GIOCATTOLO

Enciclopedia Italiana (1933)

GIOCATTOLO (fr. jouet; sp. juquete; ted. Spielzeug; ingl. toy)

Giovanna DOMPE'
Eugenio CALLERI

I giocattoli sono di tutte le epoche e alcuni di essi, che più rispondono ai gusti immutabili dell'infanzia, sono sempre rimasti i medesimi. Appartengono a questa categoria il sonaglio e la palla, la trottola e le figure animali, fatti con i materiali più svariati, sovente dai bambini stessi; e si trovano fin dai tempi più antichi anche presso i selvaggi. Accanto a questi sorsero poi giocattoli più o meno complicati, creati per i giuochi di destrezza e di imitazione, o destinati a scopi didattici, o ispirati all'attualità politica e scientifica.

Per quanto i giocattoli servano in alcuni casi di svago anche agli adulti, essi interessano soprattutto in rapporto all'infanzia e perciò richiamano l'attenzione dello psicologo che studia attraverso essi le attitudini e il carattere del bambino, e dell'educatore che ne rileva l'efficacia per lo sviluppo dell'attività fisica e intellettuale e insieme i pericoli (i giocattoli troppo perfetti possono opprimere lo sviluppo della fantasia, quelli didattici annoiare e raggiungere perciò l'effetto opposto, quelli mostruosi suscitare sgradevoli impressioni).

Non sono da trascurare inoltre le relazioni che paiono esistere tra giocattolo e amuleto. Se alcuni giuochi possono essere dei riti decaduti, non sorprende che il sonaglio dei bambini sia collegato presso alcune tribù primitive con pratiche magiche o che lo si pensi imparentato con i crotali e il sistro; che gli aliossi servissero nel mondo classico alla divinazione e che i giocattoli vi si dedicassero alle divinità; che i piccoli Romani portassero in processione Manducus, maschera divenuta giocattolo e che ancora oggi il giorno di S. Basilio - ritorno della primavera - venga festeggiato in Grecia dai bimbi col portare attorno rondinelle di legno semoventi.

Cenni storici. - La collezione egiziana del British Museum ci mostra il primo giocattolo movibile: un elefante di porcellana col suo guidatore. Nell'antichità classica i giocattoli ispirarono qualche volta l'arte, come rileviamo da vasi e monumenti, e diedero perfino materia di letteratura (Παιδιαί di Cratete, sec. V a. C.; Περὶ τῶν παρ "Ελλησι παιδιῶν di Svetonio, frammentario; e alcuni scritti alessandrini: v. Polluce, IX, 94-129).

Giove piccino prediligeva una palla saltellante formata di cerchi d'oro e più tardi giocava con Ganimede agli aliossi. I bambini avevano a Roma i crepundia: sonaglietti, campanellini e oggettini varî da appendere al collo, che tenevano insieme del segno di riconoscimento, del balocco e dell'amuleto. Per i bimbi più grandicelli c'erano bambole con la loro suppellettile e burattini, trottole e birilli, cerchi muniti di sonagli che si spingevano con un bastone ricurvo (era uno degli esercizî della palestra) e giocattoli da trascinare con un filo, quali carriole e animali, di legno, osso, argilla, metallo, vetro, con occhi di smalto, qualche volta muniti di fischietto, come si vede ancora in certi balocchi popolari. Né mancavano le riproduzioni minuscole di armi e di oggetti per il culto, nonché i giocattoli che da che mondo è mondo i bimbi si procurano da sé (Luciano, Somn., 2; Aristof., Nuv., 879-81; Plut., Dio, 9): bastoni da cavalcare, piccoli battelli, fionde, figurine fatte con la cera, la terra o la mollica di pane, conchiglie e sassolini da usare come biglie. L'altalena e la palla costituivano, come dice Plutarco, un sollazzo anche per gli adulti, mentre gli aliossi erano il simbolo della giovinezza e dell'innocenza e come tali erano l'attributo di una delle Grazie in un tempio dell'Elide (Paus., VI, 24). I giocattoli meccanici non furono allora che una curiosità, tanto più ammirata, quanto più rara.

I giocattoli si regalavano più spesso in occasioni speciali, come la nascita, il genetliaco, i Saturnali e simili. Si conservavano in cestelli. che in Grecia si offrivano dai giovanetti a Bacco, finita l'infanzia; a Giove e a Mercurio all'inizio della maggiore età; dalle fanciulle, prima di andare a nozze, ad Artemide e Afrodite, costume passato poi a Roma, dove prima si erano dedicati ai Lari. "Filoclete", dice un'iscrizione dedicatoria, "ti consacra, o Ermete, la sua palla saltellante, la sua rumorosa raganella di legno, gli aliossi che gli erano tanto cari, la sua trottola veloce, giocattoli della sua età". (La palla, gli aliossi ed il cerchio erano i giocattoli che comparivano nella processione di Eleusi, attribuiti a Bacco bambino). Se il piccolo proprietario moriva, i suoi giocattoli, dedicati agli dei inferi, lo accompagnavano nella tomba e a ciò è collegata la nota tradizione dell'origine del capitello corinzio, che sarebbe stato ispirato dall'avvolgersi di un cespo di acanto attorno al cestello dei giocattoli, deposto dalla pia nutrice sulla tomba di una piccola morta (Vitr., IV, 1). La patetica usanza si continuò anche in tempi cristiani: le catacombe ci conservarono bambole e giocattoli vari, di cui alcuni, come dadi col numero augurale 6, maschere e campanelli, hanno probabilmente mantenuto un significato magico.

Nel Medioevo i giocattoli furono assai rozzi e consistettero principalmente in figurine umane e animali di legno e di argilla. Il Rinascimento portò invece la sua raffinatezza artistica anche nel campo dei giocattoli, per quanto non ce ne restano purtroppo che scarse notizie e pochissimi esemplari. Compaiono dei balocchi nuovi, che hanno del giuoco di pazienza, come il solitario, tavoletta con 37 forellini corrispondenti ad altrettanti pioli, il bilboquet, palla d'avorio forata da infilare con destrezza, che fu molto in voga anche fra gli adulti in Francia sotto Enrico II, sotto Luigi XIV e infine durante la Rivoluzione. Dal sec. XVII cominciano i giocattoli che hanno un fine didattico e che si rivolgono anche agli adulti, come le case da giuoco che insegnano l'alfabeto o l'astronomia. Fra la generale curiosità compare nella prima esibizione all'Hôtel de Liancourt a Parigi (1656) la lanterna magica o ombre cinesi, rudimento del giocattolo scientifico. Accanto alla bambola per le bambine diventa popolarissimo il giocattolo-tipo per i maschietti, il soldatino di stagno, che soddisfa il loro istinto di imitazione e di aggressione.

La Rivoluzione francese lancia le piccole ghigliottine e dà il nome di émigrette ad un giocattolo antichissimo che torna in onore: un disco scanalato che scende e risale su una cordicella. Compare il diabolo (v.). Víene di moda, anche tra gli adulti, la rete da cacciar farfalle. Si diffondono i giuochi semi-ginnastici della corda e dei cerchietti.

Nei tempi moderni i progressi della scienza suggeriscono una serie d'imitazioni ingegnose dei nuovi ritrovati, dalla bicicletta all'aeroplano, e provocano l'impiego di nuovi materiali, come la gomma e la cartapesta. Il gusto si volge decisamente al giocattolo meccanico. Questo, che ha raggiunto ora un notevolissimo grado di perfezione, ricevette impulso dalle creazioni di un figurinaio francese, F. Martin, rivelatosi nel primo concorso del genere, tenuto a Parigi nel 1901. Le moderne vedute didattiche dànno d'altra parte nuovo impulso al giocattolo istruttivo, di cui il primo tipico esempio è il gabinetto di fisica in miniatura creato dal tedesco M. Flering nel 1867, e che nelle sue forme più semplici si presenta come suggerimento di costruzioni, di composizioni pittoriche, di lavori femminili, ecc.

Accanto ai giocattoli tradizionali ne nascono e muoiono altri, che riflettono voghe passeggiere: tra quelli degli ultimi tempi ricordiamo il meccano, pezzi scomponibili per costruzioni meccaniche, e Teddy, l'orso di peluche, di origine inglese, che parve per un momento detronizzare la bambola. I mezzi di vasta divulgazione, come i giornali illustrati e il cinematografo, hanno suggerito dal canto loro la riproduzione ad uso di balocchi di personaggi fantastici divenuti popolari tra i bambini.

Bibl.: v. bambola; giuoco.

Industria.

L'industria dei giocattoli si può dividere in parecchi rami, di cui i principali riguardano le bambole, i giocattoli di metallo, di legno, di gomma, di celluloide, di cartapesta, di stoffa, di vetro o d'altra materia.

Giocattoli di metallo. I giocattoli di metallo si distinguono in non meccanici e meccanici: tra i primi rientrano i secchielli, le pale, le carrozzelle, le cucine, i fucili, le spade, i soldatini di piombo, i servizî da tavola e da cucina per bambole, ecc.; fra i secondi i fucili a pressione e in genere i veicoli e gli altri giocattoli a carica.

La lavorazione dei giocattoli di metallo stampato, tralasciando il tipo ottenuto per fusione, del quale il consumo è molto ridotto, avviene più o meno con gli stessi sistemi usati per la lavorazione dei metalli in lastra per la produzione in grandi serie di minuterie di metallo. Scelto il giocattolo che si vuol produrre, è necessario preparare disegni e bozzetti per assicurarsi che l'articolo riuscirà ben fatto e il processo di lavorazione semplificato al massimo. Si fabbricano quindi, col sistema del maschio e matrice, gli stampi di ferro, o meglio ancora d'acciaio, necessarî per i singoli pezzi di cui è composto il giocattolo. Generalmente occorrono diversi stampi per ogni pezzo: uno per tagliare (stampi per tranciare); un altro per fare i fori (stampi per forare) e un altro ancora per dare la forma (stampi per imbottire). Di questi due ultimi talvolta ne sono necessarî diversi per lo stesso pezzo a seconda del numero dei fori e della disposizione degli stessi, nonché della profondità delle varie imbottiture. Ultimati gli stampi, questi vengono applicati con le piastre alle apposite macchine (presse a mano o a motore) per ottenere i pezzi, i quali, finiti, passano poi al secondo turno di lavorazione: quello del montaggio. Questo si compie col sistema a catena, come avviene per la maggior parte degli articoli formati di varî pezzi. Le varie parti del giocattolo vengono unite successivamente da diversi operai, ognuno dei quali compie una sola operazione. Si giunge infine al banco di prova e quindi al reparto confezionatura, dove il giocattolo è posto in scatola.

Talvolta, per alcuni tipi di giocattoli (secchielli, innaffiatoi, ecc.) occorrono delle lavorazioni speciali, come l'aggraffatura e la saldatura. Per i secchielli e simili l'unione dei pezzi è compiuta per mezzo di apposite macchine (aggraffatrici) che ne ripiegano meccanicamente i bordi saldando così i fondi e i coperchi al corpo dell'articolo; per gl'innaffiatoi, per i quali occorre una perfetta tenuta d'acqua, i varî pezzi vengono uniti fra loro per mezzo della saldatura a stagno.

Molti pezzi di giocattolo e anche giocattoli interi vengono fatti di alluminio, in vista delle doti speciali di malleabilità e di inossidabilità di questo metallo. La lavorazione viene eseguita parte con le presse e parte al tornio da lastra. In ogni caso però l'articolo ultimato deve subire una pulitura con acidi e agenti caustici per rendergli completamente il colore bianco.

Quasi tutti i giocattoli di metallo vengono poi più o meno colorati a tinte brillanti e appariscenti, e questo è uno dei requisiti più importanti perché un giocattolo sia meglio apprezzato. La colorazione sulle lamiere viene fatta generalmente prima della lavorazione, a mezzo della litografia sulla latta. Per quei pezzi invece che hanno da subire delle imbottiture profonde la coloritura viene fatta dopo la lavorazione con i mezzi normali, e cioè a pennello o a spruzzo.

Per i meccanismi il lavoro si svolge come per le altre parti dei giocattoli. Dato però che occorre una certa perizia e molta pratica nel montaggio di queste macchinette, l'operazione viene generalmente compiuta da un reparto apposito e i meccanismi pronti vengono in seguito passati al reparto normale di montaggio dei giocattoli che ne cura l'applicazione.

Giocattoli di gomma. - La materia prima necessaria alla fabbricazione di questi giocattoli è la gomma alla quale vengono aggiunti gl'ingredienti necessarî a formare la miscela adatta alle diverse lavorazioni (v. gomma elastica), e che viene tirata alla calandra in modo da formare dei fogli di spessori diversi, punto di partenza per la fabbricazione dei giocattoli. A seconda della lavorazione cui sono sottoposti, i giocattoli di gomma si possono dividere nei seguenti gruppi:

1. Bambole, animali, figure varie di gomma stampata e generalmente provvisti di un caratteristico fischietto; palloni da giuoco stampati, palle da tamburello, palle da tennis. Per la lavorazione dei giocattoli di questo gruppo si procede dapprima, con fogli bianchi, alla formazione dell'oggetto crudo, sottoponendolo in seguito alla vulcanizzazione a caldo, come per le palle cave (v. gomma elastica); l'oggetto così vulcanizzato viene poi colorato e decorato.

2. Animali galleggianti e a salvagente in foglia di gomma resistenti per spiaggia; figure e animali gonfiabili in foglia di gomma sottile per salotto. Questi giocattoli vengono fabbricati generalmente con foglia di gomma già colorata e si ha cura che l'oggetto ancora crudo abbia in piano la forma definitiva, poiché la vulcanizzazione avviene a freddo (v. gomma elastica). Tutti questi giocattoli sono muniti di un tubicino di gomma con relativo tappo a mezzo del quale il bambino può col fiato procedere di volta in volta alla gonfiatura dell'oggetto.

3. Palloncini a gas e vesciche sonanti. Questo gruppo di giocattoli viene ora fabbricato con procedimento completamente diverso dagli altri. Le miscele di gomma opportunamente preparate e già colorate, vengono disciolte in appositi solventi, generalmente benzina o benzolo, e ridotte a dense soluzioni nelle quali vengono immersi gli stampi di vetro, di porcellana o d'alluminio. Estratti gli stampi dalle soluzioni ed evaporati i solventi, rimane un sottilissimo strato di gomma il cui spessore viene regolato dal numero delle immersioni.

L'oggetto che ricopre esternamente lo stampo, viene vulcanizzato in aria calda o in vapori di cloruro di zolfo e quindi tolto dallo stampo utilizzando l'elasticità del giocattolo, finito di montare e confezionato generalmente in grosse.

Per quest'ultima categoria da qualche tempo si adopera con successo il lattice di gomma in sostituzione delle soluzioni su accennate.

Giocattoli di legno. - La fabbricazione di questi giocattoli non differisce per nulla dalle comuni e varie lavorazioni del legno, siano essi lavorati a mano (scultura e intaglio) o a macchina (fresatrice, tipo tornio, macchine copiatrici, ecc.). L'essenziale è, spesso, in essi la coloritura: i tipi più fini subiscono dapprima una imprimitura (caolino con acqua o colletta) e poi la definitiva colorazione, a pennello, per immersione, o a spruzzo (areografo), con smalti a vivaci colori. Invece per i tipi più correnti si usa incollare sul pezzo di legno delle litografie di carta a vivaci colori.

V. tavv. LVII e LVIII.

Produzione. - Fra i paesi produttori di giocattoli in Europa il primo posto spetta alla Germania, la quale esporta il 60% della sua produzione, inentre le importazioni sono trascurabili. L'industria tedesca però, pur occupando un posto preponderante nell'economia di quel paese, ha avuto un movimento di concentrazione modestissimo rispetto agli altri rami industriali, rimanendo così frazionata in piceole imprese, in parte a carattere casalingo (Turingia e Sassonia). Il centro più importante di produzione è la Baviera, dove hanno sede le maggiori fabbriche di giocattoli. Specialmente noti i dintorni di Norimberga, i cui giocattoli di metallo hanno acquistato speciale rinomanza sui mercati europei. Sono da ricordare, poi, il distretto di Sonneberg (Turingia) per le bambole, i giocattoli di cartapesta, legno, stoffa, porcellana e vetro e il distretto dell'Erzgebirge Sassone per i giocattoli di legno. Centri minori sono Berlino, Lipsia, Goppingen, ecc. Nella Germania meridionale l'industria artigiana si è specializzata nella produzione di giocattoli di legno, specialmente animali, a colori vivaci con arti e testa movibili.

Degli altri paesi, la Francia, le cui esportazioni superano di poco le importazioni, ha una produzione svariatissima che tende a riprodurre in proporzioni ridotte quasi tutti gli oggetti che servono e interessano gli adulti. Incoraggiata e favorita da esposizioni e concorsi, questa industria dà lavoro a circa 500 fabbriche, la maggior parte nella regione suburbana di Parigi, specialmente per quel che riguarda i giocattoli di lusso e a carattere scientifico, i giocattoli di metallo, le bambole, ecc. Essa è pure sviluppata nella regione di Lione (carrozzelle e vetture per bambini, giocattoli meccanici a buon mercato e di legno), e nell'Alvernia ove si producono giocattoli in concorrenza con quelli di Norimberga.

Paese eminentemente produttore ed esportatore di giocattoli è la Cecoslovacchia, le cui esportazioni superano del doppio le importazioni e la cui produzione ha assunto un vero e proprio carattere industriale. Centro della produzione dei giocattoli di legno è l'Erzgebirge, mentre i giocattoli di ferro e di latta e di altri metalli comuni sono fabbricati a Kraslice (Graslitz), Teplice (Teplitz), ecc.

Degli altri paesi produttori, in Europa, l'Austria fabbrica giocattoli di legno, cartone, stoffa, metallo, celluloide e gomma in numerosi laboratorî di modeste proporzioni accentrati nei dintorni di Vienna, e la Gran Bretagna, pur essendosi negli ultimi anni l'industria dei giocattoli sviluppata fortemente con la produzione quasi esclusiva di giocattoli in serie a Londra, Leeds, Arborne, Birmingham, Liverpool, ecc., è rimasta tuttavia un paese eminentemente importatore, superando le importazioni di questo articolo di ben quattro volte le esportazioni.

Fra i paesi extraeuropei produttori di giocattoli, i più importanti sono il Giappone e gli Stati Uniti. Il Giappone è un forte produttore ed esportatore di giocattoli di gomma, celluloide, porcellana, legno, metallo, cartone. Negli articoli di gomma e di celluloide ha un indiscutibile primato sugli altri mercati. I centri di produzione sono: Tōkyō, Ōsaka, Kyōto e Aichi.

Negli Stati Uniti l'industria dei giocattoli ha segnato nel dopoguerra uno sviluppo assai notevole, e ha raggiunto attualmente un volume produttivo di gran lunga superiore a quello della Germania. Infatti mentre nell'anteguerra il mercato degli Stati Uniti era largamente dipendente, per i giocattoli, dalla produzione straniera, che lo riforniva per più del 50% del totale consumo, nel dopoguerra la partecipazione estera si è ridotta a meno del 50%. L'industria nordamericana ha indirizzato i proprî sforzi, durante gli ultimi anni, verso i giocattoli a carattere educativo, atti a sviluppare le facoltà mentali del fanciullo. Il giocattolo meccanico in particolare ha raggiunto un grado di perfezione assai notevole e una popolarità molto estesa. Si tratta per lo più di riproduzioni esatte del prodotto preso a modello: riproduzioni di treni elettrici e stazioni, aeroplani e dirigibili, automobili, ecc.; poi biciclette, tricicli, carrozzini, pattini, ecc. Ultimamente ha preso anche un notevole sviluppo la produzione delle bambole. I giocattoli vengono fabbricati esclusivamente in serie, essendo completamente sconosciuta la produzione artigiana e a carattere artistico. La maggior parte dei produttori di giocattoli degli Stati Uniti è raggruppata in un'importante associazione, la Toy Manufacturers of the United States of America Inc., che ha lo scopo di promuovere e proteggere questo ramo dell'industria nazionale. Essa, allo scopo, organizza ogni anno tre esposizioni importantissime che durano anche parecchie settimane, una a New York, una a Chicago e una a S. Francisco, che sono i tre centri più importanti di produzione dei giocattoli.

L'industria in Italia. - In Italia la produzione industriale dei giocattoli venne iniziata verso il 1870 a Canneto sull'Oglio (Mantova) con la fabbricazione di bambole con la testa di cera e il corpo di stoffa imbottita di segatura. In seguito sorsero numerose altre fabbriche, che oltre alla lavorazione delle bambole iniziarono la fabbricazione di altri giocattoli. Attualmente in ltalia vi sono più di 150 ditte fabbricanti di giocattoli di cui molte hanno ancora carattere di artigianato, sparse un po' dappertutto ma accentrate specialmente, in ordine d'importanza, nella Lombardia (Milano, Mantova, Brescia, Como, ecc.), nel Piemonte (Torino), in Toscana (Firenze), nel Veneto (Udine, Padova, Venezia), nel Lazio (Roma), nella Campania (Napoli), ecc.

Nella fabbricazione dei giocattoli di metallo l'industria italiana ha compiuto sensibili progressi, sia per quanto riguarda la colorazione dei metalli (metallografia), sia per ciò che concerne le molle e i meccanismi di carica e di movimento. Le ditte che fabbricano questi giocattoli sono circa una trentina e si trovano specialmente in Lombardia.

Nella produzione dei giocattoli di legno il più forte contributo è dato dagli artigiani della Val Gardena (Bolzano), che esercitano un'industria strettamente regionale e veramente tipica per il suo carattere originale ed eminentemente artistico. Vi si produce, con felice senso caricaturale, un vasto assortimento di figurine e tipi di legno intagliato, tanto greggio quanto dipinto o rivestito, ognuno dei quali rappresenta una specialità: sono bambole, animali, gruppi combinati, giocattoli e ninnoli caratteristici. Altre fabbriche di giocattoli di legno si trovano principalmente in Lombardia, Piemonte, Veneto, Lazio e producono cerchi di legno, giocattoli torniti, trombette di legno, birilli, marionette, cavalli e altri animali di legno, giuochi di dama, ecc. Torino e Roma si sono specializzate per alcuni tipi di giocattoli a vivaci colori (barche a vela, piroscafi, aeroplani e specialmente animali snodabili e disegni grotteschi) mentre a Firenze sono degni di rilievo i burattini e specialmente i caratteristici pinocchi. Molto diffusa e varia è la produzione dei giocattoli di cartapesta: pupazzi e statuette policrome, e specialmente cavalli le cui fabbriche abbondano un po' dovunque, ma soprattutto a Mantova e in provincia di Milano. La produzione dei giocattoli di celluloide e di gomma ha minore importanza rispetto alle precedenti, così come la produzione dei giocattoli di vetro, di porcellana, di carta, ecc. Non va dimenticata la produzione dei presepî, fiorente non solo nel Leccese e nella Sicilia, ma anche nell'Alto Adige, nell'Emilia, negli Abruzzi, ecc.