Giornalisti vittime

Lessico del XXI Secolo (2012)

giornalisti vittime


giornalisti vìttime locuz. sost. m. – Operatori dell'informazione oggetto di atti di violenza. Di questi episodi varie organizzazioni internazionali sottolineano sempre più spesso la gravità, rendendo noti elenchi di vittime di omicidi o di sequestri. La violenza contro i giornalisti, o più in generale contro gli operatori dell'informazione, comprendendo blogger, operatori televisivi, tecnici e così via, è uno dei parametri sui quali si può misurare la compressione della libertà di stampa e conseguentemente il livello di libertà di un Paese. Tuttavia le liste di g. v. possiedono un'incertezza intrinseca e rientrano più nell'ambito delle vittime di guerra e di guerriglia che in quello della criminalità. Per es., il CPJ (Committee to protect journalists), fondato nel 1981 a New York, sostiene che nel 2011 sono stati uccisi 81 giornalisti e cinque operatori dell'informazione, e che la causa degli omicidi è in 46 casi certamente legata alla professione, mentre nel 2010 le uccisioni sono state 75 (più quattro operatori dell'informazione), 44 delle quali per motivi sicuramente collegati al lavoro; per Reporters without borders, invece, nel 2011 ci sono state 66 vittime, oltre a cinque blogger, e 57 nell'anno precedente; per l'IFJ (International federation of journalists), infine, le vittime nel 2010 sono state 94, più tre morti accidentali. Le discrepanze si spiegano con la difficoltà di raccogliere le notizie e accertare i fatti svoltisi in luoghi remoti o in zone di guerra. I giornalisti e gli operatori dell'informazione italiani uccisi nel 21° sec. comprendono, nel 2000, Antonio Russo di Radio radicale, assassinato in Georgia; l'anno successivo Maria Grazia Cutuli, in Afghanistan; nel 2002 il fotografo freelance Raffaele Ciriello, ucciso in Palestina da colpi di arma da fuoco sparati dall'esercito israeliano; nel 2004 Enzo Baldoni in Iraq; nel 2010 Fabio Polenghi, fotografo freelance, ucciso a Bangkok, in Thailandia, durante la repressione di proteste contro il governo; nel 2011 Vittorio Arrigoni, collaboratore del Manifesto e blogger, rapito e ucciso da terroristi in Palestina. Inoltre ci sono stati alcuni casi di giornalisti italiani sequestrati, come nel 2005 in Iraq Giuliana Sgrena del Manifesto, liberata in un'azione nella quale trovò la morte un funzionario del SISMI (Servizio per le informazioni e la sicurezza militare), Nicola Calipari; nel 2007 in Afghanistan Daniele Mastrogiacomo di Repubblica, liberato dopo il rilascio di quattro talebani detenuti in carcere; nel 2011 in Libia, durante il crollo del regime di Gheddafi, furono sequestrati per un breve periodo Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina del Corriere della sera, Domenico Quirico de La stampa e Claudio Monici di Avvenire.