FRANCHI, Giovan Pietro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 50 (1998)

FRANCHI, Giovan Pietro

Alessandro Crispolti

Nacque a Pistoia intorno al 1651; la data si desume dall'atto di morte conservato nei registri dell'Archivio della S. Casa di Loreto, recante la data del 2 dic. 1731, in cui è scritto che il F. aveva circa ottant'anni.

Diventato sacerdote, fece parte probabilmente della cappella musicale del duomo di Pistoia.

Nell'avvertimento "Allo amico professore di musica", contenuto nella Cetra sonora, il F. scrive: "Ti meraviglierai veder comparire alle stampe queste mie armoniche composizioni, in parte tanto lontana dalla tua immaginativa, doppo haver renuntiata la Cappella di Pistoia mia Patria…". Da ciò il Tebaldini deduce che egli abbia ricoperto l'incarico di maestro di cappella, ma tale interpretazione non appare del tutto convincente.

Nel 1685 (anno di pubblicazione della Cetra sonora) il F. era comunque al servizio di Domenico Spadafora, principe di Maletto e Venatico, in qualità di maestro di cappella. Durante la quaresima del 1688 eseguì il suo Jephte all'oratorio del Crocifisso in S. Marcello a Roma. L'Alaleona paragona il lavoro del F., della cui musica non si è trovata traccia in Roma, con i due precedenti Jephte di G. Carissimi e di S. Mesquita, eseguiti sempre al Crocifisso, e ravvisa in tale successione un esempio della decadenza dell'oratorio in latino e del suo divenire "Melodramma spirituale".

Riguardo al libretto musicato dal F., l'Alaleona afferma: "è forse per la forma meno pesante del secondo, ma va più in là nella ricerca degli artefici e dei mezzucci: il dramma per se stesso così umano e commovente diventa tragicomico".

Nel 1689 (ma forse, come si è visto, fin dall'anno precedente) il F. è a Roma, "capo del concerto di musica" del duca di Zagarolo G.B. Rospigliosi e di sua moglie Maria Camilla Pallavicini. In quell'anno pubblica i Duetti da camera Op. 2, "la cui musica non differisce invero gran fatto dal canto gregoriano, né nella forma, né nella sostanza" (Rospigliosi, p. 8). Nel 1693 fu rappresentato a Firenze, nella chiesa dei padri della Congregazione dell'oratorio di S. Filippo Neri, il suo oratorio a 5 voci S. Monica nella conversione di s. Agostino.

Il testo è stato ritrovato nella Biblioteca del Brompton Oratory di Londra, facente parte di una raccolta di libretti a stampa relativi ai quarantaquattro oratori, rappresentati a Firenze fra il 1692 e il 1694, da importanti autori di questo genere musicale quali A. Melani, F. Santini, B. Pasquini, A. Veracini, A.L. Scarlatti ed altri.

Nel 1697 il F. divenne maestro di cappella nella chiesa della Madonna de' Monti a Roma. Nel frontespizio della Op. 4, Salmi pieni a 4 voci, si presenta, oltre che con tale qualifica, anche come "capo del concerto" dei Rospigliosi. È possibile dunque che in quel periodo abbia mantenuto, almeno per un certo tempo, entrambi gli incarichi. Il 25 luglio 1711 fu chiamato a Loreto, al santuario della S. Casa, in sostituzione del maestro di cappella Giuseppe De Rossi, il quale a sua volta assunse la direzione musicale nella chiesa della Madonna de' Monti. Nella lettera inviata dalla Congregazione lauretana al governatore di Loreto per comunicarne l'avvenuta elezione, il F. è presentato come "soggetto di molto grido e riputazione in Roma pel suo mestiere". Prese possesso del suo nuovo incarico il 1° novembre dello stesso anno.

Nel 1727 il napoletano don Francesco Caldara, di cui nulla si sa al di fuori di questo episodio, lo fece credere morto e riuscì così a estorcere a papa Benedetto XIII la nomina a maestro della cappella di Loreto. Il F. ricorse allora alla protezione della Congregazione lauretana e fu reintegrato nella mansione. Ma l'altro insistette e riuscì a ottenere la patente di coadiutore, con la metà dello stipendio in denaro, mentre l'altra metà, con tutta la parte di pane, vino, olio, legna e altro doveva restare al Franchi. Il Caldara però si rivelò talmente incapace nell'adempimento del suo compito da sollevare le proteste generali dei canonici, dei cantori e della stessa cittadinanza. Oltretutto - riferisce il Tebaldini - "pur coadiutore, l'usurpatore… non si peritò tuttavia di muovergli guerra subdola e sleale". Per questo il governatore della S. Casa ordinò che si istituisse un processo che portò alla scoperta dell'intrigo e al licenziamento del Caldara. Il F. venne reintegrato completamente nel suo incarico il 30 ag. 1730. Fu allora che, a quanto pare, il Caldara trafugò parte dell'archivio musicale della S. Casa, poi parzialmente rintracciato mediante perquisizione presso l'ospizio dei padri cappuccini. Fra i manoscritti che sparirono definitivamente era anche un libro di mottetti a 2 e 3 voci del F., forse la sua Op. 3 del 1690.

Ritornato da solo alla direzione della cappella lauretana il F., dopo alcuni mesi, ebbe bisogno di un coadiutore: propose allora un suo giovane allievo, tale Aspici, ma ancora una volta tornò in scena il Caldara, vantando diritti di precedenza; cosicché la Congregazione lauretana finì per decidere che si dovesse tenere un concorso per esame. Sfacciatamente vi partecipò il Caldara medesimo, ma risultò eletto don Tommaso Redi da Siena, che entrò in carica il 1° giugno 1731.

Il F. morì a Loreto il 31 maggio 1731 (Grimaldi); gli subentrò il Redi.

Nell'archivio della S. Casa esiste ancora un libro di messe a 4 voci del F. composte in stile osservato, che è incompleto: mancano tutta la prima messa e della seconda rimangono il Sanctus e l'Agnus Dei. Esiste inoltre un libro manoscritto di messe di D. Del Pane, per molti anni cantore della cappella pontificia, che porta sulla prima pagina l'annotazione: "di D. Gio. Pietro F., 1693. Donatoli dall'Autore".

Opere manoscritte: tre messe a 4 voci (Loreto, Archivio della S. Casa, n. 41), due arie a 4 voci con violino, liuto e mandolino dalla Comedia del Pandolfo (Dresda, Sächsische Landesbibliothek); una ouverture per due violini e clavicembali (Milano, Conservatorio di musica "Giuseppe Verdi"). Inoltre alcuni dizionari informano sull'esistenza di dodici sonate per 2 violini e clavicembalo.

Opere stampate: Cetra sonora, sonate a tre col continuo Op. I, Roma 1685; Jephte, ibid. 1688; Duetti da camera Op. 2, Bologna 1689; Mottetti a 2 e 3 voci Op. 3, Firenze 1690; S. Monica nella conversione di s. Agostino a 5 voci, ibid. 1693; Salmi pieni a 4 voci per tutto l'anno da cantarsi con l'organo e senza Op. 4, Bologna 1697; La fermezza trionfante nel martirio di s. Ferma, Roma 1706; F. Vatielli ha pubblicato un duetto del F. nella sua raccolta intitolata Antiche cantate d'amore, Bologna 1920.

Fonti e Bibl.: G.C. Rospigliosi, Notizie dei maestri ed artisti di musica pistoiesi, Pistoia 1878, pp. 8 s.; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, pp. 223, 423; III, ibid. 1893, p. 230; IV, ibid. 1905, p. 110; V, ibid. 1943, p. 185; G. Tebaldini, L'Archivio musicale della Cappella lauretana, Loreto 1921, pp. 10, 35, 56, 69, 72, 81, 119 ss., 123, 126, 128, 176; D. Alaleona, Storia dell'oratorio musicale in Italia, Milano 1945, pp. 181, 345, 354, 375 ss.; C. Sartori, Bibliografia della musica strumentale ital., Firenze 1952, pp. 520 ss.; M. Borelli, Una interessante raccolta di libretti a stampa di oratori della fine del Seicento presso la Biblioteca dell'Oratorio di Londra, Napoli 1962, pp. 8, 20; Bibliografia della musica ital. vocale profana, I, Pomezia 1977, pp. 663 s.; Cantori maestri… della Cappella musicale di Loreto…, Note d'archivio, a cura di F. Grimaldi, Loreto 1982; F.J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 306; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, IV, pp. 626 s.; Enc. de la musique Fasquelle, Paris 1958, II, p. 157; R. Eitner, Quellen-Lex., IV, pp. 49 s.; Encicl. della musica Rizzoli-Ricordi, III, p. 25; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, pp. 773 s.; Diz. enc. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, pp. 5 s.; Répértoire intern. des sources musicales. Einzeldrücke vor 1800, III, p. 95.

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