CASTRUCCI, Giovan Battista

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 22 (1979)

CASTRUCCI, Giovan Battista

Anna Foa

Nacque a Lucca nel 1541 da Vincenzo e da Angela Gigli. Laureatosi in diritto nello Studio di Padova nel 1565, partecipò alla vita politica della Repubblica lucchese come senatore. Lasciata Lucca, ottenne da Pio V la prefettura di Iesi, grazie alla protezione di Nicolò Tucci, uditore generale a Bologna. Andò poi a Roma come uditore del marchese Cesi, per entrare ben presto al servizio del cardinale Felice Peretti, di cui fu fedele prelato domestico. L'elezione al pontificato del Peretti sotto il nome di Sisto V, nel 1585, fu causa della sua ascesa inaspettata e rapidissima: il papa, infatti, lo nominò successivamente canonico di S. Pietro, datario, arcivescovo di Chieti (21 ottobre) e infine cardinale il 18 dic. 1585. Il 15 genn. 1586 ebbe il titolo di S. Maria in Aracoeli, cui rinunciò il 14 febbr. 1592 per il titolo dei SS. Giovanni e Paolo.

Questa nomina suscitò molte critiche negli ambienti curiali, ai quali la semplice fedeltà personale non appariva dote sufficiente per essere nominati cardinali. "Verso i servitori suoi vecchi mostra inclinazione di accomodarli tutti - scriveva del papa l'ambasciatore Lorenzo Priuli - e di farli grandi e ricchi di beneficj ecclesiastici. Ne ha già fatti due cardinali, l'Azzolino e il Castrucci, e due altri sono in concetto di avere tra poco tempo la medesima dignità, ... avendo detto Sua Santità bastargli che i cardinali che farà siano uomini da bene se ben non hanno tante lettere" (Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, a cura di E. Alberi, s. 2, III, Firenze 1846, pp. 312 s.).

Il C. era considerato, infatti, uno dei confidenti favoriti di Sisto V. In quanto datario, appartenne alla Congregazione della Segnatura di grazia. La morte del suo protettore non interruppe la sua carriera ecclesiastica: sotto Clemente VIII, nel 1592, divenne prefetto alla Segnatura di giustizia, in seguito alla morte del cardinale Alessandro Riario, e si occupò intensamente degli affari di Curia. Visse sempre a Roma, da qui governando la sua diocesi di Chieti per mezzo di vicari, e vi rinunciò nel 1591 in favore di Orazio Saminiati suo concittadino e familiare e poi, alla morte di questo, nel 1592, in favore di Matteo Saminiati, cugino del precedente. Mantenne sempre legami piuttosto stretti con la sua città, che in occasione della sua elezione al cardinalato gli fece dono di 2.000 scudi e che nel 1591 lo accolse con grandissimi onori.

Morì a Bagni di Pisa il 18 ag. 1595, in seguito ad un'errata operazione chirurgica.

Fu sepolto a Lucca in S. Francesco; la tomba ha un semplice epitaffio. I suoi funerali furono tenuti a spese della Repubblica, e anche l'Accademia degli Oscuri, alla cui fondazione aveva partecipato, si fece promotrice di una solenne cerimonia funebre. Erede di tutti i suoi beni, di cui aveva fondato un fidecommesso, fu il nipote Vincenzo, unico figlio maschio del fratello Castruccio. Nel 1597 Vincenzo fu condannato al bando con pena di morte per l'omicidio del proprio zio Francesco di Lorenzo Diversi, compiuto per motivi di interesse.

Bibl.: F. Rondinini, De Sanctis Martyribus Iohanne et Paulo..., Romae 1707, pp. 213 s.; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra…, VI,Venetiis 1720, col. 762; Casimiro da Roma, Memorie istor. della chiesa e convento di S. Maria in Araceli di Roma, Roma 1736, p. 357; L. Cardella, Memorie stor. de' cardinali...,V, Roma 1793, pp. 232 ss.; C. Tempesti, Storia della vita e delle gesta di Sisto V, I, Roma 1866, pp. 313 ss.; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia..., XXI, Venezia 1870, p. 106; A. Bertacchi, Storia dell'Accad. lucchese, in Mem. e docc. per servire all'istoria... di Lucca, XIII (1881), 1, p. V; L. v.Pastor, Storia dei papi, X, Roma 1928, ad Indicem; Inventario del R. Arch. di Stato in Lucca, V, a cura di S. Bongi, Pescia 1946, pp. 283 ss.; G.v.Gulik-C. Eubel, Hierarchia catholica..., III, Monasterii 1923, pp. 56, 331.

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