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Quarénghi, Giacomo

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Quarénghi, Giacomo. - Architetto (Capiatone, Rota d'Imagna, 1744 - Pietroburgo 1817). In tempo neoclassico Q. fu il maggiore interprete del Palladio; non cercò in lui il pittorico, germe sviluppato dal barocco, bensì l'armonia spaziale delle masse, la scanditura degli elementi tettonici. Tale interpretazione riuscì semplice e grandiosa nel tempo stesso, sempre legata al concetto di severe masse murarie (dove spesso le finestre s'aprono senza cornici), armonizzate da logge, colonnati e pronai rotondi. Nel 1779 si recò in Russia, al servizio di Caterina II, diventandone l'architetto ufficiale.

Vita.Nel 1763 il padre lo inviò a Roma per perfezionarsi nella pittura sotto la guida iniziale di R. Mengs e, successivamente, presso lo studio di S. Pozzi, dove conobbe V. Brenna che lo avviò allo studio dell'architettura. Completò la pratica negli studi di A. Derizet, P. Posi e Nicola Giansimoni con studi sull'armonia musicale e con l'analisi dei monumenti antichi mediata, anche, dalla lettura del trattato di Palladio, l'opera che contribuì notevolmente all'evoluzione linguistica della sua definitiva attività di architetto. Viaggi di studio per l'Italia (1771; 1775, a Venezia si legò in amicizia col Temanza e col Selva, convinti assertori di un rinnovato classicismo in funzione palladiana) lo avvicinarono, oltre che alle opere di Palladio (che lo indirizza anche a una meditata conoscenza di Roma antica), a quelle di Bramante, Sanmicheli, Giulio Romano. I suoi disegni rivelano, inoltre, la conoscenza delle opere di E.-L. Boullée, C.-N. Ledoux, I. Jones e J. Adam. Nel 1779 fu chiamato in Russia come architetto di Caterina II, su suggerimento di F. M. Grimm e di Johan Friedrich Reiffenstein, rappresentante a Roma dell'Accademia di Belle Arti di Pietroburgo. In seguito, tranne due brevi viaggi a Bergamo (1794 e 1810), egli non abbandonò più quella corte: dopo la morte di Caterina II (1796) proseguì l'attività alla corte di Paolo I e Alessandro I.

OpereLa ristrutturazione interna di S. Scolastica a Subiaco (1770-77) conferma la lezione palladiana, seppure rivisitata dalle nuove tendenze neoclassiche. La fortunata vicenda che lo portò in Russia gli permise di realizzare pienamente la sua architettura con grandiosità di mezzi, sviluppandola in un ritmo di maestosità non indegno di Roma. Il gusto slavo, medievale e bizantino per istinto, accettò la legge classica affermata con tanto slancio da Q.; ma era una classicità non fredda e archeologica, come quella per lo più imbalsamata dalla moda contemporanea, ma fatta viva e sincera in quanto aveva le sue premesse nel Rinascimento italiano. Q. impresse un'originale impronta palladiana nell'architettura russa del periodo realizzando, a Pietroburgo, il teatro dell'Ermitage (1782-85), l'Accademia delle scienze (1783-89), la Banca di stato (1783-90), la borsa dei Mercanti (1783, demolita nel 1805), la cappella dei Cavalieri di Malta (1789-1800), l'istituto Smol´nyj delle fanciulle nobili (1806-08); a Petergof (od. Petrodvorec) il Palazzo inglese e la sala per concerti (1781-89, distrutti nel 1942); a Carskoe Selo (od. Puškin) il palazzo di Alessandro (1792-96), una delle sue opere di maggior rilievo. Dalla sua architettura, caratterizzata dalla presenza di elementi del linguaggio classico (timpani, lesene, ordine gigante, ecc.), traspare il risultato consapevole di una ricercata tipizzazione capace di rispondere alle locali esigenze culturali e funzionali del periodo. Un'attenzione, inoltre, rivolta all'inserimento armonico dell'architettura nel paesaggio, emerge in particolare in opere come l'Accademia delle scienze o il teatro dell'Ermitage di Pietroburgo, posizionati lungo la Neva.

Vedi anche
Ivan Egorovič Starov Starov ‹staròf›, Ivan Egorovič. - Architetto (Pietroburgo 1745 - ivi 1808), uno dei creatori del classicismo architettonico russo. Soggiornò, con una borsa di studio dell'Accademia di Pietroburgo, a Parigi e in Italia, dove studiò le opere di Palladio. Tornato in Russia, dopo una prima attività d'ispirazione ... Domenico Gilardi Architetto (Montagnola, Lugano, 1788 - ivi 1845), attivo in Russia. Iniziò a lavorare con il padre Giovanni Battista (1762-1819), architetto al servizio dello zar che, tra l'altro, aveva collaborato alla riedificazione del Cremlino dopo l'incendio del 1812. Significativo esponente del neoclassicismo, ... Francesco Camporési Camporési ‹-si›, Francesco. - Architetto (Bologna 1747 - Mosca 1831). Lavorò specialmente in Russia, alla corte di Caterina II. Il palazzo dell'imperatrice a Mosca, la casa del principe Volkonskij, la Rotonda alla Tverskaja e le altre sue opere furono tra i primi e migliori esempî dell'architettura neoclassica ... Francesco Milìzia Milìzia, Francesco. - Scrittore d'arte (Oria, Brindisi, 1725 - Roma 1798), fu il più rigoroso teorico del neoclassicismo. Nel 1761 si stabilì a Roma dove, in contatto con A. R. Mengs e J. J. Winckelmann, si occupò prevalentemente di architettura, sostenendo la necessità che ogni elemento corrispondesse ...
Indice
  • Vita.
  • Opere
Tag
  • CAVALIERI DI MALTA
  • ROTA D'IMAGNA
  • GIULIO ROMANO
  • ALESSANDRO I
  • CARSKOE SELO
Altri risultati per Quarénghi, Giacomo
  • QUARENGHI, Giacomo
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 85 (2016)
    Nacque a Rota d’Imagna, nel Bergamasco, il 21 settembre 1744, secondogenito di Giacomo Antonio e di Maria Rota, entrambi membri di famiglie benestanti. Secondo una lettera autobiografica scritta a Luigi Marchesi (1° marzo 1785, pubblicata in Tassi, 1793), Quarenghi frequentò il collegio della Misericordia, ...
  • QUARENGHI, Giacomo
    Enciclopedia Italiana (1935)
    Architetto, nato il 20 settembre 1744 a Valle Imagna (Bergamo) e morto il 18 febbraio 1817 a Pietroburgo. Dopo un primo tirocinio pittorico col tiepolesco Raggi, studia a Roma col Mengs e col Pozzi; ma alla pittura preferisce l'architettura e chiede i primi elementi al francese A. Derizet, a a P. Posi ...
Vocabolario
giàcomo
giàcomo s. m. [voce fonosimbolica, raccostata al nome pr. Giacomo]. – Nella locuz. pop. fare giacomo giacomo, detto delle gambe che tremano, si piegano per paura, per debolezza, ecc.: ho le gambe che mi fanno giacomo giacomo.
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