ALBERTI, Giacomo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)

ALBERTI, Giacomo

Paolo Rizzi

Nato a Prato negli ultimi anni del sec. XIII, nipote del cardinale Niccolò da Prato e fratello minore di Galasso, per l'appoggio del potente zio divenne titolare della pieve di Borgo S. Lorenzo nella diocesi di Firenze, e poi canonico a Pisa, Verona, Soissons, Saint-Géry, Cambrai e ancora Prato (S. Stefano). Fu fatto vescovo il 19 giugno 1311 da Clemente V, succedendo nella diocesi di Castello (Venezia) al fratello Galasso; ma, non avendo l'età canonica, dovette attendere sei anni prima di prendere possesso della carica (i luglio 1317).

Quando Ludovico il Bavaro venne in Italia, egli parteggiò per l'imperatore e divenne uno dei capi del partito ghibellino. Il 17 genn. 1328 ebbe l'onore di consacrare a Roma Ludovico imperatore. Fu il principale sostenitore dell'antipapa Pietro di Corvara (Nicolò V) e lesse il decreto di Ludovico sanzionante il voto popolare con il quale l'antipapa era stato eletto (12 maggio 1328). L'antipapa riconobbe i suoi servigi e lo nominò cardinale-vescovo di Ostia e Velletri; sotto questa veste l'A., a sua volta, consacrò e incoronò lo stesso Nicolò V. Processato e condannato perciò in contumacia da Giovanni XXII, fu scomunicato e destituito dalla sede di Castello il 27 maggio 1328. Successivamente, il 7 marzo 1329, il papa affidava l'amministrazione dei suoi beni a Baronto, vescovo di Pistoia. Fu ancora citato, ma non comparve in tribunale, nè cercò in qualche modo di discolparsi.

Nicolò V da parte sua gli concesse l'arcivescovato di Monreale, tolto a Napoleone di Romandia, e altre cariche in S. Maria Maggiore a Roma, a S. Pietro di Mezzule, a Lucca, a S. Pietro in Campo in Val di Nievole, a S. Antonio di Pescia. Lasciò Roma con il suo papa e il suo imperatore, seguendoli a Pisa e poi in Germania, dove prese residenza a Monaco di Baviera con il titolo di legato della S. Sede, anche dopo la ritrattazione di Pietro di Corvara.

Giovanni XXII gli lanciò una nuova citazione il 5 genn. 133 I: ma egli non comparve in giudizio. Morì a Monaco dopo il 1335, in data che non è possibile precisare.

Fonti e Bibl.: Regestum Clementis Papae V, annus VI, Romae 1887, n. 6999, p. 201; annus XX, Romae 1888, n. 10349, p. 125; Jean XXII, Lettres Communes, a cura di G. Mollat, VII-VIlI, Paris 1914-1924, passim (v. Indice); E. Martène U. Durand, Thesaurus novus anecdotorum, Lutetiae Parisiorum 1717, coll. 746 s., 765, 802, 835-838; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, V, Venetiis 1720, coll. 1273-1276; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, IX, Venezia 1853, pp. 203-207; P. B. Gams, Series episcoporum eccl. cath., Ratisbonae 1873, p. 782; C. Müller, Der Kampf Ludwig des Bayern mit der rimischen Curie, Tubingen 1879, pp. 179, 193, 198-199; C. Eubel, Hierarchia Catholica..., I, Monasterii 1913, p.16 C 171, n. 7; Dict. d'Hist. et de Géogr. ecclés, I, coll. 1577-1580 (con ampia document. e bibliogr., a cui si rimanda per ogni integrazione di notizie).

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