Gilet gialli

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(Gilets jaunes) Movimento di protesta popolare nato in Francia nell’ottobre 2018 su impulso dei social media, attraverso i quali - a seguito di alcuni provvedimenti volti a incentivare la transizione ambientale, quali il rincaro delle accise sui carburanti, l’abbassamento dei limiti di velocità, l’aumento dei pedaggi autostradali e il potenziamento dei radar per rilevare infrazioni - è venuta organizzandosi un’insurrezione civica che dal novembre successivo ha dato vita a Parigi e in vari altri luoghi del Paese a una serie di blocchi stradali e di manifestazioni di piazza, in taluni casi degenerati in violenti scontri e in atti vandalici perpetrati dalle ali più radicali. Nato come sollevazione spontanea di automobilisti (ai quali allude il nome, che fa riferimento ai giubbotti catarifrangenti obbligatori per legge su ogni automobile, simbolicamente indossati dai manifestanti durante i cortei) appartenenti al ceto medio e generalmente residenti in aree non metropolitane o rurali del Paese, e dunque costretti a spostamenti in auto per raggiungere il luogo di lavoro, il movimento ha immediatamente aggregato attori sociali eterogenei, quali pensionati, lavoratori dipendenti e piccoli imprenditori, delusi dalle politiche sociali dell’esecutivo e dalle mancate promesse di E. Macron, la cui presidenza è percepita dall'opinione pubblica come tecnocratica e distante dalle esigenze delle fasce sociali medio-basse, estendendo le sue rivendicazioni a una numerosa e variegata serie di questioni, tra cui l’erogazione di maggiori servizi sociali e di sostegno al reddito, la promozione di imprese nelle aree non urbane, la revisione del sistema pensionistico, l’aumento del potere d’acquisto e la cessazione delle politiche di austerità. Le proteste, estesesi anche al Belgio e perdurate nei mesi successivi seppure con un certo ridimensionamento del numero dei manifestanti, sono state sostanziate da una generalizzata e profonda sfiducia nella classe politica e negli organismi intermedi, assumendo la forma ideologica di una lotta di classe, e inoltre di un conflitto tra spazi sociali (periferia vs. centro, aree rurali vs. metropoli, comuni vs. città), mentre l’assenza di strategie coordinate e centralizzate ha prodotto un’aggregazione anomica di forze violentemente eversive, favorendo una deriva ideologica in cui hanno trovato corpo rigurgiti di antisemitismo, omofobia e razzismo. Screditata nella percezione dell’opinione pubblica, la mobilitazione dei militanti si è progressivamente rarefatta nel corso del 2019, ma nel luglio 2021 la decisione di Macron di rendere obbligatorio il certificato vaccinale contro il Covid-19 per partecipare a molte attività sociali ha provocato nuove agitazioni di piazza.

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