GIANDUIA

Enciclopedia Italiana (1932)

GIANDUIA

Alberto Manzi

. Burattino: la sua "maschera", o "carattere", era nata in Piemonte nei primi anni dell'invasione francese, ma con un altro nome: Gironi (Girolamo). La presentarono al pubblico i burattinai Gioanin d'j osei e i suoi emuli G. B. Sales e G. Bellone. Linguacciuto come tutti i "caratteri" antifrancesi del tempo, Gironi, impersonato dal Sales, dovette lasciare Genova a precipizio. A Torino non fu meglio accetto, poiché nel nome ricordava il fratello di Napoleone, e nei frizzi e nelle allusioni non simpatizzava con gli stranieri. Dopo la recita di Artabano I, re del mondo, con Girolanto suo confidente, re per combinazione, che conteneva allusioni dirette a Napoleone e al fratello, Sales e Bellone furono confinati a Caglianetto nell'Astigiano. Dopo qualche tempo ottennero di tornare a Torino, ma a condizione di sopprimere Gironi: e il burattino diventò Gioan d'la douja, che il popolo sincopò in Gianduia; ma non mozzò molto la lingua. Vestì il giubbino color marrone guarnito di rosso, i calzoni verdi e corti di Caglianetto, la parrucca e il codino ritorto all'insù, protesta contro il nuovo regime. Tornati i Savoia, i due burattinai furono più volte invitati a corte per darvi degli spettacoli. Gianduia impersonò più schiettamente il galantuomo tutto cuore e tutta allegria. Ma col movimento per l'indipendenza italiana modificò il suo carattere e divenne significazione di fermezza, generosità, patriottismo.

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