della questione richiedevano attenzione particolare: come negli anni 1673-1675, allorché il C. ebbe l'incarico di rivedere i rendiconti presentati da Buonaccorso Buonaccorsi, già tesoriere generale e collettore generale degli spogli in Italia sotto Clemente IX (1667-1669).

Negli anni di Innocenzo XI (1676-1689) il C. proseguì la sua attività in Curia acquistando la fiducia del nuovo pontefice e certamente anche quella del segretario di Stato, il cardinale Alderano Cybo. Nel 1686 fu nominato cardinale e l'anno successivo venne destinato a reggere la diocesi di Capua, dove giunse solamente nella primavera del 1688. Si trovava così, giovanissimo e con una ormai lunga esperienza di lavoro in Curia, a guidare una diocesi cospicua per rendite, comoda per la vicinanza a Napoli e per essere ben collegata con Roma, particolarmente adatta a fornire quell'esperienza pastorale che gli mancava. Durante la sua reggenza ebbe luogo una visita pastorale delle parrocchie, si riparò la chiesa cattedrale, si restaurò la dimora episcopale, ma ciò non lo coinvolse direttamente. La sua salute infatti era nettamente peggiorata da quando aveva lasciato Roma. Soggiornò a Napoli per diversi mesi perché, come scriveva al Cybo, il clima di Capua non gli giovava. Continuò a peggiorare nonostante le cure cui si sottopose. Morì a Roma il 17 ag. 1690. Fu sepolto all'Ara Coeli, nella cappella di S. Gregorio, che raccoglie gran numero di spoglie di membri ragguardevoli della famiglia Cavalieri.

Fonti e Bibl.: Quanto fu scritto da M. Guarnacci nelle sue Vitae et res gestae Pontif. Romanorum et S. R. E. cardinalium a Clemente X usque ad Clementem XII scriptae..., Romae 1751, I,coll. 289 s., è stato successivamente copiato da tutti gli autori che si sono interessati del Cavalieri. La sua presenza a Capua suscitò scarsa attenzione nelle cronache locali: così F. Granata, Storia sacra della chiesa metropol. di Capua, Napoli 1766, vi accenna a p. 173 del primo volume. Recentemente R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica…, V,Patavii 1952, aggiungono poche annotazioni marginali, alle pp. 14 e 141, a quanto già detto dal Guarnacci. Pochissime notizie dirette sul C. si possono trarre da fonti inedite: nella Bibl. Ap. Vat., si possono vedere i Ruoli di famiglia, voll. 160, f. 29v; 164, ff. 23v e 28v; 169, ff. 22v e 27v; i Necrologi romani dal 1674 al 1691, in Vat. lat. 7884, f. 191; nell'Archivio Segreto Vaticano, le Lettere di cardinali, vol. 52, i ff. 153, 213, 250, 303, 440 contengono le lettere indirizzate al cardinale Cybo da Capua e da Napoli nella primavera-estate del 1688; cfr. inoltre nell'Archivio di Stato di Roma, Camerale I. Appendice, vol.84, ff. 202-203.

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