Gioachimismo

Dizionario di Storia (2010)

gioachimismo


Corrente di pensiero e di spiritualità religiosa alimentata da quanti, nella vita religiosa dei secc. 13° e 14°, si richiamarono all’opera di Gioacchino da Fiore. Subito dopo la morte, questi ebbe appassionati prosecutori del suo sistema di esegesi scritturale e del suo profetismo, come dimostrano le due opere apocrife Super Hieremiam e Super Isaiam (verso la metà del 13° sec.), che dall’analisi dei due testi biblici ricavano profezie su uomini e cose dell’epoca e specialmente sulle vicende degli ordini domenicano e francescano. Proprio in quest’ultimo troviamo i gioachimiti più noti, come Gerardo da Borgo S. Donnino, Giovanni da Parma e Ugo di Digne, più attento il primo all’interpretazione delle opere di Gioacchino da Fiore, più rivolti gli altri due a intendere il proprio tempo, e specialmente il francescanesimo, nel quadro delle profezie gioachimite; né va dimenticato il cronista fra Salimbene de Adam, gioachimita anch’egli fino al 1260. Osteggiato da s. Bonaventura (che ne subì tuttavia l’influsso), il g. sopravvisse in silenzio in gruppi rigoristi francescani dell’Italia centrale, con i quali venne in rapporto assai probabilmente, negli ultimi anni della sua vita, il grande pensatore francescano Pietro di Giovanni Olivi, il più celebre dei gioachimiti per la sua Postilla super Apocalypsim. A parte, ma collegato sempre coi francescani spirituali, fu Arnaldo da Villanova, medico di re e di papi e gioachimita nel suo commento all’Apocalisse e in molti suoi scritti di pietà. Per mezzo di collegamenti, non sempre chiari, questi gioachimiti (e nel sec. 14° va ancora ricordato Giovanni da Rupescissa), specialmente con la loro antinomia tra Chiesa spirituale e Chiesa carnale, Cristo e Anticristo, influirono profondamente sia sulla stessa Chiesa cattolica (s. Bernardino da Siena), sia sui movimenti eterodossi come quelli di Wycliffe e dei lollardi, di Hus, e sulla Riforma (specialmente gli anabattisti).

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