GENIO

Enciclopedia Italiana (1932)

GENIO (fr. génie; sp. cuerpo de ingenieros; ted. Ingenieurwesen; ingl. engineers)

Mariano BORGATTI
Luigi CHATRIAN
Francesco FOSCHINI
Filiberto DONDONA
Giulio COSTANZI
Ludovico BONAMICO

Nel senso di "corpo degl'ingegneri", il termine genio ricalca il francese génie, che ha subito l'influenza di ingénieur (dal lat. ingenium "congegno").

Genio militare.

Corpo militare costituito da ufficiali e uomini di truppa incaricati in pace e in guerra di eseguire i lavori inerenti all'organizzazione del terreno, alle comunicazioni, alle trasmissioni e simili. Le principali specialità del genio negli eserciti moderni sono: zappatori, minatori, telegrafisti, telefonisti, radiotelegrafisti, ferrovieri, pontieri, fotoelettricisti, aerostieri, fotografi.

Storia. - Soldati incaricati di lavori durante le fazioni di guerra si trovano menzionati in tutti gli eserciti dell'antichità, in Grecia, in Etruria, in Roma e corrispondono ai fabri lignarii (falegnami) e ai fabri aerarii (fabbri) della legione, ai fossores o scavatori di trincee ricordati da Giulio Cesare. Agli assedî di Fidene, di Veio e altri vennero impiegati operai specialisti incaricati di scavare gallerie sotto le mura e detti cunicularii. Lungo le strade militari romane erano sparse torri dalle quali con torce e fuochi si facevano segnali da speciali soldati. E ancora si hanno indicazioni negli antichi autori di soldati incaricati di preparare ponti per il passaggio dei fiumi fino dai tempi di Semiramide, di Serse e di Alessandro Magno, poi diffusi nell'esercito romano, e ponti di guerra sono rappresentati nella colonna Traiana a Roma. Vegezio scrive che ai suoi tempi (circa 390 d. C.) nella legione romana vi era una vera sezione da ponte che seguiva la legione nelle marce. A tutti i lavori nelle truppe e nei campi e negli assedî presiedeva il praefectus fabrorum. Vi era inoltre il praefectus metator che era il curatore del campo, l'architectus che era incaricato della conservazione e manutenzione degli alloggi militari, il librator che presiedeva al servizio delle acque potabili ecc.

Come è noto, il lavoratore romano o zappatore in genere di una legione incaricata di azioni tecniche vestiva come un legionario scelto e come esso era armato. Per i lavori deponeva il pilo e usava la dolabra, una scure speciale. Truppe tecniche erano anche incaricate del servizio e del funzionamento dei tormenta o macchine per il lancio di proiettili.

Nel Medioevo non furono molto diffuse le truppe tecniche essendoché il modo di guerreggiare di allora non richiedeva, in genere, lavori di sorta, e i servizî tecnici erano trascurati rispetto all'epoca romana. E infatti, truppe tecniche non ebbero le orde di barbari che invasero l'Italia, né i crociati, né le milizie feudali, né quelle comunali.

Pur tuttavia i crociati ritornarono dall'Oriente con qualche cognizione di tecnicismo, appresa dai Bizantini e dai Musulmani, che imparavano dai Persiani e perfino dai Cinesi; e con il ritorno dei crociati appunto si ebbero da noi le prime notizie (essendo dimenticato tutto quanto avevano fatto i Romani) sulle comunicazioni fra truppe con segnali, sull'uso delle mine per far cadere una piazza forte, sull'impiego delle macchine litobalistiche per gli assedî e per le difese, sul fuoco greco e sugli artifizî di guerra.

Coloro che erano impiegati a spianar strade, ad aprire passaggi, a scavar trincee, erano chiamati guastatori, ed ogni schiera di questi era comandata da uno zappatore. Il Malaspina (Cronaca Fiorentina, sec. XIII) dice: "quella insegna de' guastatori era bianca con ribaldi dipinti in gualdana giuocando"; ribaldo è sinonimo di guastatore, perciò può leggersi "con guastatori dipinti in giostra od in evoluzione". Guastatori comparvero nella giornata di Monteaperti fra i Fiorentini ed i Senesi (1260) e dal libro fiorentino della Condotta di guerra appaiono divisi in maestranze, cioè: maestri delle vanghe, maestri delle seghe e scuri; maestri dei picconi; maestri delle marre o pale; maestri dei fabbri; comandata ogni maestranza da una specie di ufficiale detto zappatore.

Nelle Provvigioni della Repubblica Veneta del 1350 si parla di soldati varî arruolati, e si specificano in archibusieri, bombardieri e guastatori. Se ne ha menzione chiara e precisa nella guerra fra Venezia e il duca di Ferrara (1482) e ancora alla battaglia di Ravenna (1512). Questi guastatori avevano giustacuore di cuoio, erano armati di archibugio e daga oltre gli arnesi del mestiere.

Ma lo stato che presenta un vero principio di organizzazione delle truppe tecniche fino dai primi del Cinquecento, è lo Stato della Chiesa. Ogni corpo d'operazione dell'esercito pontificio aveva una squadra di guastatori, che variava quasi giornalmente, formata di operai e di contadini.

Anche di pontieri (v.) si fa qualche accenno nel Medioevo e, più, nel Rinascimento. Ma dove l'Italia mantenne incontestato primato nell'Europa nei secoli XV e XVI fu nell'ingegneria militare (v. fortificazione).

Frattanto si venivano organizzando regolarmente le truppe in corpi stabili, e anche per il genio fu abbandonato il sistema dell'arruolamento per l'oceasione, e fu la Francia che si avviò per prima in questo ordine di fatti. Figurano colà, per la prima volta, soldati impiegati nelle trincee nel 1597 per consiglio di Jean Errard di Bar-le-Duc che dirigeva l'assedio di Amiens. Vauban propugnò l'istituzione d'un corpo speciale tecnico, idea realizzata nel 1671 con il reggimento reale d'artiglieria così composto: 1 compagnia di cannonieri; 1 compagnia di zappatori per i lavori di terra; 2 compagnie di operai per la riparazione dei materiali e la costruzione dei ponti. Nel 1673 fu organizzata militarmente, sempre in Francia, una compagnia di minatori, aggregati poi all'artiglieria. E a imitazione della Francia poco per volta le truppe tecniche permanenti furono istituite anche dalle altre nazioni d'Europa. In Austria fino dalla guerra dei Trent'anni (1618-1648) vi era un corpo d'ingegneri militari e minatori, ma fu negletto; fu sciolto, e solo nel 1758 fu costituito un corpo guastatori-pionieri; poi nel 1760 un corpo zappatori distinto dal precedente, e dodici anni dopo un corpo minatori. In Prussia nel 1688 fu istituito un corpo di minatori, irregolare, e solo nel 1742 fu creato un reggimento di pionieri da fortezza, che ebbe due compagnie di minatori e di pontieri.

Il corpo del genio militare italiano. - Storia. - I duchi di Savoia avevano impiegato nello scorcio del sec. XIII ingegneri e truppe speciali esclusivamente per opere di fortificazioni, e si può ammettere che la prima origine di una truppa d'ingegneria italiana si riscontra negli antichissimi établies, cioè nelle bande di guarnigione, che servivano unicamente alla conservazione ed alla difesa dei luoghi forti, e che portavano questo nome (établies) perché erano le prime truppe stabili che avesse il Piemonte. Nel secolo XIV si trovava alla corte savoiarda un balivo (in alcune provincie vi erano vice-balivi) al quale oltre alle incombenze di governo spettava la cura delle fortificazioni e quella della difesa delle piazze. Per alcun tempo queste istituzioni furono soppresse e poi risuscitate con nomi mutati. Nel 1603 Carlo Emanuele I istituì un corpo speciale d'artiglieria diviso in minatori e bombardieri, e istituì ancora la carica di generale delle fortificazioni in luogo del balivo. Tali istituzioni ebbero anch'esse a subire variazioni continue; ma che esistessero sempre minatori nell'esercito piemontese lo ricordano la difesa di Torino e le gesta di Pietro Micca (1706). Al principio del regno di Vittorio Amedeo II (1720 circa) gl'ingegneri militari piemontesi ebbero per capo un primo ingegnere (che fu il Bertola); nel 1752 si dissero Ingegneri di S. M. (e furono un corpo speciale) e nel 1775 costituirono il Corpo reale degli ingegneri. Non ebbero truppe a dipendenza, benché nel 1775 fosse istituita la Legione degli accampamenti, e nel 1793 un corpo di guastatori che dipendevano dal quartier mastro generale dell'armata. Era una istituzione molto simile al genio odierno con zappatori, minatori e pontieri. Nel novembre 1796 con i guastatori pratici a manovrare barche e con altri elementi reclutati fra i barcaioli fu costituita una compagnia di pontonieri propriamente detti o di pontieri, aggiunti al corpo dei guastatori, che divenne così un battaglione di tre compagnie.

Sciolto l'esercito dal giuramento di fedeltà nel 1798, molti del corpo guastatori passarono al servizio della repubblica francese e poi del primo impero o della cisalpina indi del regno italico formando il nucleo degli Zappatori, Pontieri e Minatori italici. Si immortalò il minatore piemontese Pasquale Giacomo Antonio, detto San Giacomo, nella difesa del castello di Monzon in Spagna, e fuono sublimi per eroismo gli zappatori pontonieri italici, ufficiali e soldati, in Spagna e in Russia specialmente al passaggio della Beresina.

Nel 1814 si ricostituì il Corpo reale degli ingegneri, composto dapprima di soli ufficiali; il 25 maggio 1815 si formò una Compagnia di zappatori che fu la progenitrice di tutte le truppe del genio che vennero di poi.

Ecco alcune date più notevoli nella storia dell'arma: nel 1816 si avevano in Piemonte 6 compagnie di zappatori e vi fu trasferita la compagnia minatori dall'artiglieria; 1817, soppressione di alcune delle compagnie predette e nel 1821 soppressione totale; 1830, costituzione di un battaglione detto Zappatori (6 compagnie zappatori e una minatori); 1848 (29 settembre), un reggimento zappatori del genio. Per la guerra di Crimea furono istituite 4 compagnie speciali sciolte dopo la guerra. Nel 1859 il reggimento zappatori era di 5 battaglioni di 4 compagnie ognuno; poi fu aumentato per i bisogni della guerra e per le ammissioni dei corpi speciali che provenivano dalle provincie successivamente annesse (Lombardia, Emilia, Toscana, Marche e Umbria, Napolitano e Sicilia) e furono costituiti così 2 reggimenti di zappatori di 3 battaglioni, di 4 compagnie ognuno.

Durante la guerra del 1859 ebbe principio nell'esercito piemontese il servizio dei Telegrafisti allargato durante le guerre del 1860-1861. Ma il servizio era esercitato da zappatori o da riparti di tecnici militari annessi agli zappatori. Così continuò per varî anni; e nei reggimenti del genio vi erano Zappatori telegrafisti che si dicevano Stenditori se erano istruiti sul modo di stendere e ripiegare linee telegrafiche e Trasmettitori se erano telegrafisti d'apparecchio. Compagnie di telegrafisti ben definite furono costituite nel 1882 e nel 1883 formarono un reggimento, il 3°.

Frattanto nel 1870 il genio militare era detto Corpo zappatori ed ebbe 30 compagnie in un solo reggimento. Nel 1873 i reggimenti furono di nuovo portati a 2; nel genio militare fu trasferita dall'artiglieria la specialità dei pontieri (v.) e furono costituite 4 compagnie di ferrovieri, 2 per ognuno dei reggimenti zappatori. Nel 1884 il corpo ebbe 4 reggimenti così distinti: 2 zappatori; 1 misto di ferrovieri, telegrafisti e zappatori: i di pontieri (il 4°). Nel 1887 i ferrovieri furono riuniti in una brigata autonoma, che poi ha dato origine all'odierno reggimento. Nello stesso anno 1887 fu costituita una prima compagnia di specialisti. Si chiamò per alcun tempo nell'esercito nostro con tal nome un riparto costituito da ufficiali, truppe e operai borghesi, che si occupavano di specialità non comuni agli altri corpi del genio: aerostatica, fotoelettricità, fotografia militare e telefotografia, e, più tardi ancora, radiotelegrafia. La compagnia specialisti nel dicembre del 1893 fu raddoppiata e le 2 compagnie furono riunite in una brigata. Successivamente gli apparecchi fotoelettrici passarono ad altra specialità dell'arma; quella dei radiotelegrafisti passò ai telegrafisti, e agli specialisti restarono più specialmente gli studî d'aeronautica: essi diedero origine agli odierni aerostieri. Il 2 febbraio 1906 fu istituita una prima sezione radiotelegrafica che divenne presto compagnia; poi il servizio radiotelegrafico fu esercitato un poco da tutte le compagnie telegrafisti. Così si faceva ancora nel 1915; in seguito fu istituito un corpo regolare di radiotelegrafisti. L'arma del genio militare fu riordinata con legge 17 giugno 1910, che, salvo leggerissime modificazioni, era ancora in vigore nel 1915.

L'arma comprendeva: un ispettorato del genio; 2 comandi di truppe del genio; 5 comandi territoriali del genio (per i servizî delle costruzioni); 6 reggimenti, cioè: 2 zappatori (1° e 2°); 1 telegrafisti (3°), 1 pontieri (4°); i minatori (5°); 1 ferrovieri (6°); 1 battaglione specialisti; 10 compagnie treno; 12 direzioni del genio, più 13 sottodirezioni e alcuni uffici delle fortificazioni per le fabbriche militari e per le fortificazioni; alcuni stabilimenti, cioè un'officina aeronautica (Roma); quella di costruzione (Pavia), ecc. Le modificazioni introdotte in questo organico prima dell'entrata in campagna, furono l'aumento di 3 battaglioni (2 di zappatori, 1 di telegrafisti). Enorme fu lo sviluppo dell'arma durante la campagna 1915-18; basti dire che le 80 compagnie dell'anteguerra salirono fino a 486 e sorsero nuove specialità e denominazioni, come: motoristi, teleferisti, elettricisti, idrici, lanciafiamme e lanciagas, mascheratori (incaricati di mettere in sito i mascheramenti), pompieri.

Anche gli altri stati italiani prima dell'annessione avevano truppe tecniche, alcune permanenti come a Napoli, a Modena, a Parma e Piacenza; altre improvvisate in occasione di guerra. Si ricordano le truppe del genio che al comando del Ronzelli ebbero tanta parte nella difesa di Venezia nel 1848-49, e quelle della Repubblica romana, che al comando dell'Amadei, concorsero alla difesa di Roma nel 1849. Anche le truppe del genio dell'esercito napolitano, comandate dal Traversa, si fecero molto onore nella dífesa di Gaeta nel 1860-61 e il Traversa lasciò la vita allo scoppio della polveriera di S. Antonio, prima della resa, il 13 febbraio.

Divise. - All'origine dell'istituzione gli ufficiali del corpo degl'ingegneri militari (1752) vestivano abito lungo con panciotto e brache di panno blu scuro; l'abito aveva larghi risvolti al petto, ampio bavero rovesciato e manopola di panno bianco, con sopra bottoni alternati d'oro e d'argento; lunghi calzettoni (fin sopra il ginocchio) di panno bianco e scarpette basse; cappello a tre punte (o tre corni) di panno nero orlato di largo gallone d'argento e nodo di nastro azzurro sulla falda rialzata di sinistra. Spadino con elsa dorata. Nel 1775 il bavero, i risvolti del petto e le manopole dell'abito furono fatte di panno cremisi, colore rimasto poi caratteristico dell'arma. Sui risvolti dell'abito e sulle maniche (al di sopra delle manopole) erano applicati piccoli alamari di tessuto d'oro e d'argento alternati e corti spallini (per la grande uniforme) di cordoni alternati d'oro e d'argento. Panciotto e brache di panno bianco; il panciotto con bottoni alternati d'oro e d'argento. Uose lunghe di panno scuro (forse nero), scarpe basse. Cappello a feluca nero bordato d'oro messo trasversalmente al viso, con nastro azzurro e fiocco verso la parte sinistra; cintura azzurra attorno alla vita e fiocchi di cordone d'oro; bastone e spadino completavano la divisa. Gli ufficiali e i soldati degli accampamenti (sempre nel 1775) avevano divisa simile con i risvolti dell'abito e manopole di colore azzurro. I soldati portavano sopra al panciotto bianco un cinturone di cuoio giallo al quale era appesa una piccola spada; avevano fucile di fanteria e una bandoliera dalla spalla sinistra al fianco destro per piccoli strumenti.

I soldati del genio italico cambiarono divisa nei diversi ordinamenti. Una prima divisa fu costituita da un alto schako di pelo, con decorazione e cordoni dorati; abito a vita di panno scuro e sul davanti un petto di panno nero, colletto, manopole e spallini cremisi; pantaloni corti d'azzurro cupo e uose simili. Per i lavori i soldati indossavano una corazzina e ponevano in capo uno zucchetto. Più tardi il corpo degli zappatori pompieri aveva in sostituzione dello schako un grande elmo con piume colore cremisi.

Ricostituitosi l'esercito piemontese, alla Restaurazione, il corpo del genio ebbe una divisa speciale. L'ufficiale dei servizî tecnici (detti dello stato maggiore del genio), aveva in capo feluca nera (messa di traverso rispetto al viso), con agrafe sulla sinistra sovrapposta a una rosetta azzurra; abito di panno azzurro scuro a coda, con profilo cremisi ai risvolti dell'abito e alle finte tasche, e colletto alto di velluto cremisi con gallone d'argento al bordo; pantaloni di panno bianco; stivali di pelle lucida; spadino; fascia di servizio cinta alla vita con frange e cordoni di filo d'oro; spallini d'argento; questa era la grande tenuta. In piccola tenuta gli ufficiali indossavano un ampio cappotto e pantaloni lunghi bianchi; gli ufficiali del battaglione (o alle truppe), portavano in capo un alto e ampio schako o casco a doppia visiera, e largo gallone d'argento alterno all'imperiale. I soldati portavano in capo uno schako a forma di tronco di cono rovescio con piccolissima visiera e pennacchietto cremisi; una tunica di panno azzurro, stretta al corpo, a corte faldine e risvolti cremisi, e alto colletto pure cremisi; pantaloni lunghi celestini con pistagna stretta gialla; sciabola e baionetta pendenti da budriere o bandoliera che incrociava sul petto con altra che portava la giberna.

La divisa subì qualche modificazione nel 1816, nel 1822 e nel 1830. In quest'ultimo anno la tunica degli ufficiali alle truppe era ancora con le code piuttosto lunghe, ma le falde ebbero un largo bordo di panno color canario e all'estremità di esse v'era un trofeo del genio ricamato d'argento; il colletto si mantenne cremisi; i pantaloni grigi ebbero larga banda gialla. Lo schako ebbe un lungo pennacchio azzurro tenuto da una nappina dorata; gli ufficiali addetti a servizio tecnico portavano ancora la feluca; ai pantaloni avevano una stretta banda cremisi.

Carlo Alberto modificò radicalmente l'uniforme a tutte le truppe dell'esercito piemontese, ma lo fece in due riprese, cioè verso il 1832 e verso il 1843. Caratteristica nella prima riforma di Carlo Alberto fu l'adozione generale quale copricapo dello schako (già apparso sotto Carlo Felice) e degli spallacci a rocchetto in luogo degli spallini. Lo schako albertino andava fortemente allargandosi dal giro del capo in su fino a formare un piatto di 27 o 28 cm.; quello per le truppe del genio era nero, con guarnizioni dorate e un pennacchio nero, cadente, di piuma per i sottufficiali e di crine per i soldati; gli ufficiali avevano invece un lungo pennacchio rigido. Gli ufficiali dei servizî tecnici, dei comandi, ecc. avevano sempre la feluca, ma la portavano normalmente rispetto al viso. La tunica era di panno azzurro cupo, quasi nero, con filettatura, manopole e colletto cremisi; gli uomini di truppa avevano sulle spalle il rocchetto (di grandi proporzioni) color cremisi; gli ufficiali gli spallini d'argento. Pantaloni lunghi per tutti, d'azzurro cupo con banda cilestrina per gli ufficiali e pistagna, pure cilestrina, per gli uomini di truppa.

Nel 1843 il Corpo reale del genio ebbe la tunica e in data 10 marzo 1848 il famoso cappello schako che fece epoca nella storia delle divise militari. Nel 1849 gli fu tolto e sostituito da un cheppì, coperto di panno cremisi, ma fu poco diffuso, poiché tutte le modificazioni di uniforme introdotte dopo le campagne del 1848-49 caddero presto, e il cappello schako continuò fino al 1863, nel quale anno fu sostituito dal cheppì comune, adorno di lunga criniera, che scendeva dalla nappina, era fermata da un nodo alla destra del cheppì, e ricadeva sulla spalla destra. Alla tunica era stato sostituito il cappotto, come per la fanteria; al colletto v'erano mostrine color cremisi e le buffetterie erano nere. Gli ufficiali vestivano come quelli della fanteria, però con tunica nera a doppio petto, pantaloni scuri e pistagne cremisi; cheppì con pennacchio spiovente.

Con la riforma delle divise compiuta da Ricotti nel 1873 i soldati del genio ebbero cheppì a doppia visiera, che nella grande unifomme si adornava con un pennacchietto diritto sulla nappina e una trecciuola cremisi, che si appoggiava sulla visiera che è quella dei pontieri del genio (che, come si è scritto, nella riforma Ricotti dall'artiglieria transitarono nel genio); cappotto lungo azzurro, pantaloni lunghi d'azzurro cupo con pistagna cremisi, buffetterie nere. Gli ufficiali ebbero la giubba nera a doppio petto con bottoni dorati e, nell'alta uniforme, gli spallini dorati, cheppì con pennacchietto di piuma, pantaloni neri con banda cremisi, sciabola con pendagli e dragona d'oro nell'alta uniforme.

Con lievi modifiche (fu abolita la visiera posteriore del cheppì, ecc.) la divisa durò fino al 1910 quando fu adottata quella grigio verde comune a tutte le truppe.

Ordinamento dell'arma del genio. - L'arma del genio è costituita come segue: nella parte metropolitana del R. Esercito di: 11 comandi del genio di corpo d'armata, 1 comando del genio della Sicilia; 1 comando del genio della Sardegna. Ogni comando ha alle proprie dipendenze 1 ufficio fortificazioni. Comprende 12 reggimenti genio; i battaglione misto della Sardegna; 1 reggimento pontieri e lagunari; 2 reggimenti radiotelegrafisti; 1 reggimento ferrovieri; 1 gruppo aerostieri. Nella "parte coloniale" del R. Esercito è costituita di 1 comando del genio del R. Corpo truppe coloniali della Tripolitania; i comando del genio del R. Corpo truppe coloniali della Cirenaica; i comando del genio del R. Corpo truppe coloniali dell'Eritrea. Ogni comando ha alle proprie dipendenze un "servizio del genio". Comprende compagnie zappatori-minatori, radiotelegrafisti, telegrafisti, specialisti del R. Corpo truppe coloniali della Tripolitania; compagnie: mista, trasmissioni del Regio Corpo truppe coloniali della Cirenaica; compagnia genio del Regio corpo truppe coloniali dell'Eritrea.

I comandanti del genio di corpo d'armata, della Sicilia, della Sardegna, dei regi corpi truppe coloniali hanno due principali ordini di funzioni: sono comandanti delle truppe del genio assegnate alla rispettiva grande unità territoriale o al R. Corpo; sono diretti collaboratori tecnici del rispettivo comandante di grande unità territoriale o R. Corpo, per quanto concerne l'impiego delle truppe del genio e l'ordinamento e il funzionamento del servizio del genio. Gli uffici fortificazioni provvedono essenzialmente: ai progetti e alle provviste relativi alle costruzioni necessarie per la sistemazione difensiva dello stato, al mantenimento di tali costruzioni e dei rimanenti immobili militari in consegna all'esercito.

I reggimenti genio sono assegnati nelle proporzioni di 1 per ogni corpo d'armata territoriale e 1 per le truppe della Sicilia, hanno lo stesso numero distintivo del corpo d'armata del quale fanno organicamente parte. Sono composti di: 1 comando; 1 battaglione zappatori-minatori; 1 battaglione telegrafisti; 1 deposito reggimentale. Dei 12 reggimenti genio: 9 hanno il battaglione zappatori-minatori su tre compagnie (un battaglione ha, inoltre, una compagnia idrici) e 3 su due compagnie; 8 hanno il battaglione telegrafisti su quattro compagnie e 4 su tre compagnie (sei battaglioni hanno anche una compagnia fotoelettricisti). Sei reggimenti genio hanno inoltre un battaglione minatori-teleferisti, su quattro, su tre, oppure su due compagnie. Il deposito reggimentale è costituito di: 1 comando e compagnia deposito; 1 ufficio mobilitazione; 1 ufficio materiali e laboratorio; 1 ufficio amministrazione; 1 reparto trasporti. Il deposito ha inoltre personale guardamine per la custodia e la vigilanza delle interruzioni stradali e personale colombofilo per la vigilanza delle "colombaie militari" in consegna ad ogni reggimento (le colombaie sono in totale 39, con una dotazione complessiva massima di 9000 colombi).

Alle truppe della Sardegna è assegnato 1 "battaglione misto" il quale si compone di 1 comando di battaglione, 1 compagnia zappatori minatori, 1 compagnia telegrafisti, 1 compagnia fotoelettricisti, 1 deposito. Il reggimento genio, a seconda della composizione, ha una forza organica, di pace, che oscilla fra i seguenti minimi e massimi: ufficiali 25-40; sottufficiali e truppa, specialisti 670-1300, per servizî varî 200-230.

Ognuno dei 2 reggimenti radiotelegrafisti è composto di: 1 comando di reggimento; 1 battaglione radio speciale (di due compagnie formate da militari radiogoniometristi, radiointercettatori e radio-sperimentatori); 4 battaglioni radio (ognuno di due compagnie formate da militari radiotelegrafisti e radiomotoristi; i battaglioni distaccati hanno in più un deposito succursale); 1 deposito reggimentale, costituito in modo analogo a quello del reggimento genio. Il i° reggimento ha anche una compagnia radio per la Sardegna. I reggimenti radiotelegrafisti provvedono, fra l'altro, all'esercizio della rete radiotelegrafica metropolitana dell'esercito.

Il reggimento radiotelegrafisti ha la seguente forza organica di pace: ufficiali 50; sottufficiali e truppa, specialisti 1150, per servizî varî 400. Il reggimento pontieri e lagunari è costituito da unità di due distinte specialità, pontieri e lagunari. Si compone di: 1 comando di reggimento; 4 battaglioni pontieri (ciascuno di due compagnie; due battaglioni hanno anche un deposito succursale); 1 deposito reggimentale, costituito in modo analogo a quello del reggimento genio; 1 battaglione lagunari (di due compagnie e un deposito succursale). Il battaglione lagunari provvede, in pace, al trasporto di truppe e materiali da e per la piazza di Venezia e compie studî e ricognizioni ai fini dei trasporti fluviali e lagunari. La forza organica di pace del reggimento pontieri e lagunari è: ufficiali 46; sottufficiali e truppa, specialisti 1600, per servizî varî 320.

Il reggimento ferrovieri si compone di: 1 comando; 2 battaglioni di lavoro (su tre compagnie ferrovieri ciascuno; il battaglione distaccato ha anche un deposito succursale); 1 gruppo d'esercizio (di due sezioni d'esercizio); 1 deposito reggimentale, costituito in modo analogo a quello del reggimento genio. Il gruppo d'esercizio provvede, con una sezione, all'esercizio della linea Torino-ChivassoAosta, con l'altra, all'esercizio della linea Bolzano-Merano-Malles, secondo convenzioni tra l'amministrazione militare e quella delle ferrovie dello stato. La forza organica di pace del reggimento ferrovieri è la seguente: ufficiali 44; sottufficiali e truppa, specialisti 1300, per servizî varî 380.

Il gruppo aerostieri è formato da: 1 comando; 2 compagnie aerostieri (ciascuna su due sezioni); 1 compagnia fotografi; 1 deposito territoriale, costituito in modo analogo a quello dei reggimenti genio. Ogni sezione delle compagnie aerostieri dispone di 1 autocarro manovra (verricello), 1 autocarro involucro (aerostato), 2 mitragliatrici. La forza organica di pace del gruppo aerostieri è la seguente: ufficiali 26, sottufficiali e truppa, specialisti 500, per servizî varî 70.

I reparti coloniali del genio variano nel numero e negli organici a seconda delle esigenze delle singole colonie. I reparti delle varie specialità hanno compiti simili a quelli delle corrispondenti unità metropolitane. Dei reparti di formazione speciale coloniale, le compagnie "specialisti" provvedono ai servizî: fotoelettrico, incendî, delle décauville militari; le compagnie "miste" sono impiegate in servizî varî e hanno nuclei di zappatori, idrici, specialisti (fotoelettricisti, teleferisti, ferrovieri); le compagnie "trasmissioni" provvedono al servizio telegrafico e radiotelegrafico; la compagnia genio dell'Eritrea provvede a tutti i servizî del genio occorrenti in quella colonia.

Gli ufficiali in servizio permanente sono reclutati col grado di sottotenente: ¾ degli "allievi" del genio della R. Accademia d'artiglieria e genio (corso "regolare" biennale); ¼ - complessivamente - dai sottufficiali del genio allievi della R. Accademia di fanteria e cavalleria (corso "speciale" biennale) e dai marescialli ordinarî del genio allievi della R. Accademia di fanteria e cavalleria (corso "di abilitazione" annuale); parte di questi ultimi proviene dai subalterni di complemento in servizio nelle colonie aventi determinati requisiti e che rivestono il grado di maresciallo ordinario per la sola durata del corso.

L'organico degli ufficiali in servizio permanente effettivo del genio è il seguente: tenente generale o maggior generale (ispettorato del genio) 1; maggior generale (addetto all'ispettorato del genio) 1; tenente generale o maggiore generale (per il servizio degli specialisti) 1; maggiore generale (per il servizio degli specialisti) 1; generali comandanti del genio di corpo d'armata 12; colonnelli 44; tenenti colonnelli 113; maggiori 135; capitani 424; tenenti e sottotenenti 336; totale 1065. Gli ufficiali di complemento sono tratti dagli allievi dei corsi (durata mesi 7) presso la scuola allievi ufficiali di complemento di Verona e dei corsi allievi ufficiali di complemento della milizia universitaria presso varie università del regno (lezioni su materie militari e istruzioni d'arma, durante 2 anni accademici consecutivi). I sottufficiali sono tratti, col grado di sergente, dai corsi presso la scuola allievi sottufficiali di Rieti (durata mesi 10) e, per poche specialità (pontieri e lagunari, ecc.), da corsi di uguale durata presso reggimenti dell'arma. L'organico dei sottufficiali del genio è il seguente: marescialli 175; sergenti maggiori e sergenti 487. La truppa è reclutata con sistema di raccolta prevalentemente nazionale; è regionale il reclutamento dei lagunari. L'assegnazione delle reclute avviene in base a disposizioni emanate annualmente dal Ministero della guerra, all'atto della chiamata della classe. Tali disposizioni stabiliscono i requisiti necessarî per l'assegnazione alle varie specialità e precisano, tra l'altro, le percentuali di reclute dei singoli mestieri che il Ministero intende siano assicurate a ognuna delle specialità stesse.

Servizio del genio militare. - Ha per scopo di mettere a disposizione dell'esercito combattente tutte le risorse dell'ingegneria che si prestino ad agevolare l'azione militare delle proprie truppe e a contrastare quella del nemico. L'attività di questo servizio abbraccia perciò un esteso campo di applicazioni, nel quale esso porta il concorso di mezzi tecnici appropriati. Al servizio del genio militare, oltre all'importanza che deriva dalla varietà e molteplicità dei compiti a esso affidati, bisogna attribuire anche quella che proviene dalla progressiva perfezione dei mezzi che adopera e dal continuo estendersi del suo campo d'azione, a mano a mano che nuovi mezzi vengono escogitati. Specie nel corso dell'ultima grande guerra apparve sempre più opportuno utilizzare a vantaggio delle operazioni militari i progressi della tecnica scientifica.

In Italia, durante la guerra 1915-18 furono costruiti 510 chilometri di ferrovia a scartamento ridotto; impiantate 918 teleferiche per uno sviluppo di 828 chilometri; inviate complessivamente in zona di guerra 40.000 baracche. Per i lavori di rafforzamento furono forniti all'esercito: 280 milioni di sacchi a terra, 20 milioni di paletti da reticolati, 3.135.000 quintali di corda spinosa. Negli anni di guerra 1917 e 1918 il consumo di calce e cementi raggiunse la media di quintali 100.000 al mese. Per i lavori da mina furono adoperati 3925 gruppi di perforatori di potenza varia da 5 a 45 HP.

Indipendentemente dai compiti di carattere operativo, cui provvede in guerra l'arma del genio militare (lavori di rafforzamento del campo di battaglia, collegamenti telegrafici, telefonici e ottici), compiti di carattere logistico affidati nell'esercito italiano al genio militare in guerra sono: a) provvedere, nella zona a contatto immediato con le unità operanti, ai lavori per la manutenzione, riparazione e costruzione di strade, alle opere necessarie per facilitare le condizioni di vita delle truppe e di funzionamento dei servizî, all'impianto e funzionamento di speciali servizî tecnici (teleferiche, impianti idrici, impianti elettrici, ecc.); b) provvedere al rifornimento, sgombero, recupero e riparazione dei materiali del genio e degli attrezzi da lavoro. Presso il comando supremo dell'esercito e presso ciascun comando di grande unità (armata, corpo d'armata, divisione) esiste un ente direttivo del servizio, rappresentato dal comando del genio addetto all'unità stessa. Esso compie una duplice funzione: quale comando del genio, impiega nel campo tattico i riparti del genio assegnati alla grande unità; quale direzione del servizio del genio, sovraintende ai rifornimenti dei materiali del genio.

Enti esecutivi del servizio sono: per tutto l'esercito, il deposito centrale del genio alla dipendenza del comando supremo; per ogni armata, il magazzino del genio di armata. In un primo tempo, allo inizio delle ostilità, il deposito centrale funziona quale stabilimento rifornitore dei magazzini d'armata. Successivamente, avviata in paese la produzione dei materiali del genio, rese disponibili le linee ferroviarie, dopo che siano cessati i trasporti di mobilitazione e di radunata, i magazzini d'armata si riforniscono direttamente presso gli stabilimenti territoriali già esistenti o organizzati per l'occasione in territorio nazionale; il deposito centrale rimane, con dotazioni ridotte, quale semplice stabilimento di riserva, cui i magazzini del genio d'armata potranno attingere quando per impreviste circostanze vengano a mancare i rifornimenti dal paese. Sino alla guerra mondiale anche presso ogni corpo d'armata v'era un centro di rifornimento di materiali del genio, rappresentato dal parco del genio di corpo di armata, provvisto di mezzi di trasporto che gli permettevano di seguire la grande unità cui era addetta. L'esperienza di guerra ha consigliato di sopprimerlo. Per le ragioni della riforma, comuni a tutti i servizî, v. logistica. Si deve tuttavia rilevare che presso i riparti del genio assegnati alle divisioni, ai corpi di armata e alle armate vi sono piccole dotazioni di strumenti da lavoro, di materiali per rafforzamento, di esplosivi ecc., che rappresentano una prima fonte di rifornimento per le necessità dei riparti stessi ed eventualmente anche per unità delle altre armi.

Per l'esecuzione dei lavori aventi finalità logistiche, ogni comando d'armata assegna al dipendente comando del genio militare la zona più avanzata del territorio di sua giurisdizione, mentre la zona più arretrata resta al genio civile (v. sopra). Tale zona più avanzata è quella dove operano le divisioni e i corpi d'armata di prima linea, nella quale i lavori più frequenti sono quelli di via bilità e per la sistemazione di truppe e servizî.

I comandi del genio delle grandi unità (divisioni, corpi d'armata e armate) provvedono al rifornimento dei materiali del genio sia con acquisti e requisizioni effettuate sul luogo, sia rivolgendo le richieste al magazzino del genio d'armata per il tramite del comando del genio d' armata. I mezzi di trasporto necessarî sono forniti dal comando del corpo d'armata o di armata, a seconda degli enti cui i rifornimenti sono destinati. A ogni comando del genio compete anche di organizzare nell'interno della propria unità il recupero degli attrezzi e dei materialì che per qualsiasi ragione non siano più utilizzati dalle truppe, nel fine di evitare o almeno limitare lo sperpero e l'abbandono cui tali materiali facilmente si prestano. Prima della guerra rnondiale si riteneva che al rifornimento dei materiali del genio per l'esercito bastasse la produzione degli stabilimenti di stato, funzionanti sin dal tempo di pace. L'esperienza di guerra dimostrò invece che agl'ingenti bisogni degli eserciti odierni si può solo far fronte con la completa mobilitazione delle industrie civili, predisposta fin dal tempo di pace.

Genio navale.

È il secondo corpo della R. Marina in ordine di precedenza. Ha le attribuzioni di progettare le navi dello stato in base ai programmi stabiliti dagli organi competenti; costruire, provvedere, raddobbare le navi dello stato, le macchine e gli attrezzi relativi, nonché gl'impianti elettrici di propulsione delle stesse; imbarcare sulle navi per esercitare funzioni inerenti al proprio servizio per la direzione e l'esercizio degli apparati motori e generatori e reelativi macchinarî ausiliarî, compresi gl'impianti elettrici per la propulsione; dirigere e amministrare i lavori degli arsenali e stabilimenti della R. Marina per il servizio delle costruzioni navali e delle macchine; vigilare i lavori di competenza del corpo che sono eseguiti dall'industria privata per conto della R. Marina; dirigere le centrali elettriche per forza e luce negli arsenali e stabilimenti di lavoro; acquistare, conservare ed erogare i combustibili e le materie lubrificanti; provvedere a ogni altro servizio tecnico relativo alle costruzioni navali occorrenti alla R. Marina.

Il corpo del Genio navale fu costituito con r. decr. 1 aprile 1861, che porta la firma del Cavour; il primo ruolo d'impianto (15 ottobre 1861) comprendeva ufficiali che provenivano dalla marina sarda (dove il Genio navale era assimilato ai corpi militari ed era reclutato per concorso fra ingegneri civili, che erano poi inviati a specializzarsi nei cantieri francesi) e dalla marina delle Due Sicilie (dove il Genio navale era corpo militare e veniva reclutato fra i laureati della Scuola ponti e strade). Il nuovo corpo seguì il sistema del reclutamento per concorso fra gl'ingegneri fino al 1866, anno in cui fu costituito in corpo militare: da quell'epoca il reclutamento fu fatto direttamente dalla Scuola di marina, completando l'istruzione degli allievi presso la Scuola di applicazione del genio navale costituita con professori militari a Castellammare di Stabia. Questa scuola cessò nel 1872 e fu ripreso il reclutamento per concorso fra ingegneri laureati dalle varie scuole d'applicazione del regno e dalla Scuola superiore navale di Genova (ora R. Scuola d'ingegneria navale) che si era aperta nel 1871: il concorso era bandito quasi ogni anno per un numero limitatissimo di posti ed era considerato il più difficile fra tutti quelli banditi dalle amministrazioni dello stato per il reclutamento d'ingegneri. I vincitori del concorso erano nominati tenenti e, se provenienti dalla scuola di Genova, erano destinati subito presso un arsenale marittimo; altrimenti frequentavano per due anni corsi supplementari di specializzazione presso la scuola di Genova, dove prendevano una seconda laurea in ingegneria navale e meccanica. I primi tenenti (allora ingegneri di seconda classe) furono inviati alla scuola di Genova nel 1874. Istituitosi più tardi nel Politecnico di Napoli il ramo d'ingegneria navale, i vincitori vennero dal 1909 in poi distribuiti indifferentemente fra le due scuole. La legge 8 luglio 1926, che ha del tutto modificato l'ordinamento e il reclutamento dei corpi militari della R. Marina, ha apportato il più radicale cambiamento alla costituzione del corpo del Genio navale, incorporandovi un gran numero di ufficiali provenienti dal disciolto corpo degli ufficiali per la direzione delle macchine, la maggior parte dei quali ha dovuto però seguire gli studî presso una scuola d'ingegneria navale e laurearsi in ingegneria navale e meccanica come condizione per l'ammissione effettiva nel corpo. Il reclutamento avviene ora attraverso l'Accademia navale, dove gli allievi del Genio navale vengono ammessi per esame di concorso fra i licenziati delle scuole medie: escono dopo tre anni di studio con il grado di sottotenente e dopo un anno di imbarco sono inviati a seguire gli ultimi due anni della Scuola d'ingegneria navale di Genova o del Politecnico di Napoli, raggiungendo il grado di tenente insieme con la laurea. Dal 1904 i gradi nel corpo del Genio navale hanno, come per tutti i corpi della R. Marina ad eccezione di quello degli ufficiali di vascello, la stessa denominazione che nell'esercito; prima di quell'epoca si avevano ingegneri di 2ª e di 1ª classe (tenenti e capitani), ingegneri capi di 2ª e di 1ª classe (maggiori e tenenti colonnelli), direttori (colonnelli), ispettori e ispettori superiori (maggiori generali e tenenti generali).

Alla sua origine nel 1861 il Genio navale era costituito da 29 ufficiali, di cui 18 ufficiali superiori e un ufficiale generale; prima della trasformazione del 1926 il corpo comprendeva 117 ufficiali, di cui 41 ufficiali superiori e 4 ufficiali generali; ora ne comprende 332, di cui 102 ufficiali superiori e 5 ufficiali generali.

Il capo del corpo del Genio navale ha il grado di generale ispettore ed è parificato agli ammiragli di squadra per la marina e ai generali di corpo d'armata per l'esercito; presiede il Comitato per i progetti delle navi. Il Genio navale costituisce presso il Ministero la Direzione generale delle costruzioni navali e meccaniche e fa parte del Consiglio superiore di marina; alla periferia costituisce le direzioni delle costruzioni navali e meccaniche di Spezia e di Taranto, la direzione dello stabilimento di lavoro presso il R. Cantiere di Castellammare di Stabia e gli uffici tecnici del Genio navale di Genova, Livorno, Napoli, Ancona, Terni, Venezia, Trieste, Pola, Fiume; inoltre presiede le giunte di ricezione e di verifiea negli arsenali e fa parte della commissione permanente per gli esperimenti del materiale da guerra.

Nelle marine estere non esistono corpi esattamente corrispondenti, se se ne eccettua il Génie Maritime francese, che è corpo militare con le stesse attribuzioni del nostro genio navale. In Germania esistono i Schiffsbauräte e i Maschinenbauräte rispettivamente per gli scafi e per le macchine, ma costituiscono un corpo civile, mentre il servizio della direzione degli apparati motori è tenuto a bordo dagli Ingenieuroffiziere che sono un corpo militare. In Inghilterra il Royal Corps of Naval Constructors si occupa solo degli scafi e non è militarizzato; alle macchine è destinato un corpo militare che ha la stessa provenienza e le stesse denominazioni di grado degli ufficiali di vascello. Negli Stati Uniti il Construction Corps ha la stessa provenienza e le stesse denominazioni di grado degli ufficiali di vascello e si occupa esso pure solo degli scafi; mentre alle macchine provvedono gli stessi ufficiali di vascello che in parte sono specializzati per quel servizio.

Genio aeronautico.

Quando il governo italiano, subito dopo l'ottobre 1922, affrontò il problema della ricostituzione dell'aeronautica, insieme con la inscindibile metà di questa nuova forza armata affermò la necessità di riunire in un unico corpo i tecnici necessarî al funzionamento di essa, analogamente a quanto aveva fatto da tempo la R. Marina col corpo del genio navale e sotto certi riguardi l'esercito con l'arma del genio. Il capo del governo e alto commissario per l'aeronautica, Con decreto commissariale in data 31 luglio 1923, istituì il R. corpo del genio aeronautico, affidando la cura della sua formazione al tenente col. del genio navale Alessandro Guidoni (v.), col grado di generale direttore superiore del genio aeronautico; in seguito a concorso, in data 31 ottobre 1923, vennero nominati ai varî gradi, da colonnello a capitano, 71 tecnici che o già facevano parte da tempo dell'aeronautica come ufficiali delle varie armi dell'esercito e della marina o si erano comunque dedicati agli studî aerotecnici.

Il Corpo del genio aeronautico, data la complessità dei servizî aeronautici, comprende varie specializzazioni inerenti alle costruzioni dei velivoli e dei motori, all'armamento, alla radio, alla fotografia, all'edilizia, all'aerologia, alla chimica, ecc. L'organico attuale degli ufficiali nel ruolo ingegneri è: 1 tenente generale, 3 generali, 12 colonnelli, 27 tenenti colonnelli, 20 maggiori, 100 capitani, 77 subalterni: oltre questo ruolo di tecnici laureati, il corpo del genio aeronautico ha anche un ruolo di specializzati, la cui carriera è limitata al grado di capitano, costituito da 27 capitani e 38 subalterni; di tali organici però solo una parte è coperta. Il corpo del genio aeronautico ha obbligo di volo e una certa aliquota dei suoi componenti deve possedere il brevetto di pilota militare.

Genio civile.

Cenno storico. - Le origini del corpo reale del genio civile italiano rimontano a Vittorio Emanuele I, re di Sardegna, il quale nel 1815 riordinò i pubblici servizî. Con tale riordinamento fu disposto che la direzione e sorveglianza dei pubblici lavori, fino allora affidata al genio militare, venisse esercitata, per quanto riguarda le opere di pace, da un corpo d'ingegneri civili, che in un primo tempo fu alla dipendenza del Ministero della guerra e marina, e poi passò nel 1818 a quella del Ministero degli affari interni.

Anche nello Stato Pontificio fu (con motu proprio 23 ottobre 1817) organizzato un corpo degl'ingegneri pontifici di acque e strade. Nel regno delle due Sicilie, il re Francesco I, con decreto 25 febbraio 1826, istituiva il corpo degl'ingegneri di acque e strade. La direzione generale dei ponti, delle strade, delle acque e foreste e della caccia dipendeva dal Ministero delle finanze. Nell'istituzione di tali organismi i varî stati s'inspirarono a quanto era stato attuato in Francia sin dalla metà del sec. XVIII con la creazione del corpo degl'ingegneri di ponti e strade.

L'ordinamento e le funzioni del genio civile dell'antico Regno Sardo si riscontrano nel regolamento approvato dal re Carlo Felice il 4 gennaio 1825. Giusta tale regolamento il corpo reale del genio civile, posto alla dipendenza del Ministero degli affari interni, doveva provvedere al servizio dei ponti, strade e acque. Il consiglio permanente, ordinato il 3 maggio 1816 per dar parere con voto consultivo sui progetti e sulle varie questioni tecniche, veniva trasformato in consiglio superiore ed era costituito dagl'ispettori del corpo. Veniva inoltre istituita la scuola d'applicazione per il corpo reale del genio civile: "per insegnar l'applicazione delle scienze matematiche ai lavori pratici dell'ingegnere civile". Infine era prescritta una speciale divisa per gli appartenenti al corpo. Nel 1833 Carlo Alberto ordinava una notevolissima riduzione del personale del genio civile abolendo anche la scuola pratica d'applicazione del corpo.

Vittorio Emanuele II con decreto 20 novembre 1859 riformò l'ordinamento del servizio delle opere pubbliche, servizio che passò dalla dipendenza del Ministero dell'interno a quello dei lavori pubblici. Le attribuzioni di quest'ultimo ministero comprendevano la costruzione di strade ordinarie e ferrate, l'esercizio di quelle di queste ultime che lo stato credesse di esercitare; la polizia e il regime delle acque pubbliche; le opere di difesa e di navigazione; le bonifiche, le opere di costruzione e manutenzione dei porti, quelle di difesa delle spiagge e la polizia relativa; i piani d'ampliamento degli abitati; la conservazione dei pubblici monumenti; la costruzione e la manutenzione degli edifici pubblici, esclusi quelli dipendenti dalle amministrazioni della Guerra e Marina; lo stabilimento, la manutenzione e l'esercizio dei telegrafi, la direzione delle miniere coltivate dallo stato e la concessione di quelle affidate alle industrie private. L'esercizio di tutte le anzidette attribuzioni nei riguardi tecnici veniva affidato al corpo reale del genio civile. Gl'ingegneri erano scelti fra quelli che avevano ottenuto il grado accademico d'ingegnere in una delle università dello stato e venivano ammessi soltanto dopo aver compiuto quei corsi di pratica e subito quegli esperimenti determinati da apposito regolamento. Col detto decreto veniva fissato l'ordinamento del servizio, distinto in generale e speciale, e, in relazione alle attribuzioni da disimpegnare, venivano istituiti singoli uffici per ciascuna provincia per quanto riguarda le mansioni di carattere generale, o uffici speciali per le altre mansioni aventi giurisdizione per determinati comprensorî.

Con la medesima legge veniva confermata l'istituzione, presso il ministero, di un consiglio superiore dei lavori pubblici presieduto dal ministro e diviso in due sezioni. A tale consiglio era affidato il compito di dar pareri sui progetti e di proporre la soluzione delle questioni che venivano sottoposte al suo esame dal ministro. Era inoltre creato presso il ministero medesimo un consiglio superiore delle miniere per l'esame e pareri sugli affari relativi a questo ramo di servizio.

Successivamente a tale legge con la graduale unificazione del regno d'Italia vennero inclusi nel corpo del genio civile i funzionarî dei corpi corrispondenti che esistevano negli antichi stati, ma solo con la legge del 5 luglio 1882 si ebbe un organico assetto del corpo e delle sue attribuzioni. In detta legge, proposta il 3 dicembre 1878 dal ministro Baccarini, sono contenute le basi anche dell'attuale ordinamento del genio civile che, tenendo conto delle modifiche posteriormente apportate sia nelle attribuzioni sia nel funzionamento, è regolato fondamentalmente dal t. u. 3 sett. 1906 delle leggi sull'ordinamento del corpo reale del genio civile.

Come già nel 1871, con la costituzione del R. Corpo delle miniere, vennero sottratte al genio civile le attribuzioni in tale materia, che passò al Ministero dell'industria, fu successivamente sottratta al genio civile ogni ingerenza tanto nell'esercizio delle strade ferrate quanto nella loro costruzione, costituendosi nuovi organismi sia per quanto riguarda la rete di stato, sia per le ferrovie secondarie concesse all'industria privata. Lo stesso si dica per i telegrafi. Altre attribuzioni già affidate al genio civile in materia di conservazione e custodia di monumenti e di edifici demaniali, passarono ad appositi organi creati presso il Ministero dell'istruzione ora dell'educazione nazionale, o agli uffici tecnici di finanza presso il Ministero delle finanze. In conseguenza di ciò e al maggiore o minore sviluppo che subì l'esecuzione delle opere pubbliche, in relazione alle condizioni economiche del paese, il ruolo del genio civile fu variamente diminuito o aumentato. Una particolare menzione a questo riguardo merita la legge 15 giugno 1893 (Genala) che oltre ad apportare sensibili riduzioni nel personale del genio civile, stabilì la costituzione di uffici compartimentali d'ispezione, attuando così un principio di decentramento che solo molto tempo più tardi ebbe più ampio sviluppo.

Costituzione attuale. - Le principali disposizioni che, giusta il citato t. u. 3 settembre 1906, regolano oggi le funzioni del genio civile sono le seguenti: Il corpo reale del genio civile alla dipendenza del Ministero dei lavori pubblici, attende all'esercizio delle attribuzioni, e compie le funzioni che gli sono devolute dalla legge e dai regolamenti sulle opere pubbliche; gli uffici del genio civile si distinguono in ordinarî e speciali, provinciali e interprovinciali. In ogni capoluogo di provincia è stabilito un ufficio del genio civile o una sezione. L'alta sorveglianza sui servizî affidati al genio civile è esercitata dal Ministero dei lavori pubblici per mezzo degl'ispettori superiori del corpo stesso. Presso il Ministero dei lavori pubblici è costituito un consiglio superiore dei lavori pubblici, del quale fanno parte gl'ispettori del genio civile in servizio attivo, i direttori generali delle amministrazioni centrali dei lavori pubblici e altri consiglieri. È vietato agl'impiegati del genio civile di prender parte a qualunque impresa di pubblici lavori.

Nuovi mutamenti sono peraltro avvenuti, in seguito, nell'organizzazione del genio civile; di essi i più importanti sono i seguenti: Il 5 maggio 1907 fu istituita la Magistratura alle acque per le provincie Venete e di Mantova, per i lavori necessarî alla difesa idraulica delle terre Venete e della Bassa Valle Padana. Il personale tecnico del nuovo organismo fa parte del R. Corpo del genio civile.

Con il r. decr. 30 settembre 1922 i servizî dell'amministrazione Centrale dei lavori pubblici venivano ripartiti territorialmente anziché per materia. Gli uffici del genio civile potevano avere giurisdizioni idrografiche anziché delimitazioni provinciali, lasciando, se del caso, una sezione presso la prefettura per le mansioni di carattere generale. Il consiglio superiore dei lavori pubblici veniva ampliato nel numero dei suoi componenti e ne venivano estese le attribuzioni sostituendosi il suo parere, nelle materie di sua competenza, a quello di qualsiasi altra amministrazione attiva che aveva nel consiglio stesso i proprî rappresentanti.

Il r. decr. 25 settembre 1924 ricostituiva le primitive suddivisioni dei servizî dell'amministrazione centrale per materie e toglieva al consiglio superiore quella maggiore autonomia e competenza che gli era stata attribuita con la legge succitata.

Con recente legge 1 luglio 1931 la composizione e le attribuzioni del consiglio superiore sono state lievemente modificate.

Meritevole di particolare menzione è poi l'istituzione dei sette provveditorati alle opere pubbliche nel Mezzogiorno e nelle isole (decr. luog. 7 luglio 1925). In tali provveditorati, venne accentrata la direzione e l'amministrazione di tutti i lavori pubblici, anche quelli di competenza di altri ministeri. I provveditorati, affiancati da comitati tecnico-amministrativi, amministrano i fondi a loro disposizione con uffici proprî. Le competenze assegnate ai provveditorati furono, per la Campania, conferite all'alto commissario per la città e la provincia di Napoli con r. decr. 15 agosto 1925. Il 7 febbraio 1926 venne istituito l'ispettorato per la Maremma Toscana con le stesse caratteristiche dei provveditorati, salvo notevoli limitazioni di competenza. Per tutto il bacino idrografico del Po venne costituito uno speciale Circolo d'ispezione. Per le mansioni di carattere tecnico i suddetti organismi, come il magistrato alle acque, si valgono degli uffici del genio civile e del relativo personale.

Intanto la necessità di riordinare la rete stradale in relazione allo sviluppo dei nuovi mezzi di trasporto, e di assicurare la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade stesse in modo continuativo e indipendente dagli stanziamenti annui consentiti dal bilancio statale, condusse alla legge 17 maggio 1928 con la quale venne istituita l'Azienda autonoma stradale. Un numero notevole di funzionarî del genio civile, pur conservando la propria posizione nel ruolo, vennero così assegnati al nuovo ente posto alle dirette dipendenze del ministro dei Lavori pubblici, con proprio consiglio d'amministrazione e 14 uffici compartimentali, ente autonomo che provvede alla rete delle strade statali.

Con il r. decr. 27 settembre 1929 i servizî relativi alla bonifica integrale (bonifiche, sistemazioni montane, irrigazioni, acquedotti rurali, trasformazioni fondiarie) passavano dal Ministero dei lavori pubblici a quello dell'agricoltura e foreste (sottosegretariato per la bonifica integrale) che di concerto col ministro dei Lavori pubblici si avvale del personale superiore e degli uffici del genio civile per provvedere a questi servizî.

Attività. - Nel periodo dal 1862 all'esercizio 1923-24 furono spesi dal regno d'Italia per opere pubbliche circa miliardi 26,6, al valore attuale della moneta. Dal 1922 al 30 marzo 1930 furono erogati dal solo Ministero dei lavori pubblici oltre miliardi 12,3. A questo grandioso impulso dato alle opere pubbliche nel periodo indicato provvede per la quasi totalità, nei riguardi tecnici, il R. Corpo del genio civile di cui sono note altresì le benemerenze per l'opera prestata in caso di alluvioni, di terremoti e per quella data durante la guerra mondiale in sussidio del R. Esercito. Deve essere inoltre particolarmente ricordata l'attività che viene esplicata dal Genio civile quale corpo tecnico dello stato in mansioni di consulenza e di controllo. Oltre ai pareri tecnici che dà il consiglio superiore dei lavori pubblici sui progetti e sulle numerose questioni che vengono sottoposte al suo esame, gli uffici del genio civile provvedono alla revisione dei progetti di opere riguardanti gli enti locali, collaudi di lavori eseguiti con mutui e sussidî dello stato, istruttorie tecniche per concessioni di derivazioni di acque pubbliche ed altre, sorveglianza di polizia fluviale, pratiche per espropriazioni di pubblica utilità, ecc., sono infine gli organi di consulenza in materia tecnica delle prefetture.

Servizio del genio civile in guerra. - Per provvedere in guerra all'esecuzione, nella zona a tergo dell'esercito mobilitato, di tutte quelle opere e lavori che possono facilitare lo svolgimento delle operazioni belliche e migliorare le condizioni di vita delle truppe, è istituito un servizio del genio civile, che essenzialmente provvede: allo sviluppo e manutenzione della rete stradale, alle opere idrauliche, al regolamento delle acque della navigazione interna, alle opere di bonifica, alla costruzione di baraccamenti, agl'impianti per servizi di sanità, di commissariato, ecc.

Prima della grande guerra europea, nel nostro esercito era previsto soltanto un Servizio della manutenzione stradale a tergo dell'esercito, cui provvedeva il genio civile con personale e mezzi di limitata entità. Nel corso della guerra, la grande intensità del traffico sulle vie di comunicazione, per effetto soprattutto dello sviluppo dei mezzi a trazione meccanica, impose l'accurata organizzazione del servizio di manutenzione della viabilità esistente, la costruzione di nuove strade, l'ampliamento o rifacimento di numerose opere d'arte. Oltre a ciò, si resero necessarî numerosi e complessi lavori d'ingegneria: impianti idrici, lavori idraulici, baraccamenti, ponti, viadotti ecc., e perciò si dovette a poco a poco organizzare un vero e proprio Servizio del genio civile che la regolamentazione del dopoguerra ha poi sanzionato quale parte integrante della struttura logistica dell'esercito mobilitato.

Principali dati statistici relativi ai lavori compiuti dal genio civile nel corso della guerra mondiale: fu provveduto alla manutenzione di circa 10.000 chilometri di strade, alla sistemazione e ricostruzione di strade esistenti per circa 2200 chilometri, all'apertura di nuove strade per 600 chilometri. Nella sola zona delle retrovie gli operai ascesero a un massimo di 40.000 al giorno, 50.000 nell'epoca di sgombero delle nevi. Oltre a ciò a cura del magistrato alle acque per il Veneto, vennero eseguiti importanti opere di navigazione quali la linea Po-Brondolo e la sistemazione e apertura di nuovi canali lagunari.

Organi direttivi del servizio in guerra sono: l'ispettorato del genio civile e le direzioni del genio civile. L'ispettorato del genio civile è diretto da un ispettore superiore del genio civile che dipende: dal comando supremo, per quanto si riferisce al funzionamento del servizio al seguito dell'esercito mobilitato; dal Ministero dei lavori pubblici, per i lavori relativi a opere dello stato, di pertinenza di detto ministero, già esistenti o da compiersi in zona di guerra e per le conseguenti relazioni con gli uffici territoriali del genio civile. Provvede a ripartire il territorio costituente la zona di guerra fra le direzioni del genio civile mobilitate al seguito dell'esercito, a coordinarne l'azione, ad assegnare loro il personale e i mezzi necessarî per l'esecuzione dei lavori ad esse affidate. Le direzioni del genio civile sono rette ciascuna da un ingegnere capo del genio civile, il quale riceve gli ordini dall'ispettorato del genio civile. Nei limiti del territorio assegnato a ciascuna direzione, il capo di questa dà corso alle richieste di lavori che gli vengono rivolte dai comandi di armata che hanno giurisdizione nel territorio stesso.

Nel corso della grande guerra era stata assegnata una direzione del genio civile a ciascuna armata. Ma poiché il territorio di giurisdizione delle armate era, per esigenze di guerra, soggetto a frequenti cambiamenti di limiti, ne derivava un dannoso passaggio di lavori in corso dall'una all'altra direzione del genio civile. Per ovviare a tale inconveniente, si è preferito, con la regolamentazione del dopoguerra, prescrivere l'organizzazione territoriale delle direzioni del genio civile.

Organi esecutivi del servizio sono le sezioni del genio civile dipendenti da ciascuna direzione. Inoltre le direzioni del genio civile mobilitate possono avvalersi del personale di assistenza e di fatica, dipendente dal Ministero dei lavori pubblici, che si trovi in zona di guerra quale addetto sin dal tempo di pace alla manutenzione stradale, al servizio dei corsi d'acqua, canali ecc.; possono reclutare mano d'opera avventizia, richiedere l'assegnazione di prigionieri di guerra inquadrati in speciali riparti di lavoro, ecc. I mezzi di lavoro vengono forniti dall'amministrazione militare.

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