LOLLOBRIGIDA, Gina

Enciclopedia del Cinema (2003)

Lollobrigida, Gina (propr. Luigia)

Francesco Costa

Attrice cinematografica, nata a Subiaco (Roma) il 4 luglio 1927. È stata una delle dive italiane più popolari del periodo postbellico (dapprima in concorrenza con Silvana Pampanini, quindi con Sophia Loren), negli anni in cui il Paese si avviava a una vigorosa ripresa dopo le distruzioni della Seconda guerra mondiale. Bella, allegra e combattiva, perfettamente a suo agio in ruoli di zingare o contadinelle al centro di trame avventurose o di piccole storie paesane ‒ come in Fanfan la Tulipe (1952) di Christian-Jaque o in Pane, amore e fantasia (1953) di Luigi Comencini ‒, ha dimostrato in molti film di poter affrontare con successo anche ruoli drammatici, come per es. in Mare matto (1963) di Renato Castellani. Apprezzata all'estero per la sua tipica bellezza mediterranea, ha lavorato con registi come John Huston, René Clair e King Vidor. È stata più volte premiata per le sue interpretazioni e nel 1996 ha ricevuto il David di Donatello alla carriera insieme a Vittorio Gassman.

Frequentò il liceo artistico e studiò canto per diventare soprano, ma approdò presto al cinema. Battuta da Lucia Bosè al concorso per l'elezione di miss Italia 1947, lavorò come generica a Cinecittà, finché Mario Costa le affidò il ruolo di Dora in Follie per l'opera (1948). Malgrado il suo temperamento vivace, le furono assegnate parti di ragazza ritrosa e timida, come l'attricetta Margherita in Vita da cani (1950) di Steno e Mario Monicelli o la dolce Stella in Enrico Caruso, leggenda di una voce (1951) di Giacomo Gentilomo. Solo Pietro Germi intuì le sue potenzialità e le affidò il ruolo della delatrice Daniela in La città si difende (1951). Chiamata in Francia, dove fu affettuosamente soprannominata Lollo, incontrò finalmente il suo personaggio ideale: la zingara Ade line, innamorata e dispettosa protagonista di Fanfan la Tulipe, da lei interpretata con enorme successo al fianco di Gérard Philipe. Dopo aver preso parte nel 1952 a Il processo di Frine, ultimo episodio di Altri tempi (Zibaldone n. 1) di Alessandro Blasetti, dove è una popolana che viene assolta dall'accusa di omicidio grazie alla sua bellezza e all'astuzia del suo avvocato (Vittorio De Sica), recitò di nuovo con Gérard Philipe in Les belles de nuit (1952; Le belle della notte) di R. Clair, nelle succinte vesti di un'odalisca, e fu con Humphrey Bogart e Jennifer Jones nel cast di Beat the devil (1953; Il tesoro dell'Africa) di J. Huston. Ancora nel 1953, mentre rivelava insospettate doti drammatiche in La provinciale di Mario Soldati, tratto da un romanzo di A. Moravia, dava prova di una recitazione immediata e spontanea nel ruolo in cui più spesso viene identificata: quello dell'impertinente Bersagliera in Pane, amore e fantasia, che ne decretò definitivamente il successo e le valse nel 1954 il Nastro d'argento come migliore attrice protagonista. Successo e notorietà che si consolidarono grazie ai successivi lavori, La romana (1954) di Luigi Zampa, dal romanzo di A. Moravia, e Pane, amore e gelosia (1954) di Comencini, cosicché, ormai diva indiscussa di quegli anni, la L. poté permettersi di rifiutare progetti come Pane, amore e… (1955) di Dino Risi (e se ne avvantaggiò la sua 'rivale' Sophia Loren). Nel 1956 vinse il David di Donatello, appena istituito, per l'interpretazione della cantante Lina Cavalieri in La donna più bella del mondo (1955) di Robert Z. Leonard, in cui canta un'aria della Tosca. Il suo impegno all'estero proseguì con film come Trapeze (1956; Trapezio) di Carol Reed, con Burt Lancaster e Tony Curtis, e il plumbeo Notre-Dame de Paris (1956) di Jean Delannoy, dal romanzo di V. Hugo, in cui ha la parte di Esmeralda, ancora una volta una zingara, accanto ad Anthony Quinn (Quasimodo). Recatasi a Hollywood, recitò al fianco di Frank Sinatra in Never so few (1959; Sacro e profano) di John Sturges, nel biblico Solomon and Sheba (1959; Salomone e la regina di Saba) di K. Vidor, con Tyrone Power (morto improvvisamente durante le riprese e sostituito da Yul Brynner), e in due commedie della Universal, Come September (1961; Torna a settembre) di Robert Mulligan e Strange bedfellows (1965; Strani compagni di letto) di Melvin Frank, entrambe accanto a Rock Hudson.Dopo il personaggio di Paolina Borghese in Venere imperiale, noto anche come Vénus impériale (1962), di Delannoy, che le valse nel 1963 un secondo Nastro d'argento e un secondo David di Donatello, poche furono le sue interpretazioni significative: la sfiorita e dolente Margherita, sfruttata dal Livornese (Jean-Paul Belmondo), in Mare matto di Castellani; l'amante ricattata da un bieco e affascinante opportunista (Sean Connery) in Woman of straw (1964; La donna di paglia) di Basil Dearden; la bella e scaltra italiana nello statunitense Buona sera, Mrs. Campbell (1968; Buonasera, signora Campbell) di M. Frank (che le valse il terzo David di Donatello nel 1969); infine la fata turchina nel televisivo Le avventure di Pinocchio (1972) di L. Comencini.Abbandonata la carriera di attrice, la L. si è dedicata alla fotografia e alla scultura. Ha pubblicato il libro fotografico Italia mia (1972) e ha diretto due documentari, Le Filippine (1972) e Ritratto di Fidel (1975).

Bibliografia

R. Renzi, Gina Lollobrigida, Milano 1955; M. Ponzi, Gina Lollobrigida, Roma 1982.

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