RUSSO, Gioacchino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 89 (2017)

RUSSO, Gioacchino

Mariano Gabriele

– Nacque a Catania l’8 settembre 1865 da Vincenzo, notaio, e da Maria Consoli.

Studiò presso la R. Scuola di applicazione di Torino, dove si laureò in ingegneria civile il 1° ottobre 1887. In dicembre entrò per concorso, come ingegnere di 2ª classe, nel corpo del Genio navale. Fu quindi inviato presso la Scuola superiore di Genova, dove completò l’istruzione professionale e conseguì la laurea in ingegneria navale e meccanica. Assegnato al 2° Dipartimento marittimo di Napoli nel maggio 1889, nel novembre del 1890 fu promosso ingegnere di 1ª classe. Dopo aver ricoperto diversi incarichi inerenti al grado, dall’ottobre del 1895 all’agosto del 1898 fu destinato all’Accademia navale per l’insegnamento delle macchine a vapore, passando poi a Roma al ministero della Marina, dove si dedicò a studi di architettura navale.

L’11 febbraio 1899 sposò Maria Elvezia Morosoli, dalla quale ebbe sei figli: Vincenzo, Francesco, Angelo, Luigia, Maria e Clementina.

Ai congressi dell’Institution of naval architets di Londra (1900, 1902, 1903) e dell’Association technique maritime di Parigi (1902) presentò memorie sul moto ondoso e il rollio delle navi, premiate nel 1903 con una medaglia d’oro. In relazione allo studio di tali fenomeni inventò il ‘navipendolo’, uno strumento meccanico che, integrato dall’altra invenzione, la ‘vasca a pareti elastiche’, concepita per produrre su piccola scala onde artificiali, consentiva di eseguire in laboratorio ricerche sperimentali e di misurare la resistenza delle carene e la potenza dell’apparato motore. Il 16 ottobre 1898 Russo ottenne per il navipendolo una privativa di tre anni, prolungata di altri tre allo scadere dei termini. Il prototipo, esposto nel Museo delle scienze e tecnologie di Torino, andò distrutto nel corso della seconda guerra mondiale.

Appassionato cultore di ottica, Russo fu uno dei tre tecnici che nel 1901, indipendentemente l’uno dall’altro, inventarono il periscopio. Brevettato in Italia come ‘cleptoscopio Laurenti-Russo’, fu montato sul Delfino, primo sommergibile della R. Marina, durante i lavori di trasformazione del 1904. Partendo da ricerche a fini militari in campo acustico e ottico, in quest’ultimo settore di studi pervenne all’invenzione della Chromac, macchina fotografica a colori che la tedesca Zeiss produsse nel 1919. Alla XII riunione della Società per il progresso delle scienze, che si tenne a Catania nell’aprile del 1923, presentò una relazione intitolata La resistenza dell’aria ai corpi in moto accelerato nella quale prefigurò l’uso di nuovi propulsori per i razzi in astronautica.

Nel marzo del 1903, intanto, era stato promosso ingegnere navale capo di 2ª classe, che nella nuova denominazione dei gradi della primavera 1904 corrispondeva a maggiore del Genio navale. Nel seguente agosto il ministero della Marina gli conferì la medaglia d’oro di 1ª classe come benemerito delle scienze navali; l’anno dopo, avendo partecipato a un concorso per la redazione del progetto di una nave da battaglia, ricevette un encomio e un premio per le caratteristiche tecniche e la genialità delle sistemazioni. Nel 1905 pubblicò a Livorno il Manuale di architettura navale ad uso degli Ufficiali di Marina, primo trattato italiano nel campo della costruzione di unità militari.

Tenente colonnello nel settembre del 1907, diresse un reparto tecnico del ministero della Marina, per passare, nell’agosto del 1910, al cantiere di Castellammare di Stabia come vicedirettore delle costruzioni navali. Avviò un’intensa collaborazione con il tenente generale Eduardo Masdea, presidente del Comitato per i progetti di navi, lavorando alla redazione dei disegni delle prime dreadnoughts (dal nome della prima corazzata monocalibro costruita, l’inglese HMS Dreadnought) italiane. Dopo la morte di Masdea (maggio 1910) completò i piani delle tre navi da battaglia della classe Conte di Cavour, che dislocavano 23.000 tonnellate. Nel marzo del 1911 fu promosso colonnello e dall’agosto seguente fino al luglio del 1913 fu a Venezia come direttore delle costruzioni navali del 3° Dipartimento. Rientrato poi al ministero della Marina, per tutta la guerra operò presso la Direzione generale delle costruzioni navali. Il 3 novembre 1918 fu nominato brigadiere generale – dizione convertita l’anno seguente in maggiore generale – grado con cui il 16 marzo 1919 fu collocato in ausiliaria e iscritto nella riserva navale.

Il collegio di Catania lo elesse deputato alla XXV legislatura nel novembre del 1919 e quello unico della Sicilia lo scelse per la XXVII, nell’aprile del 1924; prese parte, prima come membro e poi come segretario, ai lavori della Commissione esercito e marina. Nominato senatore il 24 maggio 1926, fu attivo nella Commissione per l’esame dei disegni di legge da convertire in decreti-legge, per il giudizio dell’Alta Corte di giustizia e per le Forze Armate. Promosso tenente generale del Genio nella Riserva navale il 4 novembre 1926, nell’agosto del 1927 fu nominato generale ispettore.

Nel settembre del 1929 Benito Mussolini decise di lasciare sette degli otto ministeri la cui titolarità aveva accentrato su di sé, ed elevò l’ammiraglio Giuseppe Sirianni da sottosegretario a ministro della Marina; Russo fu chiamato a sostituirlo e durante il periodo trascorso da entrambi al Ministero (1929-33) collaborò all’ammodernamento della flotta.

Nel dicembre del 1928, infatti, era stato approvato un piano quinquennale destinato a subire modifiche, sia per gli interventi del capo del Governo, sia nell’intento di migliorarlo. Il 6 novembre 1933 Mussolini riassunse il portafoglio della Marina e Russo fu sostituito dall’ammiraglio Domenico Cavagnari. Nel 1934 fece parte della Commissione per il piano regolatore di Catania.

Nell’agosto del 1944 fu deferito all’Alta Corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo con l’imputazione di essere stato membro del Governo dopo il 3 gennaio 1925, ma in novembre la Corte respinse la richiesta di decadenza dal Senato di Russo, che conservò la carica, divenuta onorifica con la nuova Costituzione.

Morì a Catania il 7 maggio 1953.

Fonti e Bibl.: Roma, Archivio dell’Ufficio storico della Marina militare, Biografie ufficiali, Stato di servizio, cart. R 2, f. 33; Notizie biografiche.

P. Alberini - F. Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma 2015, pp. 473 s.; si vedano inoltre i siti web dell’Archivio storico del Senato della Repubblica e dell’Archivio storico della Camera dei deputati, schede ad nomen.

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