PRATONERI, Gaspare detto Spirito o Spirito da Reggio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 85 (2016)

PRATONERI (Pratonera, Pratonero, Pratonieri), Gaspare detto Spirito o Spirito da Reggio

Sauro Rodolfi

PRATONERI (Pratonera, Pratonero, Pratonieri), Gaspare detto Spirito o Spirito da Reggio. – Ultimo di sette figli, nacque e fu battezzato a Reggio nell’Emilia il 26 gennaio 1530 col nome del padre, deceduto pochi mesi prima (Archivio del battistero di Reggio nell’Emilia, Libri dei battezzati, anni 1527-30, c. 29r).

Il 31 maggio 1539 ricevette la tonsura e i primi quattro ordini sacri nonché l’ammissione alla scuola dei chierici della cattedrale (Reggio nell'Emilia, Archivio vescovile, Atti delle sacre ordinazioni, b. 1), dove il maestro di cappella dedicava loro «del tempo del insegnar di cantare» (Rodolfi, 2014, p. 229).

La famiglia Pratoneri – la forma cognominale derivò dal toponimo Villa Pratonera, località oggi nel comune di Cavriago – si era arricchita nella Reggio del Quattrocento con la mercatura della lana. All’inizio del sec. XVI il nonno paterno Paolo acquisì il giuspatronato di una cappella nella chiesa di S. Agostino, erigendovi il sepolcro per sé e i suoi discendenti, mentre suo cugino Girolamo ottenne analogo privilegio per una cappella della basilica collegiata di S. Prospero, sul cui altare fu collocata la pala dell’Adorazione dei pastori commissionata nel 1522 al Correggio.

Dopo un vuoto documentale di tre lustri, il nome di Gaspare Pratoneri ricompare in due carte del 3 e 29 maggio 1555, associato alle qualifiche di «sacerdote partecipante» e «mastro di capella» dell’anzidetta basilica di S. Prospero. In tali date il giovane musicista fu rispettivamente fornitore di «uno libro, chiamato La tertia parte de le Messe, per cantare in choro» (Reggio nell'Emilia, Archivio capitolare di S. Prospero, Amministrazione di sagrestia, Registro di introiti e spese, anni 1546-57, c. 38r) e assegnatario di una stanza nella quale era tenuto «edocere musicam clericos inservientes ipsi ecclesie» (Archivio di Stato di Reggio nell’Emilia, Notarile, b. 974, Carlo Ruggeri), attività quest’ultima che gli assicurò una nutrita e devota schiera di discepoli.

Nei documenti della basilica egli appare talvolta menzionato col nome di Spirito – senza che oggi se ne comprendano la ragione e l’esatto significato – laddove si certifica, per esempio, che «Spirito maistro di capella» intascò nove lire per aver fatto musica durante la festa di san Prospero del 25 giugno 1558 o ricevette una partita di guanti da assegnare a «due de puti» che cantarono alla processione del Corpus Domini del 28 maggio 1562 (Reggio nell'Emilia, Archivio capitolare di S. Prospero, Amministrazione di sagrestia, Registro di introiti e spese, anni 1557-62, cc. 51r, 87r). Peraltro, il nome di Spirito da Reggio è stato confuso, in dizionari e repertorii anche recenti, con quello di Bartolomeo Torresani detto Oste da Reggio, musicista coevo di origini e attività lombarde.

Le più antiche pagine a stampa di Gaspare Pratoneri, due madrigali a quattro voci pubblicati dal veneziano Girolamo Scotto nella raccolta intitolata Il Desiderio, uscirono nel 1566, quando,  decaduto dalla mansione di maestro di cappella, poté dedicarsi più liberamente alla composizione e altresì presentare, due anni dopo, il primo e vero saggio del suo estro creativo, un Libro de madrigali a cinque e sei voci edito da Scotto, che tra l’altro include brani dedicati a taluna nobildonna reggiana, a Orazio Malaguzzi, conte palatino e cugino dell’Ariosto, ad Alfonso I Gonzaga, conte di Novellara. Nel 1569, anno in cui risultava aggregato al clero della cattedrale (Archivio di Stato di Reggio nell’Emilia, Notarile, b. 977, Carlo Ruggeri, c. allegata all’atto del 28 aprile 1569), pubblicò Harmonia super aliquos Davidis psalmos a sei voci, indirizzata a Eustachio Locatelli, domenicano bolognese e confessore di Pio V, neoeletto vescovo di Reggio.

In cattedrale il musicista fu anche titolare di una mansioneria (Reggio nell'Emilia, Archivio vescovile, Sinodi, b. 1, Atti del sinodo Locatelli, anno 1575) ed esponente dell’annesso consorzio presbiterale dei ss. Crisanto e Daria, a nome del quale – e in alternanza con alcuni confratelli, tra cui l’ex-allievo don Paolo Vasti – celebrava una messa quotidiana (Archivio di Stato di Reggio nell’Emilia, Notarile, b. 980, Carlo Ruggeri, atti del 15 dicembre 1577 e 2 gennaio 1579).

Tra il 17 e il 21 agosto 1579, con l’avallo del vescovo Benedetto Manzoli e tramite una complessa ratifica notarile, Gaspare Pratoneri nominò l’ex-allievo don Pellegrino Valla suo procuratore, affidandogli il compito di permutare la propria mansioneria con un canonicato della basilica di S. Prospero (Reggio nell'Emilia, Archivio vescovile, Collazioni di parrocchie, b. 3, Mansionerie della cattedrale, anni 1560-84; Archivio di Stato di Reggio nell’Emilia, Notarile, b. 980, Carlo Ruggeri, atti del 20 e 21 agosto 1579). Dopodiché trascorse il resto della vita dedicandosi alle incombenze connesse alla nuova carica canonicale, cui aggiunse il 20 ottobre 1580 quella di censore «dei musici e degli altri ufficiali della basilica» (Artioli, 1992, p. 201). Aderente alla locale Accademia dei Politici, ne divenne «principe» nel 1583 subentrando al reggiano conte Alfonso Fontanelli (Guarrasi, 1990, pp. 72 s., 79 s.) – verosimilmente suo ex-allievo, in procinto di trasferirsi alla corte di Ferrara quale maestro di camera del marchese Alfonso d’Este – e in parallelo licenziò i Panegirica octo vocum (1584), mottetti con organico sia vocale sia strumentale, da eseguirsi nelle principali solennità dell’anno liturgico e dedicati al vescovo Manzoli. Nell’arco poi di un triennio, per i tipi del veneziano Giacomo Vincenti, diede alla luce un libro di Madrigali ariosi a quattro voci (1587), comprendente anche tre madrigali di don Pellegrino Valla (che firmava pure la dedicatoria al modenese Fabio Masetti, futuro ambasciatore a Roma del duca Cesare d’Este), e una nuova edizione, riveduta e ampliata, dei salmi a sei voci per i vespri, la quale uscì con l’incipit del titolo lievemente variato, Harmonia super omnes Davidis psalmos (1589).

Tra i madrigali ariosi figurano di nuovo diversi brani indirizzati a signore della nobiltà e del patriziato di Reggio, attagliati alla letteratura d’encomio femminile, fiorente all’epoca in città (cfr. Guarrasi, 1972). La riproposta della silloge salmica – indirizzata da Vincenti ad Aurelio Troiani, abate di S. Giovanni di Verdara a Padova – era stata voluta dall’editore, il quale la giudicava «compositione commoda et utile et ricercata da molti» (cfr. dedicatoria, 1589).

Da ultimo Pratoneri fondò un «ridutto» musicale di «virtuosissimi et onorati signori», ai quali don Vasti dedicò una silloge di canzoni a sei voci del defunto Vincenzo Spada, «benedetta anima […] affetionata et obligata al signor Spirito» (Il primo libro di canzoni a sei voci, Venezia, R. Amadino, 1592, dedicatoria). Acquisito un certo spicco nel contesto culturale dei ducati estensi, Gaspare Pratoneri strinse vincoli amicali con vari eruditi e artisti, in particolare con i compositori Orazio Vecchi e Mesino Forni. Fece testamento il 30 giugno 1594, eleggendo esecutori il fratello Paolo e don Vasti, al quale lasciò la sua biblioteca, eccetto i «libri da musica da chiesa» devoluti a S. Prospero (Archivio di Stato di Reggio nell’Emilia, Notarile, b. 695, Bernardino Vasti). Si spense a Reggio il 27 marzo 1595 e fu sepolto in S. Agostino, come si legge in un omaggio poetico di vari autori (tra i quali Orazio Vecchi) edito all’indomani della morte e curato dallo stesso don Vasti (Raccolta di varie compositioni volgari e latine, Reggio, E. Bartoli, [1595], p. 42). La produzione profana, una cinquantina di madrigali in gran parte riuniti nelle due raccolte del 1568 e 1587 o altrimenti sparsi in varie edizioni collettive e antologie, predilige un linguaggio di andamento omoritmico, tono declamatorio e trama accordale a rinforzo della parte vocale acuta, che rimanda al cosiddetto madrigale arioso, nato negli anni Cinquanta e sviluppatosi per un trentennio. Anche la musica da chiesa propende alla scrittura armonica, con effetti di austero impianto sonoro, talora impreziosito dal ricorso alla tecnica del doppio coro.

Fonti e Bibl.: N. Guarrasi, Cinque poemi per le donne reggiane, in Bollettino storico reggiano, 1972, vol. 18, n. speciale, pp. 7-199: passim; L. Artioli, Maestri di cappella, organisti e cantori, in Musiche e secoli nella basilica di San Prospero, a cura di E. Monducci, Reggio nell’Emilia 1992, pp. 191-354: passim; N. Guarrasi, Le Accademie letterarie a Reggio. L’accademia dei “Politici”, in Strenna del Pio Istituto Artigianelli, 1990, pp. 71-81; The New Grove dict. of music and musicians (ed. 2001), XX, p. 279; S. Rodolfi, Musica e musicisti nella cattedrale di Reggio nell’Emilia dal medioevo all’inizio del secolo XVII (1058-1614), in Vere Dignum. Liturgia, musica, apparati. Atti della III giornata di studio sulla Cattedrale di Reggio Emilia, a cura di C. Ruini, Bologna 2014, p. 229.

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