CANTELLI, Giacomo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 18 (1975)

CANTELLI, Giacomo

CC. Palagiano-*

Nacque a Montorsello presso Vignola nel 1643 (fu battezzato il 22 febbraio) da Francesco e da Domenica Scorzoni.

Dall'atto di battesimo del C., ove risulta ancora il cognome di Betti, e da quelli dei suoi fratelli, che vengono parzialmente ritrascritti dal Vischi, il parroco deduceva che il cognome Cantelli era in realtà un soprannome, assunto dal padre del C. dopo la nascita del primogenito. Il vero cognome era invece Betti, antica famiglia di Montorsello.

Il C. studiò grammatica e letteratura a Modena o a Bologna; qui comunque nel 1669 terminò gli studi, entrando al servizio del marchese [Pio Enea?] Obizzi di Ferrara in qualità di segretario. In seguito fu a Venezia, dove cominciò a divenire noto come geografo, quindi a Parigi, non si sa bene se al seguito di un ambasciatore veneto che si recava in Francia o al seguito di. un ambasciatore francese, che ritornava alla corte di Luigi XIV. A Parigi ebbe certamente contatti con Guillaume Sanson, con Duval e con A. Baudrand che, dopo la morte, lo ricorda in una lettera al Muratori. Tornato a Bologna, il C. divenne segretario del conte Rinieri Marescotti, e continuò gli studi di geografia. Fu probabilmente inLombardia, nel Regno di Napoli e sicuramente a Roma, dove conobbe il suo editore, G. G. De Rossi, che dal 1672 aveva cominciato a pubblicargli i disegni.

A questo periodo risalgono le carte della Terrasanta, del regno di Persia, del Regno di Napoli, dello Stato del Gran Turco e probabilmente anche quelle dell'alta e della bassa Lombardia, queste ultime pubblicate nel Mercurio geografico (prima ed. non datata) rispettivamente con le date del 1680 e del 1681. Queste carte, compilate con larga utilizzazione degli elementi maginiani, presentano elementi nuovi derivati dal Sanson anche per i confini territoriali: la seconda deriva dalla carta Le Comté du Tirol,l'Evesché et Comté de Trente di N. Sanson. La scala di entrambe le carte è quella di 60 miglia d'Italia = mm 121.

Il 3 nov. 1680 il C. sposò Irene, figlia del capitano Francesco Costa di Bologna. Nel 1682 pubblicò a Roma le carte del Regno di Sicilia e della Cina; poi, nel 1683 uscirono la Gran Tartaria, la Grecia, le isole dell'India, cioè le Molucche, le Filippine e le isole della Sonda, la penisola dell'India, l'India di qua dal Gange e l'India di là dal Gange, l'Ungheria orientale; nel 1684 comparvero il corso del Danubio, l'arciducato d'Austria, la Macedonia e l'Epiro, la Dalmazia, l'Ungheria occidentale, la Tartaria d'Europa; nel 1685 videro la luce le carte della Morea e del Peloponneso.

La fama del C. si era talmente diffusa che veniva chiamato contemporaneamente dal pontefice Innocenzo XI e da Francesco II d'Este, duca di Modena e Reggio, che lo desideravano come cartografo ufficiale. Il C. preferì la corte di Francesco II, che l'8 novembre 1685 lo nominò geografo di corte con l'assegno mensile di L. 100; e l'anno seguente il C. si trasferì da Bologna a Modena. Nel 1686 pubblicò le carte della Moldavia e Valacchia, del Tirolo, Transilvania, Elvezia, Natolia, ducato di Stiria, Ungheria, Asia Minore; nel 1687, l'elettorato di Brandeburgo, il circolo di Vestfalia, il circolo di Baviera; nel 1688, il Palatinato del Reno; nel 1689, il corso del Reno, l'Albania superiore, la Bosnia e la Macedonia.

In questo periodo il C., che intelava e miniava di sua mano tutte le sue carte, costruì anche due globi, uno terrestre e l'altro celeste. Al tempo del Tiraboschi essi adornavano l'atrio della Biblioteca Estense, ma già il Vischi ne notava la scomparsa o distruzione.

Nel 1691 il C., insieme con B. Ramazzini, convinse il duca a chiamare a Modena il p. Benedetto Bacchini, poi nominato storiografo estense. Nel 1692 il C. pubblicò gli Anonymi Dialogi tres del Bacchini ("Edidit e privatis schedis Iacobus Cantellus Serenissimi Mutinae Ducis Geographus", Mutinae 1692). Il Bacchini pubblicò poi due articoli del C. nel Giornale dei letterati del 1693 (cfr. Vischi, p. 193).Nella autobiografia, pubblicata postuma nel Giornale dei letterati d'Italia (XXXIV [1721], p. 315), ilBacchini scrive che nel marzo del 1697 successe al C. nella cura della Biblioteca Estense. Anche il Muratori, che frequentò il C. in gioventù, e che lo stimava molto come geografo, ricorderà in una lettera del 1744 (Epist., p. 4557)che la biblioteca era stata "data in consegna" al C., che però "sapea far solamente delle carte geografiche" (cfr. anche Antichità Estensi, II, Modena 1740, p. 602).

Nel 1694 e nel 1695 il C. si dedicò alla costruzione della carta della Spagna e di quella dell'Italia superiore col Delfinato e la Provenza, che fu l'ultimo suo lavoro. Morì il 30 nov. 1695.

Diciannove carte del C. furono pubblicate nella prima edizione del Mercurio geografico, insieme alle carte del Sanson e del Baudrand, a cura della stamperia di Giovanni Giacomo De Rossi alla Pace. Di questo Mercurio geografico nel 1692 si fece una seconda edizione in due volumi, che contiene soltanto le carte del C. (ottantotto) intagliate al bulino da Antonio Barbey. L'editore fu Domenico De Rossi, erede del precedente.

Il contributo del C. alla storia della cartografia non è molto originale, perché egli trae i suoi elementi dal Magini e dai cartografi francesi, con i quali fu a lungo a contatto. Tuttavia la sua operosità fu notevole (un elenco delle sue 63 carte è edito dal Vischi, pp. 186-88).

Figlia di un fratello del C. fu Veronica Cantelli Tagliazucchi, poetessa e pittrice bolognese in auge, secondo il Mazzucchelli, intorno alla metà del sec. XVIII. Testimoniano il suo tributo letterario - improntato alla facilità dell'improvvisatrice e non eccedente i limiti di un esiguo orizzonte culturale - alcune sillogi collettive: Centuria di sonetti composta da cinque rimatori modenesi al dottissimo abate Girolamo Tagliazucchi (Modena 1737), Poetici componimenti d'Arcadi per l'esaltazione alla Sacra Porpora del Cardinal Carlo Vittorio Amedeo delle Lanze... (Roma 1747)e il t. XI delle Rime degli Arcadi (Roma 1749), ove la Cantelli appare col nome accademico di Oriana Ocolidea. Meno occasionale dové farsi l'esercitazione letteraria allorché la scrittrice si trasferì prima a Vienna e poi a Berlino, dove il marito, Giampietro Tagliazucchi, era stato nominato poeta dell'Opera da Federico di Prussia (1750). In Germania, durante il soggiorno berlinese e nei brevi ma frequenti viaggi a Stoccarda e a Dresda, la Cantelli collaborò probabilmente col marito alla stesura di libretti che vanno comunemente sotto il nome del Tagliazucchi e stampò a Berlino un volumetto di Rime (1760), ove l'intento declamatorio si autolimitava nell'accettazione dei temi lirici prescritti dall'Arcadia. A Modena, nel 1862, ella assisté alla morte del marito e nella stessa città pubblicò nel 1762 Progne, una tragedia derivata da Marivaux: il che farebbe supporre tra le due date un soggiorno della scrittrice in Francia. Si ignorano il luogo e la data della sua morte.

Fonti e Bibl.: L. A. Muratori, Epist., Modena 1904-22, ad Ind.; L.Vischi, Nuovi documentiintorno a. G. C., in Atti e memorie della Deputazdi st. patria per le provv. modenesi e parmensi, s. 3, IV (1886), pp. 169-196; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, Modena 1781, I, pp. 385-387; A. Enrile, Primo saggio di cartografia della reg. siciliana, parte I, Palermo 1908, pp. 70 s.; R. Almagià, Studi stor. di cartografia napol., in Arch.stor. per le provv. napoletane, XXXVIII (1913), pp. 645 ss.; Id., L'"Italia" di Giovanni Antonio Magini e la cartografia dell'Italia nei secoli XVI-XVII, Napoli-Città di Castello-Firenze 1922, pp. 132 s.; O. Baldacci, Introduzione ad una mostra di atlanti antichi, in Atti del XX Congr. geogr. ital.,Roma... 1967, Roma 1969, pp. 248 s.

Per Veronica, cfr. Bibl. Apost. Vatic. cod. Vat. lat. 9265: G. M. Mazzuchelli, Gli Scritt. d'Italia, ff. 93-94; M. A. Franconi, Elogio di alcune donne celebri che vivono, in app. al Teatro critico universale di G. B. Feio, Roma 1744; P. L.Ferri, Bibl. femminile ital. Padova 1842, p. 98; G. Rovani, Storia delle lettere e delle arti in Italia, II, Milano 1856, p. 445; G. Natali, Il Settecento, I, Milano 1960, pp. 52, 157, 178.

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