ARMENINI, Giov. Battista

Enciclopedia Italiana (1929)

ARMENINI, Giov. Battista

Lucia Bertini

Pittore e scrittore d'arte faentino (1530-1609), studiò in Roma, e viaggiò a lungo tutta Italia per conoscerne i tesori d'arte: più tardi doveva notare con amarezza la dispersione di quelle opere, che già allora passavano, dalle grandi case italiane, a Londra e a Dresda. Nel 1564 entrò nella carriera ecclesiastica, e due anni più tardi fu rettore della chiesa di San Tommaso in Faenza. Della sua attività artistica non resta che un'Assunzione in Faenza, e il ricordo dei suoi disegni, certo apprezzati, se in Roma ebbe incarico di eseguirne per un dono a Filippo II di Spagna. Ma egli è specialmente importante come letterato e didatta. Il suo trattato De' veri precetti della pittura (Ravenna 1587, ristampato nel 1678 in Venezia, nel 1820 e 1823 in Milano), pur seguendo la comune corrente classicheggiante e sostenendo che "l'arte può essere insegnata ed appresa", manifesta un'acuta osservazione e una certa indipendenza fra le teoriche del tempo, specialmente riguardo al colore, che, secondo lo scrittore artista, deve tenere il primato sul disegno tosco-romano: atteggiamento che deriva dalla regione stessa dove l'Armenini visse ed operò, aperta ad influssi varî sia veneziani sia toscani e romani. Fedele al titolo della sua opera, lo scrittore trattò, con accurato studio, della parte tecnica della pittura (v. affresco), elemento tanto più apprezzato, quanto più raro a trovarsi nelle teoriche, in genere più ricche di particolari letterari che tecnici.

Bibl.: I. Schlosser, Die Kunstliteratur, Vienna 1924; G. Balladrini, Per la biografia di tre pittori faentini dello scorcio del '500, in Riv. d'arte, 1907, pp. 59-62 (con bibliografia).

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