Plechanov, Georgij Valentinovič

Dizionario di filosofia (2009)

Plechanov, Georgij Valentinovic


Plechanov, Georgij Valentinovič

Filosofo russo (Gudalovka, Tambov, 1856 - Terijoki, Finlandia, 1918). Aderì giovanissimo al movimento populista, nel 1875 fece parte del gruppo populista Zemlja i Volja («Terra e libertà») e in seguito alla scissione di questo (1879), guidò il gruppo denominato Čërnyj peredel («Ripartizione nera»), che, mantenendo la questione agraria al centro della lotta sociale e politica, respingeva i metodi terroristici adottati dai gruppi populisti di orientamento anarchico. Trasferitosi nel 1880 all’estero (visse in Svizzera, Italia e Francia), P. aderì al marxismo e contribuì fortemente alla diffusione del marxismo in Russia (a lui si deve, nel 1882, la prima traduzione in russo del Manifesto del Partito comunista). Convinto che gli sviluppi rivoluzionari in senso socialista si sarebbero potuti avere in Russia solo dopo che questa fosse passata attraverso la fase capitalistica, nel 1903, insieme a quelli che saranno detti menscevichi, si oppose a Lenin e ai bolscevichi. Dopo la rivoluzione del 1905 rimase al di sopra delle due correnti e nel 1917 finì per opporsi a entrambe, sostenendo la continuazione della guerra. Notevole importanza ebbero i suoi tentativi di sviluppare il materialismo dialettico, in polemica con le correnti filosofiche del tempo (empiriocriticismo, kantismo, ecc.), affermando la superiorità della concezione materialistica della storia – identificata con la tesi della determinazione della sovrastruttura da parte della struttura economica – sia rispetto a quella «teologica», incentrata sulla nozione di volontà divina, sia nei confronti di quella «idealistica» (propria anche dell’Illuminismo francese), fondata su fattori di tipo culturale (lo Spirito, i costumi) o sull’azione delle ‘grandi personalità’. Pur rimpoverando a Hegel di aver eluso il problema della spiegazione delle condizioni sociali su cui si fonda lo sviluppo delle idee, gli riconobbe il merito di aver portato nelle scienze sociali il «punto di vista del divenire». Le sue posizioni gnoseologiche, avverse al kantismo, furono tuttavia criticate da Lenin (specialmente nei Quaderni filosofici), che ritenne la sua difesa del realismo ispirata a un materialismo volgare piuttosto che dialettico. Opere principali: Socializm i političeskaja bor´ba («Il socialismo e la lotta politica», 1883); Anarchismus und Sozialismus (1894; trad. it. Anarchismo e socialismo); Beiträge zur Geschichte des Materialismus (1896); Osnovnye voprosy marksizma (1908; trad. it. Le questioni fondamentali del marxismo), riunite in Sočinenija («Opere», 24 voll., 1923-27). In edizione italiana è apparsa una raccolta di Opere scelte.

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