LUNGAROTTI, Giorgio. - Nacque il 29 ott. 1910 a Torgiano, presso Perugia, da Daniele e Nunziata Trona.
Dopo aver completato studi superiori di indirizzo scientifico, il giovane L. si laureò nel 1936 presso la facoltà di agraria dell'Università di Perugia discutendo la tesi "Aspetti della viticoltura in Provincia di Perugia" (relatore A. Vivenza).
Unico figlio maschio, il L. affiancò il padre nella gestione delle proprietà di famiglia, all'interno delle quali poté mettere a frutto, e maturare ulteriormente, specie tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Cinquanta, una vasta serie di specializzazioni nel campo della tecnica e dell'imprenditoria agraria.
Progressivamente inserito nelle responsabilità gestionali dell'azienda di famiglia, il L. compì, in questi anni, diversi viaggi all'estero.
Al 1948 risale la decisione di una parziale diversificazione degli interessi della famiglia, con la creazione di una società di distribuzione di idrocarburi, la Società carburanti e affini Perugia (SCAP), allo stato attuale dotata di due depositi, 25 occupati e una quarantina di impianti nell'area regionale umbra.
Con gli anni Cinquanta, la questione che si pose al L., come del resto a buona parte dei proprietari terrieri dell'Italia centrale, fu quella della mezzadria, a causa della scarsa produttività di questa e della forte conflittualità nei rapporti contrattuali. Il L. decise tempestivamente di passare alla conduzione diretta integrale delle sue proprietà, convertendo la policoltura mezzadrile in produzioni specializzate completamente rivolte alla commercializzazione.
Il passaggio successivo, quello della focalizzazione sulla viniviticoltura, intervenne agli inizi degli anni Sessanta, allorché, con la scomparsa del padre, il L. rimase l'unico responsabile dell'azienda.
Dopo una prima fase di sperimentazioni - non ultima quella relativa a un allevamento di visoni nella campagna torgianese -, il punto d'avvio del nuovo orientamento può essere formalmente indicato nella costituzione, nel 1962, della Cantine Lungarotti spa. Con la nuova società prese corpo l'idea di concentrarsi sulla vinificazione, sganciandola definitivamente dal tradizionale empirismo che, anche nei rari casi di vigneto specializzato delle tenute nobiliari della Valle Umbra o del Marscianese, guidava l'operato dei fattori e dei "vignaroli" delle campagne umbre.
D'altra parte, con l'idea di produrre vini di qualità, ammodernando radicalmente e in certi casi addirittura rivoluzionando le tecniche viniviticole tradizionali, il L. anticipò di almeno un quarto di secolo orientamenti che poi si sarebbero largamente diffusi nel panorama enologico italiano. Una simile scelta risultò a maggior ragione innovativa in un'area quale quella umbra, relativamente marginale rispetto alle tradizioni enologiche colte, come quella piemontese o quella toscana, e in cui le produzioni di qualità esistevano in certa misura solo nell'area orvietana. Né, specie in un tale contesto, si trattò di un'opzione priva di rischi, visto il radicamento che ancora negli anni Sessanta il vino da tavola, cioè il prodotto corrente e a basso prezzo unitario, aveva nella dieta diffusa italiana.
Parallelamente a questi sviluppi e alla prosecuzione di varie altre produzioni agricole e di trasformazione, a partire dagli anni Settanta il L. orientò i suoi sforzi verso iniziative di tipo turistico e culturale, aprendo un fronte di attività pure in larga misura anticipatore di tendenze e orientamenti successivi. Su questo nuovo indirizzo ebbe un peso rilevante la formazione storico-artistica di Maria Grazia Marchetti vedova Severini, di origine eugubina, che il L. aveva sposato nel 1965.
Sin dal 1978 tali interessi culturali si erano collegati anche a iniziative di tipo turistico e imprenditoriale, con la creazione di un complesso alberghiero, dotato di strutture ristorative e congressuali (Le tre vaselle), frutto del restauro di alcune porzioni del borgo medievale di Torgiano e, negli anni successivi, con l'apertura di un punto di degustazione e vendita dei vini, di una bottega di prodotti artigianali locali, di un impianto agrituristico (Poggio alle vigne).
Sin dalla fine degli anni Settanta il L. fu affiancato dalle figlie nella conduzione dell'impresa: dal 1979 da Teresa Severini, enologa, che ha collaborato alla messa a punto di molti vini dell'azienda, e poi, dal 1992, da Chiara Lungarotti, pure agronoma, che sarebbe divenuta amministratrice unica dell'impresa dopo la morte del padre.
Insignito del "premio per particolare merito e contributo al progresso economico provinciale" dalla Camera di commercio di Perugia nel 1968 e poi del premio Fedeltà al lavoro dalla stessa istituzione l'anno successivo, il L. divenne cavaliere del lavoro nel 1990.
Il L. morì a Perugia il 16 apr. 1999.
Fonti e Bibl.: Dati e informazioni relativi al L. sono tratti, oltre che da una breve scheda in I cavalieri del lavoro 1901-2000, Roma 2002, p. 1098, da articoli, brochures aziendali e, soprattutto, da colloqui avuti con familiari, responsabili e tecnici dell'azienda. Per la zona DOC si veda anche Camera di commercio di Perugia, Albo dei vigneti del vino DOC della Provincia di Perugia, Perugia 1976, pp. 71-77. I cataloghi sistematici del Museo del vino di Torgiano sono editi nella Collana regionale di beni culturali dell'Umbria