GENTILE da Foligno

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 53 (2000)

GENTILE da Foligno

Paolo Vian

Ignoti sono il luogo e la data della sua nascita, da porre presumibilmente negli ultimi decenni del XIII secolo, né si conoscono le circostanze della sua entrata nell'Ordine degli eremitani di S. Agostino. Da alcuni è ritenuto parente dell'omonimo medico e filosofo morto di peste nel 1348 (da qui probabilmente la confusione di quanti collocano in quell'anno anche la sua morte).

È certo comunque che il 6 apr. 1300 G. si trova a Foligno perché in quella data funge da testimone nel locale convento di S. Agostino alle disposizioni testamentarie del padre di un confratello (nell'atto il nome compare nella forma "fr. Gentile Carusi"; sempre a Foligno la sua presenza è attestata nel 1310, perché il 21 giugno assiste alla stesura di un atto, rogato dinanzi al parlatorio del monastero di S. Giuliana, per uno scambio di immobili.

La cittadina umbra all'inizio del secolo era teatro di stretti rapporti fra eremitani agostiniani e "poveri eremiti" di matrice francescana e "spirituale" (insediati nel convento di S. Francesco, ove ricevettero la loro formazione Giovanni da Valle, Gentile da Spoleto e Paoluccio Trinci, protagonisti delle osservanze francescane nell'Italia centrale). Su questo sfondo si colloca l'inizio dell'amicizia fra G. e Angelo Clareno, incontrato probabilmente al ritorno di quest'ultimo dalla Grecia (1305). L'amicizia, già solida quando il Clareno partì per la Francia (1311), si approfondì nel periodo della permanenza a Subiaco del vecchio "spirituale" (1318-34). E appunto le lettere indirizzate dal Clareno a G. - pubblicate da Ehrle (1885), Mattioli (1898) e von Auw (1980) - rappresentano una delle fonti principali per la comprensione del ruolo e della collocazione di G. nel panorama religioso del suo tempo.

Sono indirizzate a G. cinque lettere del Clareno: le lettere n. 18 (secondo la numerazione dell'epistolario von Auw, Avignone, 24 apr. 1317 o 1318; 5 apr. 1317 o 25 apr. 1318 [secondo una tesi di R.G. Musto, inedita ma citata da Potestà, 1990]), n. 22 (Avignone, 27 dic. 1317 secondo von Auw; 27 dic. 1312 secondo Potestà), n. 23 (Subiaco, 5 o 6 ott. 1331 secondo von Auw e Potestà), n. 45 (Subiaco, 27 maggio 1332), n. 46 (Subiaco, 16 apr. 1330 o 1332, rispettivamente secondo von Auw e Potestà, 1990). Da esse risulta la venerazione profonda che G. nutriva per il Clareno, che consultava sul senso di alcune profezie o al quale domandava di intercedere presso il cardinale Giacomo Colonna in favore di uno dei suoi protetti. Dal canto suo, il Clareno sembra riconoscere in G. un saggio ed equilibrato consigliere: è a G. che il Clareno trasmette (lett. n. 23) la lettera ad Alvaro Pelayo (Alvaro Pais), composta tra la fine del 1329 e gli inizi del 1330, nota col titolo Apologia pro vita sua (Doucet), pregandolo di discuterne e correggerne il testo e di renderne nota solo una parte. G. segue da vicino la vicenda del confronto tra il Clareno e papa Giovanni XXII: è diretto a G. il biglietto di Francesco da Norcia (lett. n. 21, Avignone, 29 giugno 1317) in cui si dà notizia dell'avvenuta scarcerazione del Clareno dopo la breve prigionia decretata dal papa nel 1317. Potestà (1990) ipotizza che sia stato G. a conservare la lett. n. 49, copia della cosiddetta Epistola excusatoria indirizzata nel 1317 a Giovanni XXII.

I rapporti tra il Clareno e G., talvolta con la mediazione di altri, come Andrea da Rieti, si sostanziano anche di visite di G. al Clareno nel ritiro di Subiaco, alle quali questi talvolta rinuncia se ritiene il viaggio troppo penoso o pericoloso per l'amico. Intorno a G. gravita, stando alle lettere, un gruppo di laici e religiosi, uomini e donne, che coltivano la pietà e alle preghiere dei quali il Clareno si raccomanda. Quando, nel capitolo generale agostiniano di Vienne del 1332, G. viene eletto eletto "socius et secretarius" del nuovo generale Gugliemo Amidani da Cremona, il Clareno il 27 maggio 1332 (lett. n. 45) si complimenta con lui ma si duole del danno che la promozione potrà recare alle cerchie di devoti che non potranno più godere della sua guida spirituale.

Fu certamente G., con gli agostiniani Simone Fidati da Cascia e Giovanni da Salerno, uno dei promotori della raccolta delle lettere del Clareno, per la quale probabilmente egli fornì il "dossier" delle lettere inviate a lui, ad altri agostiniani e a poveri "eremiti" nella Marca d'Ancona, unendovi forse quelle raccolte da Filippo di Maiorca, discepolo del Clareno, fra quelle spedite in Italia meridionale. E di questa preoccupazione per la sopravvivenza del ricordo di Angelo è indizio anche la raccolta di miracoli attribuiti al vecchio "spirituale" inviata a G. da Roberto di Mileto.

La morte di G. è dunque successiva senz'altro a quella del Clareno (15 giugno 1337), ma non sembra possibile precisare di più sul luogo e sulla data.

Di G. possediamo solo due lettere in volgare, tradite nel ms. 1942 della Biblioteca Oliveriana di Pesaro e pubblicate per la prima volta da Lydia von Auw nel 1979. La più antica (datata dalla curatrice agli anni 1324-25) sembra quella indirizzata a Mattiuccio da Gubbio, forse un laico, turbato da una decretale di Giovanni XXII condannante la tesi della povertà evangelica. Nella lettera G. non contesta il decreto ma dichiara che non riguarda i "fraticelli", in realtà mai condannati dalla Chiesa. Più recente la lettera a Francesco da Montavio (databile tra il 1324 e il 1329), nella quale sono rievocati un soggiorno, forse sublacense, di G. presso il Clareno, durato diversi giorni, e i temi trattati in quell'occasione (difesa della vita "delli frati della Marca").

Un manoscritto della Bibl. nazionale di Firenze (Magliab. XXXIV, 76) - copiato nel 1494 da Luca di San Gimignano che vi raccolse profezie di Gioacchino, Merlino e delle Sibille - attribuisce a un "frater Gentilis de Fulgineo" un commento alla profezia Vae mundo in centum annis incorporata da Arnaldo da Villanova nel De cymbalis ecclesie (1301). L'autore del commento deve essere stato a Parigi all'inizio del XIV secolo ma la stesura è senz'altro più tarda, forse anteriore al 1345. Marjorie Reeves, la prima a valorizzare (1969) il ms. fiorentino (peraltro già citato da Ceruti, 1874), che è l'unico ad aggiungere l'indicazione de Fulgineo assente in altri testimoni, ha avanzato l'ipotesi che il "frater Gentilis" del commento vada identificato con G. e considera il fatto una prova della propensione verso il gioachimismo ("joachimist leanings") dell'agostiniano; più vaghe e prudenti le attribuzioni al riguardo di Finke (1902), Burdach (1913), Grundmann (1929) e Bignami Odier (1952). Se l'ipotesi della Reeves si rivelasse fondata, ne deriverebbero rilevanti conseguenze per la ricostruzione biografica di G. e per il suo grado di preparazione teologica.

A G. è attribuito dal ms. 1351 della Bibl. Riccardiana di Firenze il volgarizzamento della traduzione latina di Angelo Clareno della Scala paradisi di s. Giovanni Climaco, che ebbe notevole diffusione manoscritta e a stampa (tre edizioni nel sec. XV [Indice generale degli incunaboli…, nn. 5214-5216], prima di quella di Ceruti nel 1874). Ancora a G. è attribuito "con tutta probabilità" (Potestà, 1990, p. 22) il volgarizzamento di un'opera del Clareno, l'Historia septem tribulationum (edito da Malagoli nel 1931). Il Nessi (1987) - sulla base delle analogie fra il prologo del volgarizzamento della Scala paradisi e il prologo di una traduzione volgare degli scritti di Angela da Foligno tradita nel ms. 156 della Bibl. Trivulziana di Milano (analogie già notate nel 1985 da Thier e Calufetti) - ha ipotizzato che G. sia l'autore della prima traduzione integrale degli scritti di Angela, figura di spicco nella Foligno dei primi decenni del Trecento.

Fonti e Bibl.: La Scala del paradiso di s. Giovanni Climaco…, a cura di A. Ceruti, Bologna 1874, pp. XXXIII-XXXVIII; F. Ehrle, Die Spiritualen, ihr Verhältniss zum Franziskanerorden und zu den Fraticellen, in Archiv für Literatur- und Kirchengeschichte, I (1885), pp. 539, 545, 549, 551 s., 558; N. Mattioli, Il beato Simone Fidati da Cascia dell'Ordine romitano di S. Agostino e i suoi scritti editi ed inediti, Roma 1898, pp. 61-74; M. Faloci Pulignani, Vita di Francesco e dei suoi compagni. Testo inedito di volgare umbro del secolo XIV, in Miscellanea francescana, VIII (1901), 3, pp. 81-119; Z. Lazzeri, Un nuovo codice italiano delle prime due tribolazioni di fr. Angelo Clareno, in Archivum franciscanum historicum, II (1918), pp. 47-65; L. Malagoli, Cronaca delle tribolazioni di Angelo Clareno, in Didaskaleion, X (1931), pp. 75-236; Angelo Clareno, Ad Alvarum Pelagium. Apologia pro vita sua, a cura di V. Doucet, in Archivum franciscanum historicum, XXXIX (1946), pp. 70 s., 77, 93; L. von Auw, Les "spirituels" de Foligno dans trois lettres en langue italienne du ms. Ol. (Bibliothèque Oliveriana n° 1942, à Pesaro), in Il b. Tomasuccio da Foligno, terziario francescano, ed i movimenti religiosi popolari umbri nel Trecento, a cura di R. Pazzelli, Roma 1979, pp. 49-61; Angelo Clareno, Opera, I, Epistole, a cura di L. von Auw, Roma 1980, ad ind.; H. Finke, Aus den Tagen Bonifaz VIII. Funde und Forschungen, Münster i.W. 1902, p. 218; S. Minocchi, La leggenda antica. Nuova fonte biografica di s. Francesco d'Assisi tratta da un codice vaticano, Firenze 1905, passim; Briefwechsel des Cola di Rienzo, a cura di K. Burdach - P. Piur, II, 1, Berlin 1913, p. 28 n. 2; H. Grundmann, Liber de Flore. Eine Schrift der Franziskaner-Spiritualen aus dem Anfang des 14. Jahrhunderts, in Historisches Jahrbuch, XLIX (1929), p. 39; D.L. Douie, The nature and effect of the heresy of the fraticelli, Manchester 1932, p. 70 e n. 2; J. Bignami Odier, Études sur Jean de Roquetaillade (Johannes de Rupescissa), Paris 1952, p. 132; G. Ciolini, Scrittori spirituali agostiniani dei secoli XIV e XV in Italia, in Sanctus Augustinus vitae spiritualis magister. Settimana internazionale di spiritualità agostiniana, … 1956, II, Roma 1959, pp. 367-369; J. Gribomont, La Scala paradisi, Jean de Raïthou et Angelo Clareno, in Studia monastica, II (1960), p. 353; L. Berardini, Frate Angelo da Chiarino alla luce della storia, Osimo 1964, ad ind.; M. Reeves, The influence of prophecy in the later Middle Ages, Oxford 1969, pp. 251-253, 418 s., 434; C. Cenci, Manoscritti francescani della Biblioteca nazionale di Napoli, II, Grottaferrata 1971, p. 905; L. von Auw, À propos d'Angelo Clareno, in Chi erano gli spirituali. Atti del III Convegno internaz. della Soc. internaz. di studi francescani, … 1974, Assisi 1976, pp. 217-220; L. von Auw, Angelo Clareno et les spirituels italiens, Roma 1979, ad indicem; Angeli Clareni Opera, 1, Epistole, a cura di L. von Auw, Roma 1980, ad indicem; O. Zorzi Pugliese, Il "Chronicon" di Angelo Clareno nel Rinascimento: volgarizzamento postillato da Girolamo Benivieni, in Archivum franciscanum historicum, XXIII (1980), pp. 514-526; M. Sensi, Comunità di penitenti francescani nella Valle Spoletana…, in Prime manifestazioni di vita comunitaria maschile e femminile nel movimento francescano della penitenza (1215-1447), a cura di R. Pazzelli - L. Temperini, Roma 1982, pp. 482, 488; R.G. Musto, Angelo Clareno, fourteenth-century translator of the Greek fathers. An introduction and a checklist of manuscripts and printings of his "Scala paradisi", in Archivum franciscanum historicum, LXXVI (1983), pp. 613-631, 638-645; M. Sensi, Le osservanze francescane nell'Italia centrale (secoli XIV-XV), Roma 1985, pp. 6, 15, 121 s., 205 n. 3, 301, 303; L. Thier - A. Calufetti, Il libro della b. Angela da Foligno. Edizione critica, Grottaferrata 1985, pp. 59-61; S. Nessi, La fortuna del "Libro" di Angela attraversoi secoli, in Vita e spiritualità della b. Angela da Foligno. Atti del Convegno di studi per il VII centenario della conversione della b. Angela da Foligno (1285-1985), Foligno… 1985, a cura di C. Schmitt, Perugia 1987, p. 104; M. Sensi, La b. Angela nel contesto religioso folignate, ibid., pp. 43 n. 15, 62-68; G.L. Potestà, Gli studi su Angelo Clareno. Dal ritrovamento della raccolta epistolare alle recenti edizioni, in Riv. di storia e letteratura religiosa, XXV (1989), pp. 119 n. 53, 140 n. 137; Id., Angelo Clareno. Dai poveri eremiti ai fraticelli, Roma 1990, ad ind.; D. Corsi, Simone da Cascia, un "rebellis Ecclesiae"?, in Arch. stor. italiano, CXLIX (1991), pp. 777-779; L. Hain, Repertorium bibliographicum, nn. 5466-5469; D.A. Perini, Bibliographia Augustiniana, II, p. 86; Dict. d'hist. et de géogr. ecclésiastiques, XX, col. 505.

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