Alcherio, Giovanni

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)

Alcherio, Giovanni

B. Soldano Tosatti

Agente artistico milanese (notizie 1382-1411), curatore di una raccolta di scritti sui colori per pittura, la Tabula de vocabulis sinonimis et equivocis colorum, pervenuta grazie alla copia fattane nel 1431 dal notaio parigino Jean Lebègue (Parigi, BN, lat. 6741). Si tratta di trecentocinquantadue ricette per colori, che comprendono anche tre trattati più antichi: quelli attribuiti a Teofilo e a Eraclio e quello di Pietro di Saint-Omer. A. ebbe la carica di consigliere e procuratore di artisti per il cantiere del duomo milanese (Annali della Fabbrica del Duomo di Milano, I), per conto del quale fu inviato ripetutamente a Parigi (per es. nel 1398 e nel 1399 con l'incarico di reperire un successore a Giovannino de' Grassi nella direzione dei lavori della cattedrale; Soldano Tosatti, 1983). Grazie a questa carica poté svolgere la sua notevole indagine (davvero internazionale: a Milano, Parigi, Genova, Bologna, Venezia) sulle tecniche pittoriche avvalendosi di informazioni dirette di rinomati artisti (fra gli altri Michelino da Besozzo, Jacques Coene, Giovanni da Modena) e soggiornando in botteghe di librai (Pietro da Verona, fornitore di Jean de Berry e di Filippo l'Ardito; Alberto Porcelli, scriba e fornitore di manoscritti per i Visconti in collaborazione con la bottega di Giovanni di Benedetto da Como). Egli compì altresì una personale revisione dei ricettari (probabilmente per Lebègue), lavoro nel quale emerge la sua esperienza nel campo della pratica degli artisti e in particolare nell'uso della preparazione dei colori di origine organica. Ricordato da Toesca (1912) come documento dell'intrecciarsi delle relazioni d'arte fra regioni distanti e considerato da Pächt (1950) come l'agente di Jean de Berry, A. fu sensibile interprete della cultura gotica internazionale. La sua raccolta di segreti dell'arte è una delle prime testimonianze di quella tendenza all'impiego di colori sempre più trasparenti, ottenuti per lo più da pigmenti di natura organica, che contribuì al grande sviluppo dell'uso delle velature nel secondo Quattrocento.

Bibliografia

Fonti:

Giovanni Alcherio, Tabula de vocabulis sinonimis et equivocis colorum, in Original Treatises on the Arts of Painting, a cura di M. Merryfield, London 1849 (rist. anast. New York 1967), I, pp. 1-321.

Gli Annali della Fabbrica del Duomo di Milano dall'origine al presente, 9 voll., Milano 1877-1885.

Letteratura critica:

P. Durrieu, Jacques Coene, Arts anciens de Flandre 2, 1906, pp. 5-22: 7.

P. Toesca, La pittura e la miniatura nella Lombardia, Milano 1912 (Torino 19873), pp. 178 n. 2, 185 n. 2.

J. von Schlosser, Die Kunstliteratur, Wien 1924 (trad. it. La letteratura artistica, Firenze 1977, p. 32).

O. Pächt, Early Italian nature studies and the early calendar landscape, JWCI 13, 1950, pp. 13-47: 14 n. 4.

M. Meiss, French painting in the time of Jean de Berry, II, The Boucicaut Master, London-New York 1968, p. 60.

B. Soldano Tosatti, La ''Tabula de vocabulis sinonimis et equivocis colorum'', ms. lat. 6741 della Bibliothèque Nationale di Parigi in relazione a Giovanni Alcherio, ACME. Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Milano 36, 1983, pp. 129-187.

A. Conti, Tempera, oro, pittura a fresco: la bottega dei ''primitivi'', in La pittura in Italia. Il Duecento e il Trecento, Milano 1986, II, pp. 513-528.

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