GELA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1973)

Vedi GELA dell'anno: 1960 - 1973 - 1994

GELA (v. vol. iii, p. 798)

P. Orlandini

Nuove campagne di scavo sull'acropoli (1961 e 1966) hanno rimesso in luce altri edifici della fase timoleontea (338-310 a. C.) e alcuni tratti delle mura arcaiche, databili alla fine del VI sec. a. C. Una statuetta di Atena e un vaso a fondo bianco con civetta hanno confermato che anche questo settore dell'acropoli apparteneva, in età arcaica, al tèmenos del santuario di Atena.

Un nuovo piccolo santuario di Demetra e Kore è stato rinvenuto nel 1959 nel predio Sola, sul pendio meridionale di Gela. Tra i ruderi di un sacello sono state rinvenute numerose maschere fittili femminili; sotto le fondazioni del sacello si è trovata una stipe votiva risalente fino alla metà del VII sec. a. C. e caratterizzata da statuette tardo-dedaliche, vasetti corinzî e centinaia di lucerne tra cui un rarissimo esemplare di lucerna plastica con teste virili e di ariete (630 circa a. C.).

Un grande scavo sistematico (1963-67) ha permesso l'esplorazione completa del santuario di Bitalemi, alla foce del Gela; la scoperta di un graffito ha permesso di attribuirlo a Demetra Thesmophòros. La perfetta stratigrafia ha permesso di ricostruire le varie fasi del santuario tra la metà del VII e la fine del V sec. a. C. Il santuario comprendeva modesti sacelli e alcuni edifici destinati ai fedeli; il più antico di questi edifici era in mattoni crudi. Le offerte votive (vasi, statuette, lucerne, bronzi) erano sepolte a migliaia, in deposizioni singole o in stipi, nello strato di terra e poi di sabbia sul quale erano fondati gli edifici sacri. Sale così a sei il numero dei santuarî extraurbani finora identificati e scavati a G.; di questi, tre appartenevano alle divinità ctonie, Demetra e Kore, a conferma della grande importanza politico-religiosa che questo culto ebbe in G., dove i Dinomenidi erano ierofanti di questa divinità.

Bibl.: P. Orlandini-D. Adamesteanu, Guida di Gela, Milano 1958; P. Orlandini, La terza campagna di scavo sull'Acropoli di Gela, in Kòkalos, VII, 1961, pp. 137-144; id., La stipe votiva arcaica del predio Gela, in Mon. Ant. Lincei, XLVI, 1962, c. 1-78; id., Nuove opere di coroplastica degli scavi di Gela, in Arch. Class., XIV, 1962, pp. 42-45; id., L'espansione di Gela nella Sicilia centro-meridionale, in Kòkalos, VIII, 1962, pp. 69-121; P. Orlandini-D. Adamesteanu, L'Acropoli di Gela, I, in Not. Scavi, 1962, pp. 340-408; P. Orlandini, La più antica ceramica di Gela e il problema di Lindioi, in Cronache di Archeologia e Storia dell'Arte, II, 1963, pp. 50-56; P. Griffo, Gela, Genova 1963; P. Orlandini, La raffigurazione del Triskeles su vasi arcaici di fabbrica gelese, in Cronache di Archeologia e Storia dell'Arte, 1964, pp. 13-15; id., Nuovi graffiti rinvenuti a Gela e nel territorio di Caltanissetta, in Rend. Acc. Lincei, 1965, pp. 454-460; id., Lo scavo di Thesmophorion di Bitalemi e il culto delle divinità ctonie a Gela, in Kòkalos, XII, 1966, pp. 8-35.

Retroterra di Gela. - Scavi eseguiti nel 1960 sulle colline che chiudono la pianura di G. hanno portato alla scoperta di una fattoria greca del IV sec. a. C. in località Feudo Nobile.

Nello stesso anno un vasto scavo sistematico eseguito a Manfria, circa 10 km ad O di G., ha permesso di rimettere completamente in luce un villaggio preistorico della prima Età del Bronzo e di facies castellucciana. Il villaggio era formato da nove capanne ovali circondate da forni e focolari. Nei pressi di Caltanissetta, sul monte Sabucina (v. vol. vi, p. 1060), due nuove campagne di scavo (1964 e 1966) hanno rimesso in luce la fortificazione della città greco-sicula, munita di una serie di torri rettangolari e semicircolari. Si è scavato un altro vasto settore dell'abitato nel quale si è identificato uno strato di violenta distruzione riferibile probabilmente alle guerre di Ducezio, verso il 460-450 a. C. Anche le necropoli S e O hanno restituito ricchi corredi, soprattutto di vasi attici e di bronzo. Le scoperte di Sabucina sono molto importanti per la questione della penetrazione greca in Sicilia. Il materiale è esposto nel museo di Caltanissetta.

Bibl.: (1958-1967): P. Orlandini, L'espansione di Gela nella Sicilia centromeridionale, in Kòkalos, VIII, 1962, pp. 69-121; id., Sabucina I e II, in Arch. Class., XV e XVII, 1963 e 1965, pp. 86-96; 133-140; id., Arte indigena e colonizzazione greca in Sicilia, in Kòkalos, X-XI, 1964-5, pp. 539-546; id., Idoletti della prima età del bronzo da Caltanisetta, in Kòkalos, XII, 1966, pp. 36-39; id., Il villaggio preistorico di Manfria presso Gela, Palermo 1962; E. De Miro, in Kòkalos, XIII, 1967, pp. 143-144 (Vassallaggi); D. Adamesteanu, L'ellenizzazione della Sicilia e il momento di Ducezio, in Kòkalos, VIII, 1962, pp. 167-198; id., Note su alcune vie siciliote di penetrazione, ibid., pp. 199-209.