GERICO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)

Vedi GERICO dell'anno: 1960 - 1994

GERICO (ebraico Yĕriḥō)

M. Avi-Yonah
G. Furlani

G., la "Città del (dio) Luna", detta anche "Città delle Palme", si trova in una pianura ben irrigata a O del Giordano, non lontano dal punto in cui questo sfocia nel Mar Morto.

Il clima quasi tropicale della regione ha dato vita a un'oasi in cui possono maturare frutti pregiati. La città attuale rappresenta la terza e ultima sede di questo centro, ed è di origine bizantina. La città romana era situata a circa tre chilometri e mezzo più a E; in essa si trovano ruderi di fortificazioni ellenistiche (asmonee?) e di un palazzo che risale all'epoca della dinastia erodiana, i giardini del quale erano circondati da un muro con un'esedra al centro, di fronte a un ampio fossato pieno d'acqua. L'antichissima città di G., risalente al Mesolitico, si trova localizzata nel Tell es-Sulṭān, e varî scavi vi furono eseguiti: iniziati negli anni 1907-1909 da studiosi tedeschi, furono proseguiti negli anni 1930-1936 da archeologi britannici sotto la direzione di J. Garstang; dopo la seconda guerra mondiale, sono stati ripresi nel 1952 da K. M. Kenyon per conto della British School of Archaeology di Gerusalemme e dell'American School of Oriental Research della stessa città.

A G. sono stati trovati gli avanzi di un muro e di una torre che risalgono ad un Neolitico pre-ceramico molto arcaico (68oo a. C.) e fanno di G. il più antico centro urbano finora conosciuto. Il sito era del resto già abitato nel Mesolitico (c. 10.000 a. C.), come hanno mostrato gli scavi del 1957-58. Più tardi appare la ceramica, che nella sua seconda fase presenta affinità con quella di Ugarit, Biblo, Mersin e Giarmō (seconda metà del V-inizio del IV millennio a. C.). Al Periodo Neolitico appartengono alcuni crani trasformati in immagini per mezzo di aggiunte di gesso. Il periodo seguente, il Calcolitico (4000-3000 a. C.), produsse invece vasellame, case absidate ed effigi di dèi fatte di argilla su una struttura di canne, con i visi dipinti per dare l'impressione della barba e del tatuaggio, e gli occhi formati con incrostazioni di conchiglie.

La città cananea (Età del Bronzo) di G. passò attraverso tre stadî successivi; la città del Bronzo Medio I (2000-1750), circondata da muri di mattoni, sul culmine della collina naturale; a questa seguì un centro abitato (Hyksos?) del Bronzo Medio II (1750-1550 a. C.), epoca in cui fu costruita una seconda muraglia che racchiudeva tutta l'altura alla base, con scalinate che conducevano alla città superiore. A questo stesso periodo è da attribuire una serie di tombe, alcune con un corredo di suppellettili funebri molto ricco; tra i varî oggetti si ricordano un rhytòn a foggia di testa umana e una testa babilonese di toro. Gli archeologi hanno ricercato, ma sinora invano, un muro che potesse essere identificato con quello del tempo di Giosuè; le più antiche mura sinora trovate sono anteriori al periodo dell'invasione israelita; gli strati superiori sono stati rovinati dagli agenti atmosferici. Nel secondo Periodo del Ferro (secondo la Bibbia al tempo di Ahab, intorno all'870 a. C.), G. venne ricostruita da Hiel il Betelita; gli strati più superficiali del tell rappresentano appunto le tracce di questo periodo. In epoca di poco posteriore, la fontana sorgiva ch'era ai piedi dell'altura sarebbe stata resa potabile dal profeta Eliseo (II Re, II, 19). All'epoca bizantina presso la fontana venne eretta una chiesa e si indicava ai pellegrini la "Casa di Rabab" sulla altura.

Bibl.: E. Sellin-C. Watzinger, Jericho. Ergebnisse der Ausgrabungen, Lipsia 1923; J. Garstang, Jericho, City and Necropolis, in Liverpool Annals of Archaeology and Anthropology, XIX-XXIII, 1932-1936; W. F. Albright, The Archaeology of Palestine, Harmondsworth 1949; A. D. Tushingham, The Joint Excavations at Tell es-Sulṭān (Jericho), in Bulletin of the American Schools of Oriental Research, CXXVII, 1952, pp. 5-16; J. L. Kelso-D. C. Baramki, Excavations at New testament Jericho, in Annual of the Amer. Schools of Orient Research, XXIX-XXX, 1955; K. M. Kenyon, Digging up Jericho, Londra 1957; J. B. Pritchard, Herodian Jericho, in Annual of the Amer. Schools of Orient. Research, XXXII-XXXIII, 1958. Per gli scavi in corso si vedano i rapporti annuali nella rivista Palestine Exploration Quarterly e K. M. Kenyon in Antiquity, XXXIII, 1959, p. 5 ss.

(M. Avi-Yonah - G. Furlani)