Giansenismo

Dizionario di Storia (2010)

giansenismo


Movimento teologico, religioso e politico che prende nome da C. Giansenio (1585-1638), vescovo di Ypres. Le dottrine di Giansenio, esposte nell’Augustinus (pubblicato postumo nel 1640) e condannate dall’Inquisizione (1641), da Urbano VIII (1642) e da Innocenzo X (1653), riprendevano la tesi agostiniana secondo cui l’uomo, dopo il peccato originale, non è più in grado di volere il bene; è necessaria la grazia, che Dio concede, imperscrutabilmente e indipendentemente dai meriti, ai predestinati tra i battezzati. Al g. aderirono in particolare i monaci di Port-Royal; ebbe tra i maggiori esponenti A. Arnauld e B. Pascal. Dopo la «pace clementina» (1669), vi fu una nuova condanna papale (1705) e, a seguito della resistenza di Port-Royal, il re fece distruggere detta abbazia (1712). Nel 1713 Clemente XI condannò ancora il g. con la bolla Unigenitus. Sostenendo l’indipendenza dei vescovi dalla Santa Sede e i diritti delle Chiese nazionali, il g. trovò poi una convergenza con il , dando origine al «g. parlamentare», e con l’. Il g. proseguì il suo sviluppo nel 18° sec., giungendo anche in Italia e nei Paesi Bassi. Benché considerato, dalla fine del 18° sec., un movimento progressista, quasi precursore dell’Illuminismo e del liberalismo, fu in realtà, nelle sue origini, un tentativo di riforma della Chiesa in senso rigoristico e di conciliazione tra cattolicismo e calvinismo.

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