Moore, George Augustus

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Scrittore irlandese (Moore Hall, Mayo, 1852 - Londra 1933). Studiò pittura a Parigi, dove fu in contatto con i grandi movimenti culturali di quegli anni, in particolare con gli impressionisti. Nel 1875 abbandonò la pittura rivolgendosi alla letteratura. Le prime opere furono raccolte di versi (Flowers of passion, 1877, di ispirazione baudelairiana; Martin Luther, 1879; Pagan poems, 1881), seguite, dopo il ritorno a Londra, da romanzi, con i quali M. introdusse in Inghilterra il naturalismo e, successivamente, il simbolismo: A modern lover (1883); A mummer's wife (1885); A drama in muslim (1886); l'autobiografico Confessions of a young man (1888; trad. it. 1929); Esther Waters (1894; trad. it. 1934). Sul passaggio a romanzi a sfondo più decisamente religioso-simbolistico influirono l'amicizia di W. B. Yeats, la scoperta di R. Wagner, l'opera di J.-K. Huys mans (Evelyn Innes, 1898; Sister Theresa, 1901). Tornato in Irlanda (1901), M. partecipò alla rinascita celtica, collaborò con Yeats all'Irish literary theatre, scrisse la raccolta di racconti The untilled field (1903), la novella The lake (1905; trad. it. 1933), l'autobiografico Memoirs of my dead life (1906; trad. it. 1945); ma preferì rientrare a Londra (1911). Degli ultimi anni sono, oltre a racconti e romanzi di ispirazione irlandese, la trilogia autobiografica Hail and farewell (Ave, 1911; Salve, 1912; Vale, 1914) sul soggiorno in Irlanda; The brook Kerith (1916), una personale rilettura dei Vangeli; il romanzo storico Héloïse and Abélard (1921). Preoccupato sempre e solo del problema artistico, attuò in tutti gli aspetti della sua vita la formula dell'arte per l'arte, riuscendo forse l'esponente più notevole del decadentismo inglese.

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