BORGHI, Giovanni Battista

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 12 (1971)

BORGHI, Giovanni Battista

Raoul Meloncelli

Nato a Macerata il 25 ag. 1738, si presume che in giovanissima età si sia trasferito a Roma, poiché il Florimo lo annovera tra i compositori della scuola romana; tuttavia, nessuna testimonianza ha finora avvalorato tale ipotesi e non è improbabile che sia stato confuso con il clavicembalista contemporaneo Giovanni Borghi o con il violinista Luigi Borghi, cui erroneamente sono state spesso attribuite sue composizioni. Nel 1757 si recò a Napoli per compiere gli studi musicali al conservatorio della Pietà dei turchini, ove ebbe a maestri L. Fago, G. Abos e P. Cafaro. Nel 1759 fu nominato maestro di cappella del duomo di Orvieto e vi rimase fino al 1777; il 26 settembre dello stesso anno successe ad A. Basili nella direzione della cappella musicale della S. Casa di Loreto, alla cui congregazione aveva rivolto istanza per essere assunto nell'estate precedente. Lo stesso governatore di Loreto, dopo aver preso informazioni a Roma, si adoperò per l'assunzione di "un sì valente compositore di musica sacra... celebre anche per le opere fatte eseguire nei migliori teatri d'Italia", (Tebaldini, 1921). Compositore fecondo e versatile, divise la sua attività tra la produzione legata al culto e le musiche destinate al teatro, recandosi sovente in varie città italiane e forse anche in Austria per allestirvi le sue opere teatrali. Notizie sul suoi spostamenti attraverso l'Italia sono desunte dall'Archivio lauretano, ove si conserva memoria delle licenze concessegli per mettere in scena i suoi lavori. Fu, tra l'altro, a Roma (1779-80 e 1782), Firenze (1790 e 1783), Mantova (1780), Venezia (1781), Vicenza (1784), Milano (1790-91) e a Bologna (1791). Conservò fino alla morte, avvenuta a Loreto il 26 febbraio del 1796, la direzione della cappella della S. Casa.

Artista di facile vena inventiva, il B. indulse, tuttavia, a un virtuosismo di maniera che, se incontrò il favore del pubblico, condannò all'oblio la sua produzione melodrammatica, caratterizzata da una tendenza all'effetto immediato, volto ad assecondare le superficiali esigenze spettacolari del gusto dell'epoca, confinandola entro i limiti convenzionali della tradizione settecentesca. Tra le sue numerose opere teatrali si distingue in particolare La morte di Semiramide, composta su libretto di A. S. Sografi ripreso da Metastasio. L'opera, che venne accolta con entusiasmo al suo apparire alla Scala di Milano il 9 febbr. 1791 e fu più volte replicata nei principali teatri europei, rivela, pur attraverso la sapiente ed elaborata ricerca dell'effetto scenico, il desiderio di un maggiore approfondimento dell'espressione drammatica; si colgono, infatti, nella caratterizzazione psicologica dei personaggi, come nella spontaneità della linea melodica, accenti di delicata e schietta suggestione poetica, che, emergendo sulla routine dell'ormai decadente teatro settecentesco, trovano nel melodramma del Sografi, d'impronta tipicamente metastasiana, una fonte d'ispirazione drammatica.

Il B. fu autore, inoltre, di numerosi oratori, azioni sacre, messe, offertori, mottetti, inni, salmi, antifone, responsori e litanie, la cui musica è in gran parte legata, non diversamente da quella profana, alle esigenze di un manierato virtuosismo canoro. Tuttavia, vi si ritrovano spesso esempi di puro stile polifonico ispirato alla migliore tradizione degli antichi maestri italiani, come alcuni mottetti e litanie a quattro voci (conservati nell'Archivio musicale della cappella lauretana), ritenuti ottimi modelli di polifonia classica nella copiosa produzione liturgica del tardo Settecento. Ricordato nelle Effemeridi lauretane (presso il Collegio dei penitenzieri apostolici a Loreto) per aver rinnovato l'archivio musicale della cappella della S. Casa, egli viene anche considerato come l'ultimo esponente della tradizione classica e l'iniziatore dell'epoca della decadenza per la musica sacra (Radiciotti citato dal Tebaldini, 1921). Un giudizio sulla sua musica liturgica è stato anche tramandato da una lettera (citata dal Radiciotti, Aggiunte)indirizzata a G. S. Mayr da Francesco Basili, che esprimeva delle riserve sulla sua tecnica, ma gli riconosceva uno "...stile bello, chiaro ad intendersi e facile ad eseguirsi. La disposizione ch'egli usava nelle sue composizioni era mirabile, e piena d'accortezza, onde coglieva per lo più un buon partito, e ritraeva un ottimo effetto".

Delle sue opere teatrali si ricordano: Adriano in Siria (libretto di Metastasio: Torino, Teatro Regio, carnevale 1759), Le nozze disturbate, farsetta (libretto di A. Gatta: Firenze, Teatro Pallacorda, carnevale 1762), Merope (libretto di A. Zeno: Roma, Teatro Alibert, carnevale 1768), Alessandro in Armenia (libretto di A. Papi: Venezia, Teatro S. Benedetto, 26 novembre 1768), La schiava amorosa, farsetta (libretto di M. Bernardini: Roma, Teatro Capranica, gennaio 1770), Siroe (libretto di Metastasio: Venezia, Teatro S. Benedetto, gennaio 1771), L'amore in campagna, farsetta (libretto di P. Chiari: Roma, Teatro Capranica, 2 genn. 1771; ripresa, con il titolo Le villanelle innamorate [Die verliebten Bauernmädchen], a Dresda, Teatro dell'elettore di Sassonia, carnevale 1778), Ciro riconosciuto (libretto di Metastasio: Venezia, Teatro S. Benedetto, 1771), Le avventure di Laurina, intermezzo (Roma, Teatro Capranica, 8 genn. 1772), Il trionfo di Clelia (libretto di Metastasio: Napoli, Teatro S. Carlo, 30 maggio 1773), Ricimero (libretto di F. Silvani: Venezia, Teatro S. Benedetto, 26 dic. 1773), Il filosofoamante, farsetta (libretto di G. Puccinelli: Roma, Teatro Valle, carnevale 1774), La donna instabile (libretto di G. Bertati: Venezia, Teatro S. Moisé, 27 genn. 1776; ripresa con il titolo Li tre pretendenti a Bologna, Teatro Marsigli-Rossi, 24 maggio 1777), Artaserse (libretto di Metastasio: Venezia, Teatro S. Benedetto, 26 dic. 1776), Artabano (libretto di G. Sertori: ivi, carnevale 1776), Creso re di Lidia (libretto di G. G. Pizzi: Firenze, Teatro in via della Pergola, ottobre 1777), Eumene (libretto di A. Zeno: Venezia, Teatro S. Benedetto, 26 dic. 1777), Il tempio di Cnido (libretto di A. Scarpelli: Camerino, Teatro Comunale, carnevale 1779), Quinto Fabio (libretto di A. Zeno: Firenze, Teatro in via della Pergola, gennaio 1780), Tito Manlio (libretto di M. Noris: Roma, Teatro Argentina, carnevale 1780), Arbace (libretto di G. Sertor: Venezia, Teatro S. Benedetto, 18 genn. 1782), Piramo e Tisbe (libretto dello stesso: Firenze, Teatro in via della Pergola, autunno 1783), L'Olimpiade (libretto di Metastasio: Modena, Teatro Rangoni, 26 dic. 1784) ed Egilina (libretto di A. Anelli: Milano, Teatro alla Scala, 26 genn. 1793).

Dei suoi oratori vanno ricordati: Iltrionfo della fede (Roma 1763), Lo sposalizio di Mosè, cantata sacra (Spoleto, Collegio dei gesuiti, 1772), Il trionfo di Mardocheo (Roma, Oratorio dei filippini, carnevale 1774), Isacco figura del Redentore, a quattro voci e coro (libretto di Metastasio: Osimo, Teatro pubblico, 1781 secondo il Radiciotti, ma probabilmente Terni, cattedrale, 1787, e poi Macerata 1790, per la consacrazione della nuova cattedrale) e La morte di Abele (Recanati 1794).

Le partiture manoscritte di molte sue composizioni, sia profane (comprendenti anche sinfonie, ouvertures, concerti, arie, duetti e numerose cantate) sia religiose, sono conservate nelle più importanti biblioteche italiane (a Parma, Modena, Milano, Genova, Venezia, Padova, Firenze, Bologna, Roma, Loreto, Orvieto, Fano e a Urbino) e straniere (a Londra, Vienna, Dresda, Einsiedeln e a Berlino).

Bibl.: F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori, I, Napoli 1880, p. 182; IV, ibid. 1882, p. 342; G. Gaspari, Catalogo della Bibl. del liceo music. di Bologna, III, Bologna 1893, p. 292; V, a cura di U. Sesini, ibid. 1943, pp. 64-66; G. Tebaldini, L'Arch. music. della cappella Antoniana in Padova, Padova 1895, p. 129; G. Radiciotti, I musicisti marchigiani dal sec. XVI al XIX, Roma 1909, p. 128; Id., Aggiuntee correzioni ai diz. biografici dei musicisti, in La critica musicale, V (1922), pp. 138 ss.; G. Tebaldini, L'Arch. music. della cappella Lauretana, Loreto 1921, pp. 45 ss., 58 ss., 82, 117, 125 ss.; A. Bauer, Opern und Operetten in Wien, Graz-Köln 1955, pp. 69, 88; C. Gatti, Il Teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), II, Milano 1964, pp. 14 s.; A. Hughes-Hughes, Catalogue of Manuscript Music in the British Museum, II, London 1966, p. 294; S. Pintacuda, Genova. Bibl. dell'Ist. music. "N. Paganini". Catal. del Fondo antico, Milano 1966, pp. 124 ss.; O. G. Th. Sonneck, Catal. of Opera Librettos printed before1800, New York 1967, I, pp. 57-507, passim; II, pp. 777-1138, passim; IV, p.1463; A. Bertini, Inv. del Fondo music. dell'Oratorio, I, Roma 1968, p. 40; P. Pancino, Venezia. S. Maria della Consolazione detta "Della Fava"... Catal. del Fondo musicale, Milano 1969, p. 32; O. E.Deutsch, Das Repertoire der Höfischen Oper,der Hof-und der Staatsoper, in Österreichische Musikzeitschrift, XXIV (1969), n. 7, pp. 396, 403; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, pp. 152 ss.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, Graz 1959, pp. 132 s.; Encicl. dello Spettacolo, II, col. 837; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 296; La Musica. Encicl. storica Diz., I, Torino 1968, p. 258.

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