ANSELMI, Giorgio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)

ANSELMI, Giorgio

Raffaello Brenzoni

Nacque da Francesco di Battista e da Barbara a Badia Calavena (Verona), dove fu battezzato il 19 maggio 1722, secondo l'atto rintracciato dal Brenzoni (Badia Calavena, Arch. Parrocch. Vol. Baptiz.,1722-1727). Ebbe le prime nozioni di pittura dal Balestra, ma subì pure l'influsso della scuola bolognese e specialmente del Reni, ricordi della maniera del quale si possono scorgere in alcune figure femminli, in qualche tonalità chiara di carnagione, nell'amore dei panneggi rosei e azzurrini.

Assai stimato ai suoi tempi, svolse una attività prodigiosa che, iniziata all'età di ventidue anni con gli affreschi sul soffitto della sala e in cinque "volte di camere" nel palazzo Murari Brà in Verona, andò continuamente crescendo sia nelle chiese sia nei palazzi privati, non solo a Verona, ma anche in varie altre città. Egli stesso compilò, all'età di cinquant'anni, un lungo elenco in ordine cronologico delle sue opere (cit. da D. Zannandreis, m. 1836), delle quali alcune ancora visibili, come, ad esempio, un quadro a olio rappresentante S. Biagio che risana un giovane,dipinto (1746 circa) per la chiesa di S. Iacopo alla Pigna (soppressa nel 1860), conservato oggi nel deposito presso la chiesa di S. Elena attigua alla cattedrale, e una pala d'altare in S. Zeno che rappresenta Gesù che comunica gli Apostoli, proveniente dalla chiesa di S. Procolo, dipinta nel 1765. Molte furono pure le opere eseguite in palazzi veronesi, tra le quali è un affresco con la Caduta dei Giganti (1772) nella casa Allegri-Ferruzzi ora sede del convento delle madri orsoline, tutt'ora visibile, come anche l'Aurora sul soffitto della sala nel palazzo Erbisti ora sede dell'Accademia d'agricoltura, scienze e lettere.

Dall'elenco compilato dal pittore abbiamo notizie di molte altre opere oggi perdute o non rintracciabilì, come tre quadri con scene della Vita di s. Anna eseguiti nel 1747 per la chiesa di S. Maria in Solario, distrutta in epoca napoleonica; un quadro col Martirio di s. Antonio (1751) e un affresco nel coro della chiesa di S. Eufemia; dipinti con Azioni di s. Pietro Martire e affreschi vari nel convento dei domenicani, oggi completamente demolito (tutte a Verona); affreschi nella chiesetta di S. Martino a Trento (1748circa; distrutti nella seconda guerra mondiale); altri dipinti eseguiti a Vicenza, a Bassano, a Cogolo.

Ad Ala di Trento si conservano dipinti dell'A. nella cappella maggiore della chiesa di S. Giovanni e sui soffitti di casa Trentini. A Castiglione delle Stiviere l'A. eseguì nel 1760 l'affresco con la Gloria di s. Luigi nel sottarco dell'arco trionfale; e nel 1761 a Bergamo un quadro con Cristo in croce, s. Domenico e s. Pio V, ancora conservato nella sacrestia della chiesa domenicana di S. Bartolomeo.

U. Tibaldi (1957) identifica inoltre alcune "medaglie" di cui parlano le cronache mantovane, eseguite dall'A. per il palazzo Zuljan nel Ghetto, in quattro ovali allegorici (La Giustizia; La Scienza; Il Tempo; La Cultura) di proprietà della Camera di commercio di Mantova.

A Mantova egli eseguì la sua opera principale: i vasti affreschi della cupola e del catino absidale di S. Andrea. L'incarico di quest'opera gli fu affidato mentre si trovava al servizio della corte occupato a decorare con le allegorie dei Fiumi del Mantovano la galleria ora chiamata Sala dei Fiumi nel palazzo ducale (1775).

Il bozzetto della sua opera per la cupola suscitò aspre critiche da parte dei componenti dell'Accademia mantovana, ma egli poté ugualmente eseguire il suo progetto, dipingendo in pochissimi anni un gran numero di figure. Vi è rappresentata la città di Mantova che mostra le ampolle contenenti il sangue del Redentore circondata da angeli, patriarchi, profeti e santi. Nei riquadri degli archi sotto la cupola rappresentò le quattro parti del mondo che si piegano di fronte al Vangelo, e a fianco i frutti della Redenzione e della Predicazione. Nei quattro pennacchi stanno gli Evangelisti; mentre nel catino del coro è raffigurato il Martirio di s. Andrea.

È facile notare, accanto a notevoli qualità di colorista e di scenografo, una ripetizione di tipi studiati su modelli accademici, un'eccessiva gonfiezza dei panneggi, uno sforzo negli atteggiamenti. Infatti egli affollò le sue figure raggiungendo effetti scenografici, ma non un senso di spazio aperto e luminoso.

L'attività dell'artista continuò fino alla morte avvenuta mentre affrescava la chiesa parrocchiale di Lendinara, il 30 marzo 1797. L'atto di morte (Lendinara, Archivio Parrocchiale, Reg. dei Morti) non conferma la notizia dataci dallo Zannandreis secondo la quale egli sarebbe caduto dall'impalcatura durante questi lavori.

Fonti e Bibl.: Verona, Bibl. Civica, S. Dalla Rosa, Catastico delle pitture e scolture esistenti nelle chiese e luoghi pubblici situati in Verona... Coll'aggiunta delle pitture a fresco che si vedono nelle facciate e negli interni delle case e palazzi,1803-4 (ms.), cc. 23, 28, 47, 55, 58, 61, 74, 75, 99, 100, 101,-234, 238, 242, 250, 254, 255, 257; Gazzetta Mantovana, Mantova 24 maggio 1782; F. Antoldi, Guida per il forestiere che brama conoscere le opere più pregevoli di belle arti nella città di Mantova, Mantova 1817, pp. 15, 86; G. Susani, Nuovo prospetto delle pitture, sculture e architetture di Mantova e dei suoi contorni, Mantova 1818, pp. 15, 117, 122, 123; G. B. Da Persico, Descrizione di Verona e della sua Provincia, Verona 1820-1821, pp. 54, 108, 200, 207; D. Zannandreis (m. 1836), Le vite dei pittori, scultori, architetti veronesi, pubblicate e corredate di prefazione e di indicí da G. Biadego, Verona 1891, pp. 442, 446; C. D'Arco, Delle arti e degli artefici di Mantova (notizie raccolte e illustrate con documenti), Mantova 1857, II, pp. 208, 209; C. Bernasconi, Studi sopra la Storia della Pittura italiana dei secoli XIV e XV e della scuola pittorica Veronese dai medi tempi a tutto il secolo XVIII, Verona 1865, p. 378; R. Weigel, Die Werke der Maler in ihren Handzeichnungen, Leipzig 1865, p. 9; G. Breviglieri, Guida delle chiese di Verona, Verona 1898, p. 224; L. Canossa, Ricerche sul Palazzo Canossa, in Madonna Verona, II(1908), p. 69; G. Pacchioni, La cupola di S. Andrea a Mantova e le pitture di G. Anselmi, in Bollett. d'arte, XIII(1919), pp. 60-76; M. Giannantoni, Il Palazzo ducale di Mantova, Roma 1929, pp. 46, 47; U. Tibaldi, La divina armonia di S. Andrea. Studio storico-critico su S. Andrea di Mantova, Verona 1955, pp. 18, 25; Id., G. A., in Mantova, nov. 1957, pp. 23-27; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p.539; Encicl. Ital., III, p.428.

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