GAUNILONE

Enciclopedia Italiana (1932)

GAUNILONE

Guido Calogero

. Di un monaco Gaunilo del monastero di Marmoûtier (Maius Monasterium, presso Tours) parla il Martène nella sua cronaca manoscritta del convento medesimo, riferendo come egli fosse un conte di Montigny che, entrato nel chiostro l'anno 1044, vi visse fino al 1083. Ma la sua notorietà è tutta affidata al Liber pro insipiente, che egli compose e pubblicò anonimo, per combattere (parlando, come diceva il titolo, in difesa del biblico insipiens che dixit in corde suo: non est deus) l'argomento ontologico dell'esistenza di Dio sviluppato da S. Anselmo nel Proslogion.

Del Liber v. l'edizione di C. Haas, Die Text e zum Gottesbeweis, Tubinga 1863: contenente anche il Monologium e il Proslogion di S. Anselmo e la sua replica a G. cioè il Liber apologeticus; v. inoltre A. Daniels, Quellenbeiträge und Untersuchungen z. Gesch. d. Gottesbegeise im dreizehnten Jahrh., nei Beiträge z. Gesch. d. Philos. d. Mittelalters del Baeumker, VIII, i-ii, Mügnster 1909, p. 7 segg. Nell'argomento di S. Anselmo, presupposta la concezione di Dio come ens quo nihil maius cogitari potest, se ne deduceva la necessità di attribuire a quell'ens anche l'esistenza, perché negarla avrebbe equivalso a contraddire senz'altro la premessa, in quanto si sarebbe reso con ciò pensabile un ente che, aggiungendo al complesso delle perfezioni divine anche l'attributo dell'esistenza, sarebbe stato più perfetto di Dio. Al che G. obiettava come l'argomento importasse un indebito salto dall'esse in intellectu all'esse in re, perché anche quell'esistenza che si doveva attribuire a Dio, posta la premessa della sua insuperabile perfezione, era solo un'esistenza pensata e non un'esistenza reale. E osservava come l'argomento provasse troppo, con esso potendosi anche dimostrare la realtà di un'isola inesistente, quando la si fosse pensata come la più perfetta fra tutte le pensabili isole. Esempio che, a sua volta, provava troppo, perché di una reale impensabilità del più perfetto si poteva parlare solo a proposito della perfezione assoluta e infinita di Dio (come a G. poté ribattere .S. Anselmo, rispondendogli nel Liber apologeticus adversus respondentem pro insipiente). Ma, con la sua obiezione principale, G. affermava chiaramente la verità che l'essere, in quanto posizione di esistenza, non è nota di concetto: dimostrazione dell'impossibilità di ogni prova come disse poi il Kant, che nella sua classica dimostrazione dell'impossibilità di ogni prova ontologica riprese sostanzialmente la sua posizione.

Bibl.: Per la cronaca del Martène v. Ravaisson, Rapports sur les biblioth. de l'Ouest, Parigi 1841, app. XVII. Inoltre: B. Aldloch, Anselme et G., in Revue de philos., dicembre 1909; C. Baeumker, Anselm und G., in Studien u. Mitteil. aus d. Ben. u. Zisterzienserorden, XXXI (1910). v. anselmo, santo: ontologico, argomento.

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