Perec, Georges

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

Perec, Georges

Simona Mambrini

Scrittore francese, nato a Parigi il 7 marzo 1936, morto a Ivry-sur-Seine il 4 marzo 1982. Figlio di ebrei polacchi emigrati negli anni Venti, nel 1940 rimase orfano del padre, ucciso all'inizio della Seconda guerra mondiale, e tre anni dopo della madre, deportata in un lager nazista. Compiuti gli studi secondari al Collège d'Étampes, nel 1954 s'iscrisse alla Sorbona, dove seguì irregolarmente i corsi di sociologia. Dal 1961 al 1978 lavorò al Centre national de la recherche scientifique come ricercatore documentarista. Fu tra i protagonisti del dibattito in corso negli anni Sessanta tra letteratura dell'engagement e nouveau roman, collaborando a riviste quali Les lettres nouvelles, Cause commune, Partisans, La nouvelle revue française. Nel 1967 aderì all'OULIPO (Ouvroir de Littérature Potentielle), il gruppo di ricerca sperimentale fondato nel 1960 da R. Queneau e dal matematico F. Le Lionnais, animato, tra gli altri, da I. Calvino. L'abbondanza e la nudità, la padronanza delle forme e delle strutture, l'acrobatica leggerezza degli spostamenti di senso sono i tratti più manifesti della sua opera, non riconducibile a nessun modello, che in ogni sua sfaccettatura sembra rispondere all'imperativo morale dell'autore: "scrivere è tentare meticolosamente di trattenere qualcosa, di far sopravvivere qualcosa".

Il suo esordio come romanziere avvenne nel 1965 con Les choses (trad. it. 1966), che, con il successivo Un homme qui dort (1967; trad. it. 1980), sembra rivelare uno scrittore attento alla minuta descrizione di una "fenomenologia del quotidiano" all'interno di una società reificata. Ma nella fredda oggettività 'nomenclatoria', nell'apparente neutralità 'sociologica' di questi romanzi sono già le premesse di quella scrittura, densa di citazioni e rielaborazioni, che porterà l'autore ad aderire alle posizioni teoriche dell'OULIPO. Esemplare applicazione ne costituirono i romanzi lipogrammatici La disparition (1969; trad. it. 1995), dove non compare mai la lettera e, e Les Revenentes (1972), dove invece la e è l'unica vocale utilizzata. La sotterranea vena autobiografica, mai del tutto assente nell'opera di P., affiora più manifestamente, attraverso il filtro degli artifici retorici e delle griglie letterarie, in La boutique obscure (1973), dove è descritta una serie di sogni, e in W ou le souvenir d'enfance (1975; trad. it. 1991), nel quale i ricordi dell'infanzia sono intrecciati all'immaginario utopico. In Je me souviens (1978; trad. it. 1988), sul tessuto della vita ordinaria si disegna una sorta di "biografia collettiva" di un'intera generazione.

Gli scritti raccolti nel piccolo trattato Espèces d'espaces (1974; trad. it. 1989) e in Penser/Classer (post., 1985; trad. it. 1989) illustrano la poetica di P.: l'atto della scrittura prende le mosse dalla necessità continua di nominare e descrivere, fino a esaurire ogni possibilità di definizione; lo spazio letterario fa da eco allo spazio degli oggetti e attraverso le parole si tracciano le coordinate del mondo esterno. Il romanzo enciclopedico La vie mode d'emploi (1978; trad. it. 1978), salutato al suo apparire da Calvino come "l'ultimo vero avvenimento nella storia del romanzo", è la summa dell'inesauribile vena classificatoria e del parossismo narrativo di P.: una miriade di racconti fuoriesce da questo romanzo proliferante che restituisce piano per piano, stanza per stanza, la vita presente o passata di un grande caseggiato parigino, in un implacabile concatenarsi di fatti, cose, persone secondo la tecnica del puzzle. La fascinazione affabulatoria e il virtuosismo retorico trovano ulteriore compimento in Un cabinet d'amateur (1979; trad. it. Storia di un quadro, 1990). Sono apparsi postumi il romanzo incompiuto 53 jours (1989; trad. it. 1996) e alcune raccolte di brani autobiografici, scritti scientifici, osservazioni sul quotidiano: L'infra-ordinaire (1989; trad. it. 1994); Je suis né (1990; trad. it. 1992); Cantatrix sopranica L. et autres écrits scientifiques (1991; trad. it. 1996).

P. scrisse anche testi teatrali (L'augmentation, 1970; La poche Parmentier, 1974), raccolti in Théâtre I (1981; trad. it. 1991), fu esperto di enigmistica e ideatore di cruciverba (Mots croisés, 1979; Mots croisés II, post., 1986).

bibliografia

Georges Perec, in L'Arc, 1976, 76 (nr. monografico).

C. Burgelin, Georges Perec, Paris 1988 (trad. it. Georges Perec: La letteratura come gioco e sogno, Genova 1989).

B. Magné, Perecollages 1981-1988, Toulouse-Le-Mirail 1989.

Parcours Perec, éd. M. Ribière, Lyon 1990.

Ph. Lejeune, La mémoire et l'oblique, Paris 1991.

A. Brunswic, D. Senecal, Perec de A à Z, in Lire, 1992, 197, pp. 19-29.

D. Bellos, Georges Perec. A life in words, London 1993.

Dossier Georges Perec, in Magazine Littéraire, 1993, 316, pp. 16-84.

Georges Perec, a cura di A. Borsari, in Riga, 1993, 4 (nr. monografico).

S. Mambrini, Georges Perec e lo spazio della letteratura, in Francofonia, 1994, 26, pp. 41-59.

L. Barile, L'infraordinario in Calvino e Perec, in Lettere italiane, 1996, 1, pp. 25-43.

A. Chauvin, Leçon littéraire sur W ou le souvenir d'enfance de Perec, Parigi 1997.

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